I fratelli Sorinas (Soru e Solinas), animati da spirito di rivalsa, si aggiravano come spettri sulle sorti delle elezioni in Sardegna.
La vendetta di Soru non è riuscita, ma per pochissimo davvero: sarebbero bastati duemila voti in più per lui ed il fantasmagorico 'campo largo' della Todde sarebbe già in soffitta in una notte.
Quella di Solinas, invece, ha funzionato: i sardisti-leghisti sono riusciti a far fallire Truzzu, pur votando le loro liste (che hanno preso più voti di quelle della Todde).
Si sa che Solinas è uomo di peso (e che anche Salvini si sta ingrossando alquanto).
Si sapeva che il miserando Truzzu non avrebbe trovato sostegno nella mia città, che è stato capace di devastare per anni con cantieri infiniti, assedi di quartieri interi, ingorghi automobilistici, occupazioni di suolo pubblico, ritardi ed inadempienze mai visti prima.
Ma i leghisti-sardisti hanno agito nell'ombra ed hanno vinto contro di lui e contro la Meloni, pur di manifestare il loro potere interno alla coalizione di governo. Perdendo però le elezioni.
Sì, perché le elezioni le ha perse una destra suicida e non le hanno vinte i loro avversari.
I proclami notturni di Schlein e Todde, le sorelle Campolargos, sono patetici.
Dietro il vestito niente.
La Todde è stata eletta presidente con 330.000 voti su 1.450.000 potenziali elettori (di cui è andato alle urne più o meno la metà).
E parlano di democrazia maggioritaria, di potere delle maggioranze!
Ma quali?
La fiducia sta a zero, l'astensione cresce di più punti all'anno, la disaffezione è totale.
E non mi si venga a dire che gli astensionisti sono degli irresponsabili e dei disfattisti, che non vogliono fare politica.
Sono loro, i politici, ad essersi appropriati della politica e ad averne espropriati i cittadini.
Sono loro che ne hanno fatto un loro feudo, al quale chiedono -ogni cinque anni- solo un rito di conferma da parte di chi ancora li segue.
Ma chi se ne frega se metà delle persone non vota...
L'importante è essere eletti per 2000 voti in più e poterla chiamare Vittoria.
Ah sì, dimenticavo...la zia Vittoria...
Ora si dice: l'aria è cambiata, il vento è girato, si può fare.
Vincere, anche se a culo, anche se per una volta, può dare subito alla testa.
Ma ricordiamocelo: se viviamo una vita di destra, anche quando le elezioni non le vince la destra, le vince la destra.
La Todde anela a riforme della sanità, a visioni energetiche alternative, a lotte contro la povertà organizzata, alle matite contro i manganelli. Una Cinquestelle della prima ora, a sentirla.
Ricordiamoci che fine ha fatto Di Maio.
La zia Vittoria è tornata, ma -come al solito- aiuterà solo qualcuno a sperare (e votare) ancora.
La nostra vita resta -più o meno agevolmente e serenamente- sul lato destro della strada.
Sì, proprio lì, dove gli umani non respirano ed avanzano le macchine.