Può esservi una rigenerazione che
non passi attraverso la violenza ? Come può rinascere qualcosa che
non sia prima disgregato ? Si può passare da un ordine a un altro
senza che vi sia un intervallo di caos ? Chi indica la salvezza la
intravede oltre una barriera di fiamme. Più alte si levano, prima
bruceremo, prima saremo risanati. Occorre che il campo bruci perchè
sia fertilizzato. L'unica salvezza dal disastro è un disastro ancora
più grande.
Perchè solo la distruzione permette
la trascendenza, poiché solo attraversando qualche catastrofe si
percepisce l'esistenza di stadi ulteriori della coscienza e della
sensibilità, e vi si accede...
I sistemi di potere si comprendono
meglio non al loro acme, bensì nella fase della loro degenerazione,
quando tramontano...Appena prima di essere avvicendati, sprigionano
la loro essenza al crepuscolo nel modo più puro e drammatico,
divenendo interamente comprensibili, sotto l'incalzare di avvenimenti
che non potevano prevedere e perciò tanto più istruttivi. Non
essendovi un vero stimolo a capire ciò che si suppone sia
immutabile, la comprensione si aggira sempre nei dintorni della
distruzione... Sono gli eccessi a causare il tramonto di un'epoca, è
il tramonto di un'epoca a spiegarne gli eccessi.
Possiamo persino provare sollievo
quando finalmente il peggio si avvera, quando dopo tante
preoccupazioni inutili si profila una disgrazia
autentica...Maledizione, ma anche, evviva! Ci siamo! Queste notizie
tragiche ci risarciscono almeno facendoci apparire meno ridicoli agli
occhi di chi considerava le nostre preoccupazioni esagerate...
Di solito si parla dell'Italia in
quanto paese dell'illegalità. Dove le norme vengono di continuo
trasgredite...Eppure non posso fare a meno di stupirmi di quanto
raramente, in effetti, ciò accada...
Forse perchè avviene in modo
automatico e quasi inconscio, fatichiamo a renderci conto dell'enorme
numero di disposizioni che rispettiamo, non dico ogni giorno, ma ogni
ora, al limite ogni minuto della vita che scorre. Per una singola
norma che stiamo violando, ecco, abbiamo obbedito ad almeno altre
dieci, o cento, quasi senza accorgercene...
Questa obbedienza pressochè
permanente è molto ma molto meno vistosa dell'episodica infrazione:
ne abbiamo introiettato l'abito al punto da scordarci quanto essa sia
straordinaria e innaturale. Il nostro default, insomma, è piuttosto
quello di rigare dritto, rispetto al quale la trasgressione si
segnala come un evento.
L'idea generica di fraternità
(Illuminismo) ma anche quella più concreta di prossimo (Gesù)
sembrano ignorare il fatto che è appunto la prossimità a generare
l'odio, e che il disaccordo e la concorrenza tra uguali si spinge
fino alla persecuzione e all'omicidio. Non è affatto il diverso,
bensì il simile a scatenare il conflitto...
Come sempre Gesù con i suoi
precetti sembra annunciare l'ovvio, lo scontato mentre il suo
insegnamento è olto più arduo e provocatorio avvolto com'è in
quella specie di puerilità: sa benissimo che tu odi il tuo vicino di
casa e lo impiccheresti, e allora lui ti ordina di amarlo...
Dicendo 'Ama il tuo prossimo' vuol
dire 'Ama chi detesti'.
Fastidio istintivo verso il 'troppo
vicino', fascino verso il 'mediamente lontano', paura verso
l''assolutamente remoto'.
La dottrina del 'Ma noi non
sapevamo' andrebbe sostituita con l'ammissione 'Noi sapevamo tutto,
ma non volevamo arrenderci all'evidenza'.
Prigionieri dell'euristica: che
presuppone che un senso vi sia, in ogni singola cosa come nel tutto,
e lo si possa anzi lo si debba trovare. E se il senso on c'è ? Se
non vi fosse senso ? Se non dovessimo più essere obbligati a
cercarlo, quale diventerebbe allora il nostro dovere ?
Che enorme sperpero d'intelligenza
sia nel capire, sia nel non voler capire.
Anche a distanza di anni, dopo molte
letture e ragionamenti, mi rimane l'impressione che avevo da ragazzo,
forse infondata eppure potente, e cioè che i Greci abbiano prodotto
di gran lunga maggiore profondità e senso nella loro mitologia che
con tutta la loro rinomata filosofia. Non parlo solo di bellezza del
linguaggio. Intendo un contributo intelletuale, lo sforzo di
interpretazione del significato della vita, la profondità e
l'originalità dello sguardo sul mondo. Il fatto che si tratti di
favole non ne distrugge il significato, anzi lo accresce. La
controprova è che il più accanito detrattore degli antichi miti non
abbia poi potuto fare altro che illustrare le sue teorie che coniarne
di nuovi, il mito della caverna, il mito dell'androgino, il mito dei
cavalli che tirano in direzioni discordanti, che francamente a me
paiono piuttosto strampalati...pallidi...le loro immagini,
peregrine...confrontate a quelle antiche. A meno di considerare la
filosofia stessa non tanto come la rottura con la visione mitica,
bensì come la sua continuazione più asciutta, sbiadita,
burocratica, specialistica, sterilizzata rispetto alla spensierata
sovrabbondanza delle origini.
Oggi, per l'orrore di vedere
annientato uno dei contendenti, interveniamo a controbilanciare
l'esito di qualsiasi battaglia. Così, le guerre senza vincitori
vanno avanti all'infinito.
Ciò che rende inimitabile
l'adolescenza, il suo spirito originario e vitale, non è affatto
quello che essa ha di più forte e che è capace di resistere al
passaggio del tempo, ma ciò che da tale passaggio viene distrutto.
Le qualità più preziose sono legate alla fragilità, alla
precarietà: il senso riposto delle cose si nasconde nella loro
transitorietà. Non capirai mai nulla se ti ostini a ricercare ciò
che dura, ciò che resiste, e che permane; se ne sei capace, guarda e
ricerca piuttosto quel che presto o tardi scomparirà...Ecco,
l'adolescenza è esattamente ciò che verrà dissipato. Il suo
principio non risiede in ciò che continua a vivere, bensì in quel
che è destinato irrimediabilmente, naturalmente a perire.
(Osservando i miei studenti, un tempo, pensavo questo, e ora lo penso
ricordandoli).
Forse, quando siamo depressi, come
lo sono io ora, abbiamo una visione assai più realistica di ciò che
ci circonda, o per meglio dire, siamo meno inclini a essere accecati
da illusioni prive di fondamento. O forse anche questo tentativo di
trovare vantaggiosa la malinconia è un'illusione, una magra
consolazione.
Per un insegnante, si tratta di
cambiare le persone che si osservano, o di vedere le persone che si
osservano, cambiare. A me è accaduta perlopiù la seconda cosa.
Il mio lavoro di insegnante: come un
contadino che sgobba per preparare il campo, lo ripulisce, lo
dissoda, semina, irriga...poi, quando spuntano le piante, e dalle
piante i fiori, e i fiori alla fine si trasformano in frutti,
meravigliosi, gonfi, succosi, maturi, belli a vedersi...lui non li
raccoglie, preso da un'improvvisa stanchezza che potrebbe anche
essere disinteresse...e li lascia marcire nel campo, sui rami, li
guarda marcire giorno dopo giorno, senza più muovere un dito...
E' un guaio essere lenti di
comprendonio, ma non quanto lo sia capire le cose troppo rapidamente,
poiché è questa capacità eccessiva a generare la noia in chi la
possiede e la esercita. Se si afferra ogni cosa in un baleno, il
resto sono tempi morti. Avevo un alunno che era così. Si chiamava
Arbus. Non so che fine abbia fatto, e ne deduco che non abbia mai
combinato nulla di importante. Probabilmente è stato ucciso dai
tempi morti.
Il mondo va preso a piccole dosi. A
una persona intuitiva può bastare una campionatura.
L'indicazione dei mistici, che per
accedere a una seconda vita più pura e intensa e perfetta si debba
spezzare il filo della prima, cioè la vita ordinaria, può essere
estesa per molti versi anche a chi si macchia del crimine di
omicidio...La vita perversa e la vita perfetta si somigliano in
questo: che hanno rotto i ponti con la vita ordinaria.
Di ogni giovane oggi si dice
benevolmente che 'deve trovare la sua strada', sì, la sua strada,
come se avessimo tutti strade diverse e soltanto una tra di esse e
una sola fosse destinata a ciascun individuo, fosse stata tracciata e
lastricata esclusivamente per lui, come la porta della Legge nel
famoso apologo di Kafka, affinchè fosse lui e nessun altro a
percorrerla. Ma se in giro ci sono milioni di strade virtuali di cui
una e una sola toccava a noi, grazie a quale improbabilissimo colpo
di fortuna dovremmo riuscire ad azzeccare quella giusta ?
Come nella favola del mercante che
per sfuggire la morte arriva fino a Samarcanda, il corso originario
della vita devia imboccando strade tortuose e diramazioni errabonde
prima di raggiungere il suo punto di arrivo, il suo traguardo, il
quale, al contrario, è rimasto e resta sempre lo stesso. Alo sforzo
per distinguersi dal nulla, durato tutta la prima fase
dell'esistenza, segue lo sforzo per rientrarvi, mascherato da fuga,
mentre si tratta di un ritorno.
Ostinazione e orgoglio fanno sì che
comunque ciascuno pretende di dirigersi verso la morte per la propria
via.
Una parte di noi prosegue il suo
tragitto naturale che conduce al termine del suo sviluppo, dunque,
all'estinzione, e intanto un'altra parte risale verso l'origine,
verso l'inizio misterioso di quello sviluppo. Un medesimo individuo
viene trascinato a valle dalla corrente del fiume, come un tronco,
mentre guizza per risalire lo stesso fiume controcorrente, come un
salmone. Questi movimenti uguali e contrari sono presenti con pari
forza nel desiderio sessuale, che è brama al tempo stesso di
annullamento e di riproduzione: risale alle sorgenti della vita e si
precipita in avanti il più vicino possibile ai confini con la morte.
Mi auguro che non sopravviva nulla
di me. Eppure, non vi è nessuno così effimero, nessuno di cui non
resti nemmeno una traccia.
Ho attraversato il mare della
consapevolezza. Come ci sono riuscito? Semplice, era asciutto. Da
molti decenni ormai, forse secoli. La mente umana l'aveva
prosciugato.
Il cratere sull'orlo del quale i
santi stanno seduti aspettando è spento.
Non si può soggiornare a lungo
nell'altezza eroica...La gloria non si replica all'infinito,
altrimenti cosa avrebbe di miracoloso ? Un poco alla volta l'eroe
smarrisce le sue straordinarie qualità, si rimpicciolisce, i suoi
poteri sbiadiscono, sinchè è rientrato nella normalità. E la
normalità per un eroe è la dannazione.
Il sentimento esclusivo dell'amore,
dal Romanticismo in poi, ha sostituito e surrogato la religione, ha
sostituito la religione dell'amore, cioè il Cristianesimo, lasciando
spazio sulla terra a una sola religione praticabile collettivamente,
la religione dell'odio. Quella dell'amore sopravvive dunque come un
culto personale, che lega tra loro singoli individui, a coppie o in
numero ristretto, mentre l'odio riesce a tenere insieme i gruppi più
vasti e le comunità.
Invece che tentare di realizzare
fantasie e sogni, oggi è consigliabile prendere fatti reali e
convertirli in fantasie.
Le bugie non hanno importanza quando
sia chi le dice sia chi le ascolta conosce la verità.
A far girare il mondo è una
gigantesca macchina di compensazione che lavora senza sosta.
Le Muse in principio erano selvagge.
Poi Apollo gli ha insegnato tutto. Ogni educazione, mentre sembra
cancellarla, affina e potenzia la barbarie.
Per un Italiano era naturale essere
cattolico...Per questo gli atei in questo paese sono tanto
puntigliosi e arrabbiati. Più facile tentare di distruggere la fede
cattolica che sostituirla. Il problema, nel progetto di abbatterla è
che, insieme alla fede cattolica, viene via tutto quanto il resto e
della cultura italiana non resta in piedi nulla, non restano nemmeno
i suoi pugnaci oppositori.
Prima di morire, gradirei avere la
spiegazione almeno di una cosa. Una cosa qualsiasi.
La scure posta alla radice degli
alberi verrà ritirata e si lasceranno campare gli alberi ancora per
qualche tempo, perchè persino l'apocalisse ha bisogno di annunciarsi
e poi dileguarsi, in modo che si abbia tempo per meditare sul suo
inganno ed esserne totalmente sfiduciati. La prima volta si era
impreparati, la seconda si sarà già stanchi di aspettare.
Tra le macerie, la mia mente è
rimasta intatta come certi salotti che si intravedono dopo un
terremoto al terzo piano di una casa scoperchiata. Ma non ci si può
entrare se no collassa tutto.
(Edoardo Albinati, La scuola
cattolica, Parte nona, Cosmo)
Hai trovato il tuo alter ego
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