Desideriamo appassionatamente l'esistenza di un'altra vita, in cui essere uguali a quelli che siamo quaggiu'.
Ma non riflettiamo che, senza bisogno di aspettare un'altra vita, in questa stessa, dopo qualche anno, siamo infedeli a cio' che siamo stati, a cio' che volevamo restare per l'eternita'.
Anche a supporre che la morte non ci modifichi piu' dei cambiamenti che si producono nel corso della vita, se dovessimo, in quest'altra vita, incontrare la persona che siamo stati, volteremmo le spalle a noi stessi come a certuni cui siamo stati legati, ma che non vediamo piu' da molto tempo...
Si sogna molto il paradiso o, meglio, piu' paradisi successivi; ma sono tutti, molto prima che si muioa, paradisi perduti, e nei quali ci sentiremmo perduti.
Ora, se Madame Serbatov non guardava la sala, restava nell'ombra, era per cercare di dimenticare l'esistenza di un mondo vivo che desiderava appassionatamente e non poteva conoscere; la 'consorteria' in una 'barcaccia' era, per lei, cio' che per certi animali e' l'immobilita' quasi cadaverica di fronte al pericolo.
Eppure, la passione di novita' e di curiosita' che agita i mondani faceva si' che questi prestassero forse piu' attenzione alla misteriosa sconosciuta che alle celebrita' dei palchi in prima fila, nei quali tutti si recavano in visita...
La principessa era costretta, se le si parlava di qualcuno o le si presentava qualcuno, a simulare una grande freddezza. per mantenere la finzione del suo orrore del mondo.
'Vorrei tanto ritrovarla! esclamai.
'Non preoccupatevi, ci si ritrova sempre', replico' Albertine.
Nella fattispecie, si sbagliava...
Ma non l'ho dimenticata. Spesso, pensando a lei, mi succede di essere invaso da una voglia folle.
Ma questi ritorni del desiderio ci costringono a riflettere che, volendo ritrovare quellla determinata fanciulla con lo stesso piacere, bisognerebbe anche ritornare a quell'anno, cui ne sono seguiti altri dieci durante i quali la fanciulla e' sfiorita.
Si puo', a volte, ritrovare una persona, ma non abolire il tempo.
E tutto questo sino al giorno imprevisto, e malinconico come una notte d'inverno, in cui non si cerca piu' ne' quella fanciulla, ne' nessun'altra, in cui trovare ci farebbe persino paura.
Perche' si sente di non avere piu' abbastanza attrattive per piacere, ne' forza per amare.
Non che si sia, beninteso,nel senso proprio del termine, impotenti.
E amare, si amerebbe piu' che mai.
Ma si sente che e' un'impresa troppo grande per quel poco di forze che rimane.
Il riposo eterno ha gia' insinuato degli intervalli durante i quali non si puo' ne' uscire, ne' parlare.
Posare un piede sul gradino giusto e' una vittoria, come non sbagliare il salto mortale.
Essere visti in un simile stato da una fanciulla che amiamo, anche se abbiamo ancora il viso e tutti i capelli biondi di una volta!
Non ci si puo' piu' sobbarcare alla fatica di tenere il passo della giovinezza.
Tanto peggio se il desiderio carnale, invece di attutirsi, raddoppia!
Per questo, si fa venire una donna cui non ci si curera' di piacere, con la quale si dividera' il letto per una sera soltanto, e che non si rivedra' mai piu'...
(M. Proust, Sodoma e Gomorra II)
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