Paradossi della politica (politica?) italiana.
Se Renzi avesse vinto le primarie, Berlu non si sarebbe candidato (non ci sarebbe stato bisogno, la destra avrebbe già vinto). Ha perso, quindi Berlu si candida.
Se Monti si candidasse per uno schieramento di centro (-destra) avrebbe molte meno probabilità di diventare presidente del consiglio o della repubblica rispetto a quelle che avrebbe se NON si candidasse (infatti non è votato da noi cittadini, ma da organizzazioni e poteri ben più potenti (le banche, la BCE, il PPE (cioè le banche e la BCE in versione 'politica'). Non si candiderà, quindi ha vinto.
Se Berlu si candidasse e vincesse le elezioni (lo dico per assurdo, che non vuole dire che sia impossibile, visto come funzionano moltissimi concittadini...) avrebbe molto meno potere e potrebbe governare con molta più fatica, che non se NON vincesse, ma appoggiasse il Monti bis o chi per esso...
Si candiderà, quindi ha perso.
Se Casini, Fini e Montezemolo non si presentassero alle elezioni e riuscissero a nascondersi (come ora) dietro Monti, avrebbero molto più potere che se si candidassero apertamente.
Si candideranno, ma vinceranno il governo dopo aver perso le elezioni.
Se Grillo non avesse deciso di presentare liste alle elezioni (e ci fosse andato contro) avrebbe avuto molto più potere ( e molti meno casini interni) che presentandole.
Le sta presentando, e quindi perderà il suo movimento anche se vincerà le elezioni.
Ergo, queste elezioni sono finte, e non servono alla politica.
Sono solo un fatto sportivo, più vicino al tifo che alla democrazia.
E sono molto più truccate di qualunque partita di calcio o corsa ciclistica truccata.
Quindi ?
Traete le conclusioni, fate voi.
Le mie, le conoscete.
NB: ho letto per caso (caso ?) un bellissimo romanzo: 'Fare la frittata' di Jim Powell.
Ve lo consiglio proprio, parla di politica e di amore, ma ora non ho tempo ed energia per parlarne meglio.
Nessun commento:
Posta un commento