A Tullio De Mauro
in stupid memory
Vado a letto presto, tra malinconia e
relativo sconforto.
Ho appena ascoltato ad Otto e mezzo un
dibattito sulla cultura in Italia, a cui hanno partecipato tre
persone colte e più che laureate: la dott.ssa Jatta, neo direttrice
dei Musei Vaticani, l'editore Laterza e l'onnipresente massmediologo
tuttologo Carlo Freccero.
Una conversazione che purtroppo però
ha confermato ampiamente l'assunto: il basso livello della nostra
cultura, e soprattutto della politica.
Un triste spettacolo.
Se questi sono i nostri
intellettuali...!
L'altro giorno ho sentito il ministro
Calenda criticare il management di Alitalia riuscendo a non usare mai
un congiuntivo in grazia di Dio.
Sappiamo quali studi abbia compiuto la
nostra attuale ministra dell'Istruzione.
Ma il problema va ben oltre quel che
studiamo, quanto e per quanto tempo.
Se la cultura delle persone coincidesse
con la scolarizzazione non ci troveremmo in questo stato.
La scuola oggi è più una fonte di
problema che di soluzioni.
La cultura ha a che vedere con la
nostra capacità di vedere la realtà da prospettive non banali.
Ha a che vedere con l'intelligenza
delle situazioni, delle relazioni e dei contesti.
La scuola su questo non aiuta, anzi.
Per farvi capire meglio uso un esempio
alla rovescia.
Mercoledì ho fatto esami: 6 iscritti,
si sono presentati in 3 (e già questo...)
L'esame era alle 9.00, ma a quell'ora
c'era solo una studentessa.
Entra e vorrebbe presentarmi il
programma che non ho ancora impartito. All'ultimo anno ancora non ha
capito che non si può dare al primo semestre un programma che sarà
svolto solo al secondo.
Mi commuove raccontandomi che l'anno
scorso le sono morti di cancro entrambi i genitori cinquantenni. E
accetto allora di farla parlare di Fare il morto.
Se l'è tutto letto per bene,
sottolineato, ci ha riflettuto molto sopra.
Speranzoso, le chiedo: come pensa di
elaborare il lutto della morte dei suoi genitori ?
Risponde: ma ho già elaborato tutto,
sto riuscendo a rimuovere totalmente quel pensiero e sto vivendo la
mia vita serenamente. Cosa volete dire ad una così ?
Il secondo studente arriva alle 11.30,
trafelatissimo e di corsa dalla biblioteca.
Solo in quel momento ha scoperto il mio
avviso che metteva l'esame alle 9.00.
E' laureato in filosofia, con un
interessante tesi sulle Medical humanities; sembra vivace e
interessato, cerco di fare un esame un po' più profondo del solito.
Un po' meglio della media, ma -appena
il livello sale- non ce la fa.
Gli do 28 e gli spiego perchè non
posso andare oltre, anche se l'avrei desiderato.
Lui mi risponde: Non si preoccupi,
tanto questo esame non fa media, mi servono solo i crediti.
Aaargh...!
Resto in studio dopo il pranzo e, alle
16, arriva la terza studentessa, che ovviamente non aveva visto
l'avviso che anticipava l'esame alla mattina.
La ricevo comunque, ma quando le chiedo
di provare a connettere i testi fra loro a partire dal tema del
programma (Giocare tra Eros e Thanatos), la candida candidata candidamente ammette di aver
studiato i testi senza leggere il programma e senza contestualizzarli
nella cornice da me proposta.
Le dico che su queste basi per me non è
possibile che lei dia l'esame.
Lei insiste sul fatto che i testi li ha
letti e li ha capiti, e che quindi può darlo.
Ma non ha la minima idea di come quei
testi c'entrino col tema.
Le dico di rivederli alla luce della
'rivelazione' appena avvenuta e di tornare a febbraio.
Lei mi dice che a febbraio non può, al
che io le dico che io -data la situazione-non posso a gennaio.
Sta quasi piangendo quando esce dallo
studio, come se fosse stata lei a subire un torto o un affronto
ingiustificato.
Avete capito cosa intendo per 'basso
livello culturale' ?
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