mercoledì 8 febbraio 2017

o balossi...!

Dicevamo: siamo a Bali da una settimana, e non siamo ancora riusciti a scrivere nulla.
Già questo può darvi l'idea di tutto quel che accade in un solo giorno e di come arriviamo alla notte.
Bali è un'isola relativamente piccola rispetto alle altre, ma a suo modo è un piccolo grande mondo, fiera delle sue tradizioni, che pure sono messe a dura prova dall'invasione turistico-finanziaria.

Nei giorni scorsi siamo stati ospiti di una famiglia romana, in cui la mamma è amica di Vivi, che vive a Bali molti mesi l'anno. Una villa, senza porte e finestre, ma con piscina e splendido giardino.
Un passaggio forte, quindi, non solo perchè Bali è molto diversa da Giava in quasi tutto, ma anche perchè per vari giorni siamo stati ospiti di persone che vivono qui abitualmente e da tempo.
Ci siamo presi uno scooter ed abbiamo iniziato a girare qui nella penisola meridionale, verso la punta estrema di Uluwatu con il suo tempio tra le onde altissime, siamo andati a fare il bagno sulla spiaggia di Legian (che è il posto in cui abitiamo), io l'ho fatto anche a Padang Padang, dove ho incontrato una noce di cocco che galleggiava sull'acqua mossa, abitata da un'intera famiglia di granchi. Ci siamo bruciati anche un pò.































La zona sud ha un traffico infernale (sto diventando un vero acrobata del motorino), ma i balinesi iniziano ad andare in scooter già prima dei 10 anni e sono molto bravi a zigzagare e ad infilarsi e a sgusciare di qua e di là, senza requie.
Ed è piena di turisti, di tutte le nazioni, di tutti i budget, spesso molto new age, che spesso si fanno la visa extension e diventano quasi residenti. Moltissimi gli italiani, molte le pizzerie, gelaterie, ristoranti gestiti da italiani.

Ora siamo reduci da quattro giorni all'interno, nell'area che va da Ubud verso est.
Templi incredibilmente belli, immersi nella foresta e nell'acqua, di varie fogge e simili richiami religiosi.
Il santuario delle scimmie, abitato da 700 macachi di tutte le età.
Siamo stati benedetti al tempio che sta vicino alla grotta dell'Elefante (Ganesha, personificazione indu di Buddha). Mi sono bagnato alle fonti sacre di Tirtu Empul, avvolto nel sarong.
Abbiamo assistito alle lunghe preparazioni e all'elaboratissimo rito cerimoniale del nostro tempio di quartiere, in cui siamo stati amorevolmente accolti.
Abbiamo abitato, come tutti, dentro una casa che sta dentro un tempio (o un tempio che sta dentro una casa, fate voi...)
Abbiamo attraversato tutto l'est per ammirare i dipinti della reggia di Klungkung (un regno che, sconfitto dagli olandesi, non è durato neppure 60 anni) o le centinaia di pagode sotto il monte Agung che compongono il tempio madre di Besakih.
Abbiamo assaggiato carne e cotenna del babi guling (porchetto arrosto squisito, alla moda cinese), ci siamo tracannati decine di succhi di frutta (avocado, naga buah, guava, pomodoro, mango, papaya, limoni e arance che sanno di mandarino...), e ci siamo pappati anche due pizze italiane davvero ben fatte.
Ci siamo goduti dei goduriosissimi massaggi, sia con aromi che con lo scrub al pepe e zenzero.
Ed i dolcetti e le foto con la sposa ad un matrimonio a Tenganan, villaggio tradizionale hindu, in cui ancora suona il kul kul per le adunate e le emergenze.
Insomma, una pacchia, e a basso costo.

Ora siamo tornati a Legian, dove staremo sino a domani.
Poi dovremmo partire verso Nord in auto con i nostri amici di qui.
Ultimo giro, prima di andare all'aeroporto di Kuta verso Giacarta, e poi verso casa, infine...
















1 commento:

  1. Bella foto caravaggesca di Viviana e tu non male come Buddha delle acque :)

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