Sul tavolino della sala d'attesa del
medico (la tosse migliora, ma non passa, e restano una forte astenia
e una pressione bassa (70-100), si avvicinano le analisi …) vedo
una copia di Oggi (per il resto ci sono solo DiPiù e altro gossip di
livello).
AVEVA RAGIONE ORIANA, in copertina.
Si riferisce ovviamente alle posizioni
antiislamiche della grande giornalista di guerra, e alla polemica
avuta con Terzani ormai una decina di anni fa.
E le si dà ragione, visto quel che è
accaduto dopo e sta avvenendo ora.
Quel che sta facendo l'Isis è
orribile, ci rigetta nella barbarie più totale.
Terrorismo, luoghi devastati, cultura a
strami, persone uccise a caso, propaganda medievale, orrore.
Rimpiango di non aver potuto vedere lo
Yemen, quando mi rubarono il passaporto con il visto già accordato
per andarci. Credo che non potrò vederlo mai più.
Rimpiango il tempo in cui, al Bardo,
feci la schedina al cassiere del museo, che mi chiedeva i pronostici
sul campionato italiano.
Rimpiango le dune rosa di sabbia della
Libia, il deserto più bello che abbia mai visto.
Mi rattrista l'idea che viaggiare
diventi sempre più rischioso e preoccupante.
E che ogni anno perdiamo all'orizzonte
alcuni paesi, invisitabili ormai.
La Costa Sfascinosa si aggira vuota per
il Mediterraneo, ha perso il suo fascino.
Restano colpiti a morte alcuni
impiegati comunali in gita, persone normali, gente comune.
La guerra, si sa, ammazza sempre i
poveracci, di entrambe le parti.
E su un punto Oriana aveva ragione: che
siamo in guerra, che la terza guerra mondiale è iniziata allora e
proseguirà ancora a lungo, in varie forme e sotto mentite spoglie.
Ma dire che loro hanno torto, non
significa dire che noi abbiamo ragione.
Tanto meno che loro hanno torto, quindi
noi abbiamo ragione.
E tanto meno ancora che loro hanno
torto perchè noi abbiamo ragione.
E su questo Oriana sbagliava, come
tutti gli Oriani di oggi.
Sino a quando non riconosceremo di aver
(avuto) torto, non ci sarà la possibilità di invertire la rotta.
E siccome non lo faremo mai, e
continueremo a vivere come se niente fosse e niente ci riguardasse,
si andrà, si va rapidamente verso il disastro.
Giorno dopo giorno, anno dopo anno, la
situazione precipita e non lascia scampo.
Alcuni turisti del Bardo, dopo la prima
sventagliata di mitra, si sono finti morti, spalmandosi addosso il
sangue dei cadaveri che avevano sopra di loro.
Fare il morto, unica chance di
salvezza.
Se ci può interessare ancora restare
vivi in mezzo a tutta questa morte.
Ma quando hai un'unica vita da vivere
vorresti vivere.
Ed è per questo che abbiamo paura, e
stiamo qui come ostaggi, sotto ricatto.
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