Dicevamo:
siamo a Bali da una settimana, e non siamo ancora riusciti a scrivere
nulla.
Già
questo può darvi l'idea di tutto quel che accade in un solo giorno e
di come arriviamo alla notte.
Bali
è un'isola relativamente piccola rispetto alle altre, ma a suo modo
è un piccolo grande mondo, fiera delle sue tradizioni, che pure sono
messe a dura prova dall'invasione turistico-finanziaria.
Nei
giorni scorsi siamo stati ospiti di una famiglia romana, in cui la
mamma è amica di Vivi, che vive a Bali molti mesi l'anno. Una villa,
senza porte e finestre, ma con piscina e splendido giardino.
Un
passaggio forte, quindi, non solo perchè Bali è molto diversa da
Giava in quasi tutto, ma anche perchè per vari giorni siamo stati
ospiti di persone che vivono qui abitualmente e da tempo.
Ci
siamo presi uno scooter ed abbiamo iniziato a girare qui nella
penisola meridionale, verso la punta estrema di Uluwatu con il suo
tempio tra le onde altissime, siamo andati a fare il bagno sulla
spiaggia di Legian (che è il posto in cui abitiamo), io l'ho fatto
anche a Padang Padang, dove ho incontrato una noce di cocco che
galleggiava sull'acqua mossa, abitata da un'intera famiglia di
granchi. Ci siamo bruciati anche un pò.
La
zona sud ha un traffico infernale (sto diventando un vero acrobata
del motorino), ma i balinesi iniziano ad andare in scooter già prima
dei 10 anni e sono molto bravi a zigzagare e ad infilarsi e a
sgusciare di qua e di là, senza requie.
Ed
è piena di turisti, di tutte le nazioni, di tutti i budget, spesso
molto new age, che spesso si fanno la visa extension e diventano
quasi residenti. Moltissimi gli italiani, molte le pizzerie,
gelaterie, ristoranti gestiti da italiani.
Ora
siamo reduci da quattro giorni all'interno, nell'area che va da Ubud
verso est.
Templi
incredibilmente belli, immersi nella foresta e nell'acqua, di varie
fogge e simili richiami religiosi.
Il
santuario delle scimmie, abitato da 700 macachi di tutte le età.
Siamo
stati benedetti al tempio che sta vicino alla grotta dell'Elefante
(Ganesha, personificazione indu di Buddha). Mi sono bagnato alle
fonti sacre di Tirtu Empul, avvolto nel sarong.
Abbiamo
assistito alle lunghe preparazioni e all'elaboratissimo rito
cerimoniale del nostro tempio di quartiere, in cui siamo stati
amorevolmente accolti.
Abbiamo
abitato, come tutti, dentro una casa che sta dentro un tempio (o un
tempio che sta dentro una casa, fate voi...)
Abbiamo
attraversato tutto l'est per ammirare i dipinti della reggia di
Klungkung (un regno che, sconfitto dagli olandesi, non è durato
neppure 60 anni) o le centinaia di pagode sotto il monte Agung che
compongono il tempio madre di Besakih.
Abbiamo
assaggiato carne e cotenna del babi guling (porchetto arrosto
squisito, alla moda cinese), ci siamo tracannati decine di succhi di
frutta (avocado, naga buah, guava, pomodoro, mango, papaya, limoni e
arance che sanno di mandarino...), e ci siamo pappati anche due pizze
italiane davvero ben fatte.
Ci
siamo goduti dei goduriosissimi massaggi, sia con aromi che con lo
scrub al pepe e zenzero.
Ed i dolcetti e le foto con la sposa ad un matrimonio a Tenganan, villaggio tradizionale hindu, in cui ancora suona il kul kul per le adunate e le emergenze.
Insomma,
una pacchia, e a basso costo.
Ora
siamo tornati a Legian, dove staremo sino a domani.
Poi
dovremmo partire verso Nord in auto con i nostri amici di qui.
Ultimo
giro, prima di andare all'aeroporto di Kuta verso Giacarta, e poi
verso casa, infine...
Bella foto caravaggesca di Viviana e tu non male come Buddha delle acque :)
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