martedì 16 febbraio 2016

tra due fuochi (fatui)

Il dibattito sulle unioni civili mette a confronto due integralismi.
Uno in discesa, quello cattolico-familista-sessuofobico.
Ed uno in ascesa, quello queer-genderista-libertariano.
Il primo ha un'idea monistica-assolutistica su tutto e tutti.
Il secondo ha un'idea pluralista-relativista su tutto e tutti.

Il primo è disfunzionale al capitalismo-consumismo in sede pubblica, ma non in quella clandestina (favorisce, infatti, il sorgere della prostituzione, dei vari mercati del sesso e del porno, proprio attraverso la repressione e i divieti).
Il secondo è funzionale al capitalismo-consumismo (ma di nascosto, ammantandosi invece di istanze emancipatrici e progressiste in pubblico).

La sessualità 'solida', monogamica e univocamente definita ha creato al suo opposto un movimento di rivolta antagonista che si fa chiamare 'sessualità fluida' o 'liquida', che fa dell'indefinizione e del continuo transitare il suo urlo di guerra.
Sinceramente, non mi ritrovo in nessuno dei due.
Credo che ognuno possa amare chi gli pare, uomo o donna, gay o trans che sia.
E che ogni forma d'amore abbia lo stesso valore.
Ma amo il contrasto ed il conflitto, e non amo il neutro.
Diffido, poi, delle mode.
Soprattutto di quelle che ci evitano di pensare, di soffrire e di cambiare davvero.

Sono contrario al fatto che le coppie omosessuali possano avere figli (tanto meno con uteri in affitto), a meno che non li adottino.
Sono favorevole all'adozione da parte del coniuge e a favorire le adozioni in genere (anche per le famiglie etero).

Ma sono contrario al matrimonio, in genere.
Non posso impedire a nessuno di sposarsi, e se qualcuno lo vuol fare, qualunque sia la sua scelta sessuale, dovrà essere libero di farlo.
Ma lo sconsiglio vivamente, a quasi tutti.
Pochissime coppie hanno davvero la vocazione al matrimonio e alla famiglia tradizionale.
Se i matrimoni non dessero i diritti che danno, molte meno persone si sposerebbero, credo.
Nel momento in cui il diritto positivo si insinua nelle relazioni umane, non sai più se le persone stanno davvero scegliendo quel che fanno, o se lo fanno solo o soprattutto per comodità o per ricatto.
E' triste, non trovate ?













1 commento:

  1. Certo che lo è. Chissà se con l'abolizione delle reversibilità e la legalizzazione dei legami di fatto, avremo il crollo nel consumo dei confetti. Un business inutile in meno.

    RispondiElimina