L'Indonesia è una terra bellissima, i suoi abitanti sono sorridenti e gentilissimi, va tutto bene.
Ma...
Ad Yogyakarta una sera siamo andati in
un ristorante nel nostro vicolo, chiamato Suparman.
La moglie del gestore dormiva sul
divano, suo marito alla cassa.
Nessun altro cliente oltre a noi, clima
soffuso, menu apparentemente ricco.
Mi azzardo ad ordinare una pizza, cosa
che ogni tanto faccio per interrompere il flusso ininterrotto di nasi
goreng e sop buntut,
La pizza margherita sembrava quasi vera
e già me la stavo gustando con gli occhi quando, al momento di
assaggiarla, scopro che al posto della salsa era stato messo il
ketchup. Orrore!
Allora Vivi prova a mangiarla lei, ma
alla fine deve desistere.
Faccio notare al cameriere che sul menu
parlava di 'tomato' e che non avrei proseguito a mangiarla.
'E non la pagherò, sorry (rua))!',
dichiaro ostentatamente.
Mangiamo il resto e ce ne andiamo,
sbattendo la polvere sotto i piedi.
Il gestore e la moglie, dopo il
momentaneo stress per la protesta contro la lesa maestà della pizza
italiana, hanno ripreso a dormire.
Negli alberghi e nei ristoranti di qui,
anche in quelli messi meglio, c'è spesso qualcosa che cigola, che è
rotto, che è stato montato male, che non funziona bene.
Magari la stanza è bella, ma il bagno
è mal messo, è pieno di formiche, l'acqua non è calda.
Oppure l'inverso: il bagno è perfetto,
curatissimo, ma la stanza ha le sue pecche nascoste: la testiera del
letto vacilla, il rumore dei motori esterni dei condizionatori è
troppo forte, i comodini sono polverosi.
E poi, ogni notte alle 4, il muezzin
-vero o registrato- fa la voce del leone e ruggisce dai minareti,
spesso svegliandoci in pieno sonno.
Insomma, certi giorni come oggi,
soprattutto se fuori piove, ci si riposa di pomeriggio, perchè le
notti sono talvolta brevi e tormentate.
Stanotte ci sveglieremo alle 3.00,
volontariamente e quasi volentieri, per salire sul vulcano Bromo (2600 metri) insieme a tanti altri, per vedere l'alba dalla sua sommità.
Ci troviamo sui bordi di un alto
cratere e domani vi entreremo dentro per camminare sulla sabbia e sulla cenere delle precedenti eruzioni (l'ultima, a luglio dell'anno
scorso).
Ieri sera siamo arrivati a Probolinggo,
al mare, a 30 km da qui, col treno da Malang (l'unico in tutto il
giorno, ma comodo e abbastanza veloce, e che attraversa bellissimi villaggi nella foresta e tra i fiumi).
Avevamo prenotato una pensioncina un
po' fuori dal centro e, dopo una cena frugale, ci siamo affidati ad
un conduttore di becak (bici-riksciò) che insisteva a portarci,
nonostante le nostre perplessità.
Già tre giorni fa a Malang il
conducente alla stazione è partito sparato e sembrava convinto del
fatto suo, ma dopo molti giri inutili ci ha depositato in un hotelone
cinese che era ben distante da quello che avevamo prenotato. Siamo
dovuti tornare indietro e -dopo vari giri- finalmente siamo arrivati
a destinazione.
Ieri, stessa storia, ma con più
aggravanti drammatiche.
Il tipo ha letto l'indirizzo e ha
iniziato a percorrere, al buio e senza fari, dei viali lunghissimi,
senza mai fermarsi. Non ci ha messo la tendina, pioveva e ci siamo fatti scudo con l'ombrello. Dopo mezzora di inutili giri, abbiamo imposto lo
stop e ci siamo rivolti ad un supermarket ancora aperto. Date le
giuste istruzioni, abbiamo provato a ripartire, ma il tipo andava
contromano in uno stradone pericolosissimo e, per evitare le
macchine, pretendeva di pedalare sul bordo strada. A un certo punto
la bici si è bloccata, lui è sceso ed ha cercato di riportarla su
terreni meno impervi. In assenza di un contropeso sul sellino il
becak si è rovesciato in avanti e sono caduto verso terra con i
bagagli. Una scena tragicomica.
A quel punto siamo scesi e ci siamo
rifugiati in un hotel che miracolosamente è apparso alla nostra
destra. Il vetturino pretendeva di essere pagato intero, gli ho dato
poco più della metà, ma lui li ha rifiutati. Abbiamo pagato la
stanza e lui era ancora fuori. Il personale dell'albergo ha mediato,
lui ha accettato i soldi e se ne è andato. Un incubo.
In poche parole: non siamo riusciti ad
arrivare alla pensione, ma abbiamo scoperto che l'hotel nuovo si
trovava proprio vicino al terminal dei bus da cui saremmo dovuti
partire per Bromo oggi.
Nella sfortuna, qualcosa ci abbiamo
guadagnato...