martedì 17 marzo 2020

in caduta (non) libera

lunedì 31 dicembre 2018

Ancora un anno, altro passo verso il baratro

Mi rimetto a scrivere per una volta, dopo tanti mesi di silenzio.
'Silenzio, parla Agnes !', diceva la pubblicità di un tempo.
Ho lasciato, e lascerò, parlare la realtà, almeno per un pò almeno.
Mi pare necessario e sufficiente.

Così scrivevo ormai più di un anno fa, in uno dei miei ultimi post, prima di fare il morto sul serio ( e per gioco).
In mezzo all'emergenza coronavirus riemergo dal silenzio, solo per una volta, mentre la realtà parla.

Eccoci, un passo dopo l'altro, a vedere finalmente la catastrofe anche nelle nostre vite occidentali accidentali. Non possiamo più rimuoverla, anche se continuiamo a cercare di far finta di niente, a tentare di declamare gli slogan della vuota arroganza ed insipienza assoluta (tipo: Milano non si ferma, non abbiamo paura, andrà tutto bene ed altre cazzate simili).
Ed a cantare 'il cielo è sempre più blu' dai balconi, ad accendere cellulari come lumini cimiteriali nella notte delle nostre coscienze intontite dalla paura, ad intonare inni patriottici ridicoli ed osceni ancor più di sempre.
Accadono cose che potrebbero rappresentare una grande finestra di opportunità per provare a cambiare rotta e vite: una vita che rallenta, attività e profitti che decrescono, persone che hanno tempo per pensare, leggere, incontrarsi e guardarsi in casa, fare pulizia dentro e fuori di noi, lasciare le auto in garage, oziare e giocare, disinquinare aria e menti dallo smog e dal rumore frenetico del nulla di sempre.
Ma non illudiamoci: non ne approfitteremo e non basterà a confortarci in futuro.
La nostra quarantena è appena iniziata, e durerà -come nelle migliori tradizioni- quarant'anni buoni nel deserto desolato delle nostre anime e dei nostri corpi abbandonati ai deliri del dominio.

Non sono preoccupato per il virus, ovviamente.
Non sarà quello ad ucciderci, anche se finalmente tocca anche a noi soffrire ed essere colpiti almeno un pò.
Durerà ancora a lungo, morirà forse qualche centinaia di migliaia di esseri umani nel mondo, ma (salvi il dispiacere ed il lutto per le vite di chiunque), non è e non sarà quella la catastrofe che ci divorerà. La guerra in Siria, faccio solo un esempio, sta facendo ormai mezzo milione di morti da anni e non facciamo una piega.
Quindi, scusate il cinismo, non moriremo di questo.

Perchè, ludeticamente parlando, siamo già morti da tempo, certo.
Ma soprattutto perchè vanno a rafforzarsi irreversibilmente tutti quei processi già in corso da tempo e che ora trovano il loro alibi perfetto.
La concatenazione tra uno stato di emergenza politica senza fine che si trasforma in uno stato di guerra permanente che va a potenziare le sbarre della gabbia digitalizzata ed infodemica totale, entusiasticamente votata ad un orribile distanziamento tra persone e popoli, giustificato dalla cultura immunizzata e profilattica della cura sanitaria, che determina il completamento dell'omologazione globalizzata dei comportamenti da parte di tutti, malati e non, in tutto il mondo.
Un'oppressione totalitaria, su scala planetaria, come mai si era vista nella storia.
Il virus passerà, ma tutto questo no, siamo solo alle prove generali.
Ci adatteremo anche a questo, se proprio non lo chiederemo ancora, se non lo desidereremo, pur di sopravvivere e stare insieme ad altri a cui accodarci nella lunga fila verso le camere a gas virtuali di questo astutamente collusivo, perfidamente subdolo, stupidamente ignaro, neo-nazismo dell'oggi e del domani.


PS: Piccoli consigli per la lettura:
la gualtieri...

e qualche intervento recente di un ragazzo che trovo sempre davvero in gamben...

https://www.quodlibet.it/giorgio-agamben-l-invenzione-di-un-epidemia
https://www.quodlibet.it/giorgio-agamben-contagio
https://www.quodlibet.it/giorgio-agamben-perch-on-ho-firmato-l-appello-sullo-ius-soli






















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