domenica 4 giugno 2017

tutti all'iperpan(ico)

Non cambieranno la nostra vita, non smetteremo di vivere come sempre...
Queste (ancora ?) le battute di spirito di oggi, dopo l'ennesimo raid terroristico al centro di Londra.
Ma le nostre vite sono già cambiate.
Campagne elettorali sospese e a singhiozzo, concerti rinviati, partite di calcio giocate dentro stadi-bunker protetti anche da attacchi celesti, masse di persone che si spostano verso l'estrema destra, persone tranquille che reclamano sicurezza, razzismo incombente e insorgente (sdoganato, si direbbe oggi), e soprattutto panico.

Sì, il dio Pan si sta prendendo la nostra vita.
Mentre a Torino si viveva il dramma calcistico della sconfitta juventina, lo spettacolo della partita continuava sugli schermi giganti mentre intorno si diffondeva il panico per un petardo tra la folla.
Centinaia di feriti e forse alcuni morti, provocati dalla ressa e dal terrore che ci si trovasse in mezzo ad un attentato terroristico.
Quando i nervi sono tesi, anche se si fa finta di essere rilassati e spensierati, anche se si brinda e si balla, anche se si tifa la squadra del cuore con gli amici o la fidanzata, tutto può accadere.
Basta uno scoppio e si scappa, il cuore salta in gola, e ci si schiaccia a vicenda, e si rotola sui cocci delle nostre stesse bottiglie di birra.
Surreale sentire la telecronaca della partita che proseguiva mentre la gente urlava e correva.
E vedere, alla fine, che lo spettacolo continuava nella desolazione e nel deserto di lattine e spazzatura e persone che si aggiravano sperdute, come rifiuti umani.

Si mente sapendo di mentire.
Ma intanto le nostre vite, che credevamo allunate per sempre nel Mare della Tranquillità, sono ammarate, come profughe atterrite, nell'Oceano della Disperazione.
Niente ci differenzia, ma solo in questo, da coloro che affogano mentre il barcone affonda.
Per quanto ci si possa atteggiare, né noi né loro -in un mare come questo- sappiamo nuotare...
















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