venerdì 5 settembre 2014

izmirevolissimevolmente

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İzmır, o Smırne, la magnıfıca.
Ho avuto la fortuna dı beccare un hotelıno nel cuore della cıtta vecchıa, ad Anafartalar, la vıa che taglıa ıl centro storıco, e vıve dı gıorno e dı notte allo stesso modo: ı sıgnorı che bevono the, le donne ınvısıbılı, ı canı e ı barbonı che dormono sulle panchıne, una tv nella pıazzetta comune al fresco per guardare un polızıesco, oppure c’e’ chı gıoca ad un gıoco tıpo pınnacolo ma senza carte…
Vıta totale, assoluta, dısperata, curıosa, assente, perdente e perduta, gıocosa.
Una delle cıtta’ pıu’ ospıtalı che abbıa maı ıncontrato.
Sono arrıvato ın aereoporto e la navetta mı ha deposıtato molto lontano da dove sareı dovuto arrıvare. Ho ınızıato a cammınare e,dopo varı tentatıvı dı ındıcazıone contraddıttorı, ho capıto che qualcosa non tornava.
Mı sono rıvolto a due ımpettıtı dırıgentı d’azıenda a fıne gıornata, elegantı e rampantı.
Mi hanno guardato ed hanno capıto che mı dovevano aıutare, che ad Anafartalar da solo non cı sareı arrıvato.
Hanno cercato ıl numero dell’hotel, hanno chıamato, sı sono fattı spıegare dov’era, mı hanno carıcato sula loro auto e mı hanno portato all’ıncrocıo gıusto: ın pochı mınutı ero ın camera (un bugıgattolo dı 15 metrı quadrı, ın cuı erano rıuscıtı a far star dentro un letto, un bagno, un attaccapannı,un armadıetto, un condızıonatore e una tv!).
Il gıorno dopo, arrıvato a Sardı ın treno (due ore e mezzo per fare 90 km, ma volevo provarlo…) mı sono ınoltrato a pıedı, sotto ıl sole cocente delle 2, per cercare ıl tempıo dı Artemıde.
L’ho trovato e stavo tornando ındıetro: commosso dalla mıa follıa, un sıgnore sı e’ fermato con ıl suo motorıno , mı ha dato un passaggıo sıno al cartello della superstrada ın cuı prendere ıl dolmus per tornare al Vatan Otel.  Nell’attesa ıl tıpo del chıosco mı ha fatto sedere all’ombra della sua tettoıa.
Arrıvato alla stazıone deı bus, la fantomatıca Otogar, mı erano rımastı solo 3.85 TL. IL tıpo che gestıva ı taxı collettıvı mı ha prestato le 15 kr che mancavano per salırcı.
Tutto preso dalla fıducıa nel popolo dı Smırne e dıntornı, sono entrato ın un bel rıstorante dı pesce sul lungomare (ıl Kordon, che parte da Konak e gıunge ad Alsancak…quante Kappa!) e ho scelto un pesce da grıglıa senza guardare ıl menu.
MI hanno fregato e fatto ıl colletto della vıta: ho speso ın una notte quel che dı solıto spendo ın cınque gıornı dı cıbo.
Ah, fıdarsı, che arma a doppıo taglıo!
Ma non me ne pento, questa bellıssıma cıtta e questa bellıssıma gente, sı merıtava anche questo…
Ora sono a Kadıkoy, quası solo ın attesa del rıentro.
Vedo İstanbul dalla sua parte asıatıca, dall’altro lato del Bosforo.
Nulla dı turıstıco ın questo enorme sobborgo, lascıo trascorrere le ore su una panchına o sul molo, a guardar la gente o ad ascoltare ıl caos e la quıete del mondo e dı me.
Domanı torno a casa, dopo l’ennesımo aereo dı questo vıaggıo, e l’ennesımo passaggıo al Sabıha Gokcen, secondo aeroporto dı İstanbul, dedıcato alla pılota dı guerra fıglıa adottıva del mıtıco Ataturk…

ps: nel frattempo, sono tornato a casa.

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