lunedì 9 giugno 2014

bel tempo



Ormai una decina di giorni fa, tra le strade di Angkor, il sole era molto alto, e feroce.
Eravamo partiti presto, dopo una bella colazione all'inglese.
2 dollari al giorno per una bici.
Man mano che la giornata avanzava, il tempo era sempre più bello e caldo.
Ma la bici rossa era bucata, e si sgonfiava ripetutamente.
Abbiamo provato a ripararla in corsa, più volte.
Abbiamo speso 10 dollari, e poi alcuni altri, tra una baracchetta e l'altra.
Ma siamo tornati in città con la camera d'aria fuori e al limite del collasso.

Ieri siamo andati al terreno, ad innaffiare gli alberelli da frutto piantati qualche mese fa.
Bellissima giornata di sole, caldo africano, gechi a decine nella casetta.
E' stato un maggio abbastanza piovoso, ma sono bastati alcuni giorni d'estate anticipata e le piante sono boccheggianti, moribonde.
Proviamo a mettere tanta acqua, e preghiamo per la loro anima.

Il Mar Mediterraneo, il Mare nostrum, è rilucente di sole, e senza onde.
Arrivano a migliaia sui barconi, come ogni estate.
E, come ogni estate, la si chiama 'emergenza'.
Potere del bel tempo, in attesa che torni l'inverno, così se ne stanno a casa, tra miseria e guerre.
Intanto, nel cielo terso, piroettano in città le Frecce Tricolori.
Migliaia di persone stanno a faccia in su, ammirate ed entusiaste, felici.

La politica e l'economia italiana vedono il bel tempo davanti a loro.
Renzi profonde ottimismo, ventate d'amore, pensieri tinti di rosa aurora.
Affabili e amabili come non mai, tra una tangente e l'altra.
Nel grigiore del mondo, il sol dell'avvenire risorge all'orizzonte.
Intanto, per il bel tempo di domenica, l'astensionismo diventa maggioranza elettorale.

Per una volta sono uscito di casa e ho ascoltato una conversazione ad un festival letterario dedicato al gioco. Due amabili signori, serenamente pieni di sé e in vena di piacevole esibizione, ci distraevano, discorrendo di libri e del loro futuro (quello dei libri, immagino...).
Aneddotica da settimana enigmistica più che scambio tra sapienti.
Tanto vale tornare al giardinetto a leggere Proust, a fare parole crociate senza schema, e a ri-voltarsi verso il tempo perduto.
Una bella madre si aggira sperduta con la piccola figlia tra le panchine.
Altri bambini giocano intorno al grande ficus, guidati dalle amate maestre.
A fianco, in un angolo, pisciano dei negri.
Anche i barboni si moltiplicano a dormire sulla piazza, ora che c'è bel tempo...









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