lunedì 4 aprile 2016

terra di sogni e di chimere

Granada, ma che posto è ?
Se Siviglia e Cordoba sono belle, lei è davvero stupefacente.
Al di là dell'Alhambra, che è una magnificenza, è la città nel suo insieme ad apparire ancora armoniosa, accogliente, vera.
Aveva ragione Claudio Villa quando la cantava, ed era triste all'idea di lasciarla.
Abbiamo trovato poi delle bellissime giornate di sole, che ci hanno aiutato a goderla per strada, nelle salite verso il Sacromonte o tra i vicoli dell'Albaycin, inframmezzati dalle ombre della Capilla Real o del Monastero di san Geronimo, e dalle nevi splendenti della Sierra Nevada.
Anche qui tanta storia, di violenze e stragi reciproche, ma anche di incontri, sintonie, affinità, mediazioni.
Si respira un'aria di varie epoche, ancora presenti, nel crogiolo di etnie e religioni, da quelle vincenti a quelle recessive.
Il flamenco, ad esempio, tiene insieme tutto, gitani compresi.
La ballerina dell'altra notte, pur racchiusa e concentrata in spazi e tempi così brevi, lascerà a lungo il suo segno negli occhi e nelle orecchie della memoria.

Ora siamo a Ronda, una cittadina che racchiude anch'essa una lunga storia e che sta a cavallo di una splendida gola di fiume, attraversata emblematicamente da tre ponti, uno piccolo arabo, uno medio romano, uno più grande dei Reyes Catolicos.
Ieri, per la prima volta, è piovuto per tutto il giorno, e ci siamo dedicati a noi stessi, a riposare un pò, a mangiare cose buone, a leggere e a raccontarci le cose della vita.
Oggi, per la prima volta, entreremo in una Plaza de Toros (niente corrida, però, ovviamente...) e -se il tempo sarà clemente- passeggeremo per le verdissime campagne e sul tortuoso lungofiume.
Ci prepariamo all'ultimo salto, prima verso Gibilterra e poi verso Malaga (museo Picasso), ultima tappa andalusa.

Il viaggio si conferma come una dimensione molto adatta a noi.
Se potessimo, proseguiremmo ancora...



1 commento: