sabato 21 marzo 2020

TRA (capo e) COLLO

NON MI VIENE

Non mi viene di esaltarmi patriotticamente in questa 'battaglia contro il coronavirus'.
La cultura della guerra e dell'esaltazione eroica non hanno mai fatto per me.
Mi repelle che si inizino a chiamare 'caduti' quelli che muoiono agonizzando sotto i tubi.
Non mi piace che si militarizzino ulteriormente le nostre vite.
Non mi piace che i militari assurgano a paladini della bontà e della virtù sociale.
Anche perchè nel giro di poco tempo assumeranno la loro faccia, quella vera.
E soprattutto perchè sarebbe bene ricordare che la Sanità è al tracollo perchè le spese militari tolgono ai bilanci pubblici e sociali risorse enorme ogni anno.
E la soluzione a questo non è quella dei soliti salmoni, le donazioni.

Non mi viene di esibirmi al balcone, di esibirmi sui social, di cantare e inneggiare, di far casino, di applaudire.
Mi viene da far silenzio e da apprezzarlo.
Mi va di passeggiare la notte, da solo, in quartiere, mentre tutto tace e non c'è anima viva in giro.
Non mi va di essere ottimista: non andrà tutto bene, soprattutto quando 'si tornerà alla normalità'.
Oltre ai morti, ci saranno danni evidenti.
E tornerà il disastro della ripresa: i cinesi si stanno già riprendendo e ripartiranno a breve.
E' questo, non il virus, a renderci e renderli pericolosi (per la salute nostra e del pianeta).
Da tempo propongo il fermo biologico dell'umanità: questi mesi saranno sempre pochi per riprenderci da noi stessi.

Non mi viene di lasciarmi trascinare dal panico tecno-infodemico, da disperare sulle umani sorti e progressive. Non mi lascio prendere dal vuoto o dal pessimismo del momento o sul futuro.
Non vado a comprare armi come molti statunitensi per essere preparato alla prossima guerra civile.
Giocare nella catastrofe e fare il morto è roba seria, ci vuole coerenza ed allenamento puntuale, quotidiano, non si improvvisa.
Non vanno confusi con momentanei ripensamenti o cambiamenti coatti delle abitudini di giornata.
Rappresentano un cambiamento di premesse sulla morte: il terrore di questi giorni nasce soprattutto dalla sua costante rimozione e negazione, come se potessimo vivere ogni giorno senza di lei.
Così viviamo di solito, ed ora lo paghiamo.

Non mi viene di appassionarmi alle lezioni a distanza, all'e-learning interattivo, alle piattaforme che connettono facce e voci.
Preferisco incontrare i miei studenti, faccia a faccia, e giocare e riflettere direttamente con loro.
Solo per questo la scuola e l'università hanno ancora un minimo di senso.
Il resto è solo tecnica ed automazione, un passatempo per far finta di far qualcosa, un gioco senza vita.
Ma il virus digitale, quello sì, invaderà da ora in poi ancor più le nostre povere vite impoverite.


NON MI TORNA

'Andiamo al macello, ma non possiamo dire no'.
Così dicono i medici in ospedale, chiamati a sforzi e sacrifici immani e inumani.
Ma è possibile che la retorica dei medici eroi (anche loro!) non possa andar di pari passo con meno passività ed acquiescenza, con meno ricattabilità, con un senso della propria dignità personale e professionale che esiga e pretenda risorse, sostegni, protezioni ?
Che renda i medici capaci di dire no ad uno Stato che impone l'autosacrificio come prova di lealtà?
Non si può aderire a richieste di cooperazione senza condivisione, per mera imposizione.
Eppure questo è quello che stiamo facendo, tutti, non solo i medici.
Stanno trasformando un'emergenza ospedaliera in emergenza sanitaria ed in emergenza sociale (per 10.000 morti in tutto il mondo , ma ci rendiamo conto ?).
Non è un complotto, ma chi non non approfitterebbe di un'occasione simile per tenere e rafforzare il proprio potere di controllo e di decisione?
No, troppe cose non tornano, mi dispiace.

Non mi torna che si denunci e punisca un tranquillo signore che passeggia trasgressivamente sul pontile, come se fosse un untore e lo si faccia senza prove che davvero possa contaminare o contagiare qualcuno se se ne sta per conto suo, a venti metri da tutto e da tutti.
E non si puniscano gli inquinatori, quelli che producono automobili e petrolio, pesticidi e plastica.
Chi ci costringe a vivere di lavoro, sotto stress, di corsa (il flagello che sale soprattutto in aree superindustriali, superinquinate e superglobalizzate, come ve lo spiegate altrimenti ?).
I primi tolgono mercato, crescita e denaro, i secondi ce li danno.
Questa è la differenza sostanziale, non la gravità della pestilenza.
Ecco perchè mettono in isolamento noi, e non loro.
Si chiama doppia morale, altro che giustizia o legge uguale per tutti.

E non mi torna che, davanti al tracollo presente e imminente, si trovino tra capo e collo, migliaia di miliardi prima introvabili.
Ci hanno costretto alla precarietà ed all'autosfruttamento, all'austerità e al terrore dello spread, ed ora fabbricano e si inventano denaro a profusione, come se piovesse.
Ora  'si deve immettere liquidità', come se non bastassero le alluvioni.
Prima non andava il reddito di cittadinanza, ora auspicano il reddito di sopravvivenza.
Ci danno soldi solo se ci ammaliamo, se siamo sani ci vogliono poveri, insomma ?
La finanza, le istituzioni, i governi mentivano prima, e mentono ora quando dicono che 'lo fanno per noi'. No. Lo fanno per loro, per stare al potere, per non crollare e per continuare a fare profitti.
E noi ci becchiamo le briciole, litigando tra poveri, come i capponi di Don Abbondio.

Lo dichiaro: sono disponibile a rischiare di prendere la polmonite e ad incontrare persone disposte a rischiare di prenderla incontrandomi.
Considero questo rischio meno pericoloso che accettare di sottostare a ordini di autosequestro continuo e permanente come quello che stiamo vivendo e a cui stiamo andando incontro, sempre più duro e assurdo (perchè così sarà), per settimane o mesi.
Ma, anche se lo volessimo, rappresenteremmo una minaccia per la salute e la sicurezza di tutti, se le facessimo. E verremmo sanzionati ed esposti al pubblico ludibrio.
I regimi politici 'democratici' preferiscono invidiare i cinesi e i coreani perchè hanno potuto controllare i cittadini con le celle telefoniche o i ricoveri forzati, perchè hanno potuto agire autoritativamente.
Ma non era solo Salvini a volere i pieni poteri, solo due mesi fa ?
L'immunitas l'ha avuta ormai già vinta sulla communitas, ora più che mai.
Ma se io preferissi la libertà alla salute e alla sicurezza ?
Se preferissi la socialità alla distanza ?
Non posso farlo, anzi non posso neppure dirlo senza apparire folle ed antisociale.
No, non mi torna.

















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