martedì 12 aprile 2016

le buone novelle

Venerdì scorso sono stato invitato da Stefano Caserini al Politecnico di Milano a presentare il suo ultimo libro, insieme ad un professore di Ecologia, Renato Casagrandi e ad un comico, Diego Parasole. Il libro si intitola 'Il clima è (già) cambiato. 10 buone notizie sul cambiamento climatico'.
Per un filosofo catastrofista si trattava di una vera provocazione.
E così ho risposto: con un contro-indice che commenta i suoi capitoli, tra il serio e il faceto, uno ad uno o quasi...

Ghiaccio, Tabacco e Venere.
Nei primi tre capitoli, Stefano ci rassicura del fatto che non si realizzerà per la Terra quel che è avvenuto per Venere: il pianeta sopravviverà anche se l'umanità dovesse estinguersi in seguito a catastrofi. E ci rincuora sul fatto che -visto il riscaldamento climatico- non ci sarà nessuna nuova esiziale glaciazione.
L'umanità si estinguerà, il pianeta prosegue la sua vita: qual'è la buona notizia ?
Certamente la prima, dico io.
L'umanità è una metastasi ormai, siamo insostenibili e insopportabili, non riformabili e non compatibili con la vita.
E l'altra buona nuova è che ci inceneriremo, dopo esserci lessati ed arrostiti ben bene.
Occuperemo pochissimo spazio, non ci saranno accumuli di corpi, sepolture, cimiteri.
Almeno alla fine della nostra breve permanenza nei cicli cosmici saremo piccoli e umilmente racchiusi in un piccolo anfratto dell'universo e della sua storia, così come -d'altronde- ci spetta.

Il quarto capitolo parla delle definitiva vittoria sui negazionisti, di coloro cioè che negavano il riscaldamento climatico e la sua origine soprattutto umana.
La buona notizia per me è che -con l'andare del tempo- si diventerà tutti catastrofisti, ma solo alla fine, quando sarà troppo tardi.
Un buona consolazione per me, ma sarà un attimo.
In un attimo, infatti, saremo perduti, tutti insieme.

Il quinto si intitola 'Possibilità' e ci sprona ad uscire dal Bau (Business as usual) e Dau (Disaster as usual). Propongo il Sau (Sardus as usual), piccolo attaccante del Cagliari, sempre molto sfuggente e capace di saltare l'avversario con astutissimi dribbling e segnare anche contro avversari ben più dotati e grandi di lui.
Sì, perchè l'unica possibilità oggi è fuggire, aggirare, saltare gli ostacoli a piè pari, scappare su un atollo, se c'è ancora.

Il sesto è un panegirico della crescente efficienza energetica.
Ma come mai sinora abbiamo consumato e sprecato per secoli energie e risorse ?
Proprio perchè siamo animati dalla frenesia efficientista e produttivista.
La buona notizia è che scopriremo finalmente la nostra defficienza ?
Quella defficienza, tipicamente tecno-milanese, che ci ha portato a fare tutto in fretta, senza pensare, per il gusto di fare e fare, con un agire senza pensiero, in preda alla sola, stolida, fallacia del concreto ?
E -dentro questo mito della defficienza, che sta portando anche la scuola e l'università a diventare aziende produttive del nulla (vedi Vqr)- ora si vuole raggiungere la salvezza attraverso una migliore efficienza energetica. Niente da dire, ma non sarebbe coerente col resto.
E le cornici contano, molto, sempre.

Il settimo critica la sostenibilità e le sue mistificazioni..
La buona notizia per me è che finalmente sapremo, vedremo, capiremo e ci rassegneremo al fallimento, all'insostenibile pesantezza dell'essere quali noi siamo.
La fine di un'illusione, quella della sostenibilità appunto.
L'accertamento definitivo, e la resa, alla nostra necessaria e inevitabile brevimiranza.
E la rinuncia alle inutili filosofie morali(stiche) della responsabilità e dello sguardo al futuro.
L'umanità ne è e ne sarà incapace, ci mancano le basi. Accettiamolo.

I due penultimi capitoli -pur tra mille distinguo e dubbi- ci invitano a confidare e a rallegrarci per i progressi fatti da Kyoto a Parigi nelle cosiddette 'conferenze sul clima'.
L'unica buona notizia che vedo è che verrà a mancare il clima per riunirsi, da ora in poi.
Non ci riuniremo più per il clima, ma sarà il clima a riunire noi: in un unico grande pentolone che bolle e che ci lesserà ben bene!
Dopo averci inutilmente lessato i coglioni per due decenni le conferenze sul clima lasceranno finalmente il posto ai segnali di fumo che verranno dal grande fornellone cosmico.
Basta blaterare. Ci sarà solo un grande silenzio, spero.
Sarebbe bello se, almeno nel morire, restassimo in silenzio.

L'ultimo capitolo si prodiga nel cercare e proporre alternative, buone pratiche e possibilità per noi piccoli di contribuire al miglioramento della situazione, al fine di praticare ed immaginare un nuovo futuro. Ci si può infatti -citando la Arendt- sempre attendere l'inatteso, l'improbabile.
Questo è vero, ma come ? Da dove ? Da quando ?
Mentre l'amico Caserini ci enumera le buone notizie, mi limito a ricordare che:
-la catastrofe climatica avanza e ne saremo sommersi entro i prossimi 50 anni;
-la militarizzazione e la guerra procedono rapidamente ad impossessarsi anche delle nostre città e delle nostre vite;
-le democrazie liberali sono definitivamente esautorate di qualunque potere decisionale;
-la fame, le migrazioni stanno andando a sbattere contro i muri del nostro razzismo, del nostro nazismo cortese, procedurale, tecnocratico e burocratico.
E cosa dire di questo agli umani, e soprattutto ai giovani ?
Dar loro buone notizie, rassicurarli, confortarli ? Mentire o dire mezze verità, ancora ?
Sarebbe collaborare, colludere col male.
Sarebbe ancora una volta tradirli, nella loro buona fede, nel loro desiderio ineliminabile di sperare e di credere ad un futuro possibile. Sarebbe fregarli, abbindolarli, lasciarli davvero impotenti davanti a quel che già accade e davvero sta per accadere.

Ed invece la pedagogia delle catastrofi mi induce a pensare che non possiamo fare a meno di:
-dire e dirci la verità, non nascondendoci più dietro le frasi-alibi della modernità (ad es.: la verità è complessa):
-disperare, e accompagnarci nella disperazione, per non sentirci soli nell'attraversarla, perchè lo dobbiamo e lo dovremo fare purtroppo. Ma la disperazione è distratta.
-ribellarci a questo stato di cose. Ma la ribellione -almeno al momento, almeno qui- è sedata.




2 commenti:

  1. Sei un mito! Mi sarebbe piaciuto esserci, ma mi accontento del tuo post. Un caldo saluto o lo preferisci glaciale?
    Maria Bonaria

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  2. bagnamoci quindi fino in fondo , sempre di più nuotiamo in questa catastrofe, ancora tiepida per ora, per fortuna...Diamoci dentro con la verità, con l'esserci , con l'oggi , con la vita . Finchè ci siamo appieno, tra salti leggeri, pause silenziose, ancora guizzi in cerca d'ossigeno , e ancora tuffi nel profondo per risalire ancora . Poi, nel tempo del dolore vero , sapremo reggerlo, senza lagnanze e berremo tranquilli la nostra cicuta... Enrica

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