Questa reazione altro non è che la conchiusa attuazione dell'idea anti-popolare dello Stato, strutturato all'unico scopo di organizzare il più vasto sfruttamento del lavoro a profitto del capitale concentrato in un ristrettissimo numero di mani: è quindi il regno trionfante dell'ebraismo e della bancocrazia sotto l'onnipotente protezione del potere fiscale, burocratico e poliziesco che si appoggia innanzitutto sulla forza militare e di conseguenza è intrinsecamente dispotico, quantunque cerchi di celarsi dietro la burletta parlamentare dello pseudo-costituzionalismo.
L'attuale produzione capitalista e la speculazione delle banche esigono, per il loro futuro e più completo sviluppo, una immensa centralizzazione statale...I metodi della produzione capitalistica e della speculazione bancaria...si conciliano a meraviglia con la cosiddetta democrazia rappresentativa; questa nuova forma di Stato, fondata sulla pretesa sovranità di una pretesa volontà del popolo che si suppone espressa da sedicenti rappresentanti del popolo in assemblee definite popolari, riunisce in sé le due principali condizioni necessarie al loro progresso: la centralizzazione dello Stato e la reale sottomissione del popolo sovrano alla minoranza intellettuale di chi lo governa, che pretende di rappresentarlo e che infallibilmente lo sfrutta…
Al fine di sottomettere il popolo sarà allora necessario ricorrere alla coercizione permanente, alla violenza e quindi il controllo poliziesco e la forza militare diventano indispensabili. Lo Stato moderno è necessariamente, per la sua essenza e per i suoi obiettivi, uno Stato militare, e uno Stato militare deve trasformarsi non meno necessariamente in Stato conquistatore: perché se non conquista sarà conquistato per la semplice ragione che ove regna la forza questa deve senz'altro rivelarsi e agire. Per cui una volta di più lo Stato moderno deve assolutamente divenire uno Stato enorme e potente: è questa una condizione necessaria per la sua conservazione…
Nel difficile periodo che stiamo attraversando uno Stato forte, degno di questo nome, non può avere che un unico solido fondamento: la centralizzazione militare e burocratica. La differenza essenziale tra la monarchia e la repubblica più democratica consiste nel fatto che nella prima il mondo burocratico opprime e taglieggia il popolo per il maggior profitto dei privilegiati, delle classi proprietarie, e delle sue proprie tasche in nome del sovrano; nella repubblica opprimerà e spoglierà il popolo nella stessa maniera, a profitto delle medesime tasche e delle medesime classi, però in nome della volontà del popolo. Nella repubblica la cosiddetta nazione, la nazione legale, che si suppone rappresentata dallo Stato, soffoca e soffocherà sempre il popolo vivente e reale. Ma il popolo non si sentirà affatto più sollevato quando il bastone che lo percuote prenderà il nome di bastone del popolo…
La via dello statalismo, del dispotismo militare e politico mascherato e abbellito dalle forme più larghe e insieme più innocue della rappresentanza popolare, dimostra che...le forme cosiddette costituzionali o rappresentative non costituiscono in alcun modo un ostacolo per il dispotismo statalista, militare, politico e finanziario; ma che al contrario lo legalizzano e, dandogli il falso aspetto di governo popolare, possono addirittura accrescere la sua solidità e la sua forza interna...Per questo la borghesia ora esige uno Stato forte o, per dirla più semplicemente, una dittatura militare, ma, per salvaguardare la propria vanità democratica e per meglio ingannare la massa del popolo, vuole che questa dittatura sia rivestita delle forme della rappresentanza nazionale, forme che gli permettono di sfruttare la massa del popolo in nome del popolo stesso.
O il mondo borghese ed istruito riuscirà a reprimere e a soggiogare lo spontaneo spirito di rivolta del popolo, in modo da costringere, con la forza delle baionette, del knut e del bastone benedetti, nessun dubbio in proposito, da un dio qualunque e spiegati razionalmente dalla scienza, le masse lavoratrici a faticare come prima, e questo vorrebbe dire allora la completa restaurazione dello Stato nella sua forma più sincera possibile, e cioè sotto la forma della dittatura militare o di un regime imperiale; oppure le masse lavoratrici rovesceranno definitivamente il giogo odioso e secolare e distruggeranno alla radice lo sfruttamento borghese e quindi la base stessa della civiltà borghese, e ciò significherà il trionfo della Rivoluzione Sociale, l'abolizione di tutto quanto si rapporti allo Stato.
(Michail Bakunin, Stato e Anarchia, 1873)
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