Notte di Natale a Tangeri, ma il tempo di Paul Bowles o Matisse e' finito da tempo.
Emoziona comunque sapere che li' davanti a me le onde attraversano le mitiche Colonne, la fine del mondo per gli antichi.
Ed e' strano vedere le cose da qui, con l'Europa ad est e non a ovest di chi la guarda.
Qui, ovviamente, non si festeggia, se non nei grandi alberghi per stranieri (e non e' il mio caso: sto in un piccolo ostello nella medina, a 10 euro a notte, in cameroni da otto).
Natale non c'e', e' scomparso, e mi va bene cosi'.
Non mi mancano i cenoni, gli spumanti, i gruppi, l'albero e il presepio...
Ed e' bello fare Natale al caldo, col sole ed un fresco vento dal mare.
Sono andato al cinema stasera, alla Cinemateque Rif nel Grand Cosso, a vedere 'Il maggiordomo', un film americano bello, ma molto filo-Obama.
Domani un ultimo giro qui, e poi 5 ore di treno verso l'immensa Casa(blanca).
Sono stato a Fes e a Meknes, luoghi piu' tranquilli e meno levantini di Tangeri.
Il mare, i porti, i venti cambiano la testa e la vita delle persone, si sa...
Come al solito sto camminando tanto, con calma.
Ho scelto un itinerario e una modalita' di viaggio molto easy.
Non affrontero' per questa volta i monti dell'Atlante o il deserto del sud.
Avrei bisogno per questo di compagni di viaggio, e magari di un'auto.
Con i bus e' troppo lungo e faticoso, e in questa fase non me ne sento le forze.
Staro' nelle citta', in una sorta di tour da intellettuale-artista europeo del '900.
Mi aggiro, confuso tra i locali, che spesso non sanno come prendermi, e non mi sanno riconoscere o identificare come straniero o come uno di loro.
Mi sono gia' comprato tre nuove papaline.
Sono anche andato dal barbiere oggi, mi sono fatto accorciare di molto i capelli, rasare la barba, ma non i baffi.
Mi sento Clark Gable.
Ma senza donne.
Spero da domani di incontrare Ingrid Bergman in un caffe' di Casablanca.
Ma forse lei preferisce sempre Humphrey Bogart...
Beh, mi sa che vado a letto, sono gia' le 11...
E buon Natale.
SATURNALIA Feste popolari in Roma antica, in onore di Saturno, nelle quali si scambiavano auguri e doni e, soprattutto, era concesso agli schiavi di prendere temporaneamente il posto dei padroni
martedì 24 dicembre 2013
martedì 17 dicembre 2013
la faglia che taglia
Giornate tranquille qui a Migliana, piccola frazione di Cantagallo, nei pressi di Prato.
Passeggiate con Asia, una cagna che assomiglia tanto a Fate, letture al sole -che qui è una rarità in questa stagione di nebbie e piogge-, pensieri sparsi in attesa della partenza per Fes-Marocco (domani).
Anche in questo paesetto della val Bisenzio sono arrivate le ondate dal cielo e da terra: i fiumi piccoli sono stati intombati e, fuoriuscendo, hanno trascinato molte cose con sè.
La collina sta franando e, su una linea di faglia che si è aperta, una casa si è crepata ed ora andrà demolita.
Gli anziani abitanti non parlano d'altro, guardandola tristi.
Il convegno a Bologna aveva un bel titolo e per questo ero andato: La saggezza dell'insicurezza. Danza, Esistenza, Resistenza.
Le donne che hanno organizzato erano intelligenti, tenaci e molto accoglienti.
Abbiamo mangiato bene e c'era un buon clima.
Ma gran parte delle cose che ho sentito erano di basso livello: io ero inserito dopo un marxista immaginario ed una psicologa new age, e ce n'era già d'avanzo.
Poi c'era un' artista ossessiva, simil-Serena Gatti, ed anche varie persone che la conoscevano.
Piccole famiglie la cui salute consiste nel curarsi con una malattia, il teatro.
Dopo un giorno ero già in overdose.
Giorni senza tv, quasi senza sport, con qualche passaggio internet.
La politica sta intorno, ma lontana.
I tempi rallentano ulteriormente, si svuotano.
Mi sveglio molto presto, come se fossi ad un nuovo cambio di stagione.
Mi viene sonno, ora.
Non molto da dire in più.
Le uniche parole che sento sono quelle della famiglia ospitante (in crisi nera, come quasi tutte quelle che conosco).
Non sto male qui, ma meglio partire.
Passeggiate con Asia, una cagna che assomiglia tanto a Fate, letture al sole -che qui è una rarità in questa stagione di nebbie e piogge-, pensieri sparsi in attesa della partenza per Fes-Marocco (domani).
Anche in questo paesetto della val Bisenzio sono arrivate le ondate dal cielo e da terra: i fiumi piccoli sono stati intombati e, fuoriuscendo, hanno trascinato molte cose con sè.
La collina sta franando e, su una linea di faglia che si è aperta, una casa si è crepata ed ora andrà demolita.
Gli anziani abitanti non parlano d'altro, guardandola tristi.
Il convegno a Bologna aveva un bel titolo e per questo ero andato: La saggezza dell'insicurezza. Danza, Esistenza, Resistenza.
Le donne che hanno organizzato erano intelligenti, tenaci e molto accoglienti.
Abbiamo mangiato bene e c'era un buon clima.
Ma gran parte delle cose che ho sentito erano di basso livello: io ero inserito dopo un marxista immaginario ed una psicologa new age, e ce n'era già d'avanzo.
Poi c'era un' artista ossessiva, simil-Serena Gatti, ed anche varie persone che la conoscevano.
Piccole famiglie la cui salute consiste nel curarsi con una malattia, il teatro.
Dopo un giorno ero già in overdose.
Giorni senza tv, quasi senza sport, con qualche passaggio internet.
La politica sta intorno, ma lontana.
I tempi rallentano ulteriormente, si svuotano.
Mi sveglio molto presto, come se fossi ad un nuovo cambio di stagione.
Mi viene sonno, ora.
Non molto da dire in più.
Le uniche parole che sento sono quelle della famiglia ospitante (in crisi nera, come quasi tutte quelle che conosco).
Non sto male qui, ma meglio partire.
venerdì 13 dicembre 2013
al vecchio (che è avanzato)
Secondo alcuni sondaggi gli americani ritengono che gli anziani siano persone annoiate, intolleranti delle opinioni altrui, dipendenti, isolate, sole, di vedute strette, trasandate, fuori moda, passive, povere, sedentarie, sessualmente inattive, inferme, scarsamente vigili, improduttive, affette da paura morbosa della morte, ossessionate dalla criminalità; si pensa inoltre che vivano il periodo peggiore della loro vita e che passino gran parte del loro tempo a dormire, sedute a far niente o nostalgicamente immerse nel ricordo del passato...
Per citare il deprimente elenco di Donald Cowgill: 'L'età avanzata va di apri passo con l'inutilità, la decrepitezza, la malattia, la senilità, la povertà, la mancanza di stimoli sessuali, la sterilità e la morte'...
Alla luce di questi fatti ci sembra davvero così sorprendente che già dai trent'anni gli americani e gli europei spendano cospicue somme di denaro in tinture per capelli, operazioni di chirurgia plastica ed altri trattamenti finalizzati a conservare un aspetto giovanile ?
Alla luce di un concetto che ci è dunque sostanzialmente familiare, come il potere che nel nostro ordinamento sociale gli anziani esercitano detenendo i diritti di proprietà, proviamo ora a riconsiderare la nostra reazione di stupore all'idea che nelle società tradizionali gli anziani riescano a far rispettare i tabù alimentari e ad accaparrarsi le donne più giovani. Io stesso nell'apprendere dell'esistenza di simili consuetudini mi sono domandato: 'Ma perchè a nessun giovane di questa tribù viene in mente di accaparrarsi quei cibi tanto pregiati, o di sposare una donna giovane e bella quando gli va di farlo, invece di aspettare fino ai quarant'anni ?'.
La risposta è che non lo fa per la stessa ragione per cui nella nostra società è raro che i giovani si impossessino delle proprietà dei genitori contro la volontà di questi ultimi. Se lo facessero si troverebbero a fronteggiare non soltanto l'ostilità di due deboli vecchi, ma dell'intera società che fa valere quelle regole.
E perchè non capita mai che i giovani di una qualche tribù scatenino una rivolta collettiva e proclamino: 'Le regole sono cambiate, perciò d'ora in avanti i giovani possono mangiare midollo' ?
La risposta è: non lo fanno per la stessa ragione per cui i giovani americani non si coalizzano per cambiare le norme sull'eredità.
Cambiare le regole di base è insomma un processo lungo e difficile in qualunque società, e se gli anziani sono in grado di imporsi pesantemente e di contrastare il cambiamento, non è possibile lasciarsi di punto in bianco alle spalle un'intera educazione fondata sulla deferenza e il rispetto.
(Jared Diamond, Il mondo fino a ieri. Che cosa possiamo imparare dalle società tradizionali ?, Einaudi, 2013)
Per citare il deprimente elenco di Donald Cowgill: 'L'età avanzata va di apri passo con l'inutilità, la decrepitezza, la malattia, la senilità, la povertà, la mancanza di stimoli sessuali, la sterilità e la morte'...
Alla luce di questi fatti ci sembra davvero così sorprendente che già dai trent'anni gli americani e gli europei spendano cospicue somme di denaro in tinture per capelli, operazioni di chirurgia plastica ed altri trattamenti finalizzati a conservare un aspetto giovanile ?
Alla luce di un concetto che ci è dunque sostanzialmente familiare, come il potere che nel nostro ordinamento sociale gli anziani esercitano detenendo i diritti di proprietà, proviamo ora a riconsiderare la nostra reazione di stupore all'idea che nelle società tradizionali gli anziani riescano a far rispettare i tabù alimentari e ad accaparrarsi le donne più giovani. Io stesso nell'apprendere dell'esistenza di simili consuetudini mi sono domandato: 'Ma perchè a nessun giovane di questa tribù viene in mente di accaparrarsi quei cibi tanto pregiati, o di sposare una donna giovane e bella quando gli va di farlo, invece di aspettare fino ai quarant'anni ?'.
La risposta è che non lo fa per la stessa ragione per cui nella nostra società è raro che i giovani si impossessino delle proprietà dei genitori contro la volontà di questi ultimi. Se lo facessero si troverebbero a fronteggiare non soltanto l'ostilità di due deboli vecchi, ma dell'intera società che fa valere quelle regole.
E perchè non capita mai che i giovani di una qualche tribù scatenino una rivolta collettiva e proclamino: 'Le regole sono cambiate, perciò d'ora in avanti i giovani possono mangiare midollo' ?
La risposta è: non lo fanno per la stessa ragione per cui i giovani americani non si coalizzano per cambiare le norme sull'eredità.
Cambiare le regole di base è insomma un processo lungo e difficile in qualunque società, e se gli anziani sono in grado di imporsi pesantemente e di contrastare il cambiamento, non è possibile lasciarsi di punto in bianco alle spalle un'intera educazione fondata sulla deferenza e il rispetto.
(Jared Diamond, Il mondo fino a ieri. Che cosa possiamo imparare dalle società tradizionali ?, Einaudi, 2013)
giovedì 12 dicembre 2013
derive ribelliste
Il ministriculo degli Interni è preoccupato per la deriva ribellista sulle nostre strade, contro i Palazzi.
E cos'altro dovrebbero fare disperati, disoccupati, inculati ed equitaliati ?
Attendere le decisioni dei partiti ? Riandare a votare ?
Credo anche Luigi XIV temesse e disprezzasse gli squinternati ribelli senza pantaloni che si aggiravano alla Bastiglia.
Certo li ha sottovalutati.
Può darsi che anche questa volta siano solo delle folate di venticello-masaniello.
Ma la situazione peggiora, checchè ne dicano i soliti.
E molta gente incomincia a non avere più niente da perdere.
E che cosa ha da fare un disoccupato, visto che non lavora ?
A proposito di ribelli, anche Berlu alla radio francese minaccia: se mi arrestano, ci sarà una rivoluzione.
E la Lega si affianca ai forconisti, invocando la disobbedienza civile dei sindaci.
Queste rivolte, ancora una volta, non sono gestibili da sinistra.
Ecco perchè diventano di destra.
Se escludiamo i NoTav e i Centri sociali, il grosso di questi movimenti è inidentificabile o di destra.
Meglio così, per certi versi: che resti il più possibile atopico e mascherato.
Che non si lasci acchiappare, che scompaia e risalga, che smonti e rioccupi.
Quando si è deboli, la resistenza deve farsi furba.
Inutile ed intellettualistico, peraltro, sperare nella nonviolenza o invocare la non violenza.
Quel che sarà sarà, con i mezzi e le culture che questa gente ha a disposizione.
Letta continua ad incassare finte fiducie e ad ergersi come ridicolo baluardo contro il caos.
Dopo di me il diluvio, ma quale ?
Anche il povero Mandela, nelle sue parole commemorative e in quelle delle tv, è diventato il campione della pacificazione e della riconciliazione: le ricostruzioni non ricordano che è andato in prigione per lotta (armata e non) e che i neri dell'ANC sono stati guerriglieri per almeno trent'anni contro lo Stato sudafricano 'legittimo'.
D'altronde, perchè altrimenti incarcerarlo per quasi trent'anni ?
Ma si preferisce dimenticare: ora e sempre la pace.
Quella che copre ingiustizie e dominio.
Ecco, semplicemente, perchè prosegue la guerra.
E cos'altro dovrebbero fare disperati, disoccupati, inculati ed equitaliati ?
Attendere le decisioni dei partiti ? Riandare a votare ?
Credo anche Luigi XIV temesse e disprezzasse gli squinternati ribelli senza pantaloni che si aggiravano alla Bastiglia.
Certo li ha sottovalutati.
Può darsi che anche questa volta siano solo delle folate di venticello-masaniello.
Ma la situazione peggiora, checchè ne dicano i soliti.
E molta gente incomincia a non avere più niente da perdere.
E che cosa ha da fare un disoccupato, visto che non lavora ?
A proposito di ribelli, anche Berlu alla radio francese minaccia: se mi arrestano, ci sarà una rivoluzione.
E la Lega si affianca ai forconisti, invocando la disobbedienza civile dei sindaci.
Queste rivolte, ancora una volta, non sono gestibili da sinistra.
Ecco perchè diventano di destra.
Se escludiamo i NoTav e i Centri sociali, il grosso di questi movimenti è inidentificabile o di destra.
Meglio così, per certi versi: che resti il più possibile atopico e mascherato.
Che non si lasci acchiappare, che scompaia e risalga, che smonti e rioccupi.
Quando si è deboli, la resistenza deve farsi furba.
Inutile ed intellettualistico, peraltro, sperare nella nonviolenza o invocare la non violenza.
Quel che sarà sarà, con i mezzi e le culture che questa gente ha a disposizione.
Letta continua ad incassare finte fiducie e ad ergersi come ridicolo baluardo contro il caos.
Dopo di me il diluvio, ma quale ?
Anche il povero Mandela, nelle sue parole commemorative e in quelle delle tv, è diventato il campione della pacificazione e della riconciliazione: le ricostruzioni non ricordano che è andato in prigione per lotta (armata e non) e che i neri dell'ANC sono stati guerriglieri per almeno trent'anni contro lo Stato sudafricano 'legittimo'.
D'altronde, perchè altrimenti incarcerarlo per quasi trent'anni ?
Ma si preferisce dimenticare: ora e sempre la pace.
Quella che copre ingiustizie e dominio.
Ecco, semplicemente, perchè prosegue la guerra.
martedì 10 dicembre 2013
gli argini
Le giornate dei forconisti si susseguono: tengono insieme di tutto.
Camionisti, partite iva, ultras di partite (di calcio), fascisti e trotzkisti, grillini e comunisti, centri sociali, sbarellati, mestatori e black bloc, tutti incazzati e a bloccare tutto quel che possono.
Sempre meglio di niente.
Qualcuno di loro propone un governo in mano a giunte militari, altri vogliono le dimissioni di tutti quelli che stanno sopra, altri urlano e maledicono davanti alle telecamere...
Altri si scontrano con la polizia e carabinieri.
Alcuni poliziotti si sono tolti il casco e, anzichè caricare, hanno solidarizzato.
Grillo oggi invita tutte le forze dell'ordine a non difendere più l'indifendibile e a fare alleanza con i rivoltosi.
Si illude, come sempre, ma è una bella mossa, simbolicamente parlando.
Non credo che molti suoi elettori siano d'accordo con lui, ma mi piace.
Se questa è la stabilità, viva il casino!
Intanto, però, si va verso la direzione opposta.
Prosegue l'applicazione caselliana delle leggi antiterrorismo agli anti-Tav.
Prosegue la militarizzazione dei territori a rischio rivolta, la repressione si accentua non solo in val di Susa, ma anche in Sicilia, nelle lotte contro il Muos.
Si vede e si condanna sempre la violenza dei fiumi, ma mai quella degli argini.
Eppure, le alluvioni -anche recenti- ci dovrebbero insegnare proprio il contrario.
Ma facciamo fatica a cambiare premesse su 'quel che è violenza'...
Di questo, per questo, moriremo.
In questo mondo della positività è ammesso soltanto ciò che è consumabile: persino il dolore deve potersi godere. La negatività, che si manifesta in Hegel come dolore, lì non esiste più.
La temporalità dell'Uguale è il presente fruibile.
Il futuro si schiude , invece, sull'evento, che è assolutamente sorprendente.
Il rapporto con il futuro è quello con l'Altro atopico, che non si lascia risolvere nella lingua dell'Uguale.
Oggi, il futuro archivia la negatività dell'Altro e la positivizza nel presente ottimizzato. che esclude ogni disastro.
(Byung-Chul Han, Eros in agonia, 2012).
Camionisti, partite iva, ultras di partite (di calcio), fascisti e trotzkisti, grillini e comunisti, centri sociali, sbarellati, mestatori e black bloc, tutti incazzati e a bloccare tutto quel che possono.
Sempre meglio di niente.
Qualcuno di loro propone un governo in mano a giunte militari, altri vogliono le dimissioni di tutti quelli che stanno sopra, altri urlano e maledicono davanti alle telecamere...
Altri si scontrano con la polizia e carabinieri.
Alcuni poliziotti si sono tolti il casco e, anzichè caricare, hanno solidarizzato.
Grillo oggi invita tutte le forze dell'ordine a non difendere più l'indifendibile e a fare alleanza con i rivoltosi.
Si illude, come sempre, ma è una bella mossa, simbolicamente parlando.
Non credo che molti suoi elettori siano d'accordo con lui, ma mi piace.
Se questa è la stabilità, viva il casino!
Intanto, però, si va verso la direzione opposta.
Prosegue l'applicazione caselliana delle leggi antiterrorismo agli anti-Tav.
Prosegue la militarizzazione dei territori a rischio rivolta, la repressione si accentua non solo in val di Susa, ma anche in Sicilia, nelle lotte contro il Muos.
Si vede e si condanna sempre la violenza dei fiumi, ma mai quella degli argini.
Eppure, le alluvioni -anche recenti- ci dovrebbero insegnare proprio il contrario.
Ma facciamo fatica a cambiare premesse su 'quel che è violenza'...
Di questo, per questo, moriremo.
In questo mondo della positività è ammesso soltanto ciò che è consumabile: persino il dolore deve potersi godere. La negatività, che si manifesta in Hegel come dolore, lì non esiste più.
La temporalità dell'Uguale è il presente fruibile.
Il futuro si schiude , invece, sull'evento, che è assolutamente sorprendente.
Il rapporto con il futuro è quello con l'Altro atopico, che non si lascia risolvere nella lingua dell'Uguale.
Oggi, il futuro archivia la negatività dell'Altro e la positivizza nel presente ottimizzato. che esclude ogni disastro.
(Byung-Chul Han, Eros in agonia, 2012).
lunedì 9 dicembre 2013
pecore di tutto il mondo, unitevi!
Trionfo di Renzi, anche oltre le previsioni.
E tanti, troppi, votanti.
Le greggi di pecore non si estinguono.
Fare qualcosa, andare a votare, agitarsi come sinonimo di contare, di esserci, di partecipare.
La realtà è tutto l'opposto, ma che importa ai fedeli, utili idioti piddini ?
Renzi vince, come Berlusconi di vent'anni fa, promettendo le stesse cose: novità, cambiamento, basta con i politici, lavoro, riforme, attenzione ai giovani, etc etc.
Ci fregherà per altri vent'anni come il suo predecessore.
La differenza è che Berlusconi l'ha fatto trasformando la destra, lui trasformando la sinistra.
E facendola diventare quel che è da tempo: un vuoto pneumatico.
L'Italia cambia verso ?
L'Italia non credo, la sinistra italiana sicuramente sì.
Le prese in giro e la satira non bastano, come non sono bastate per Berlu.
Renzi ha la capacità di ipnotizzare le folle, anche quelle di centrodestra.
Letta e Alfano sono avvertiti.
Ma sa anche come urlare da una parte e mediare al ribasso dall'altra.
Quindi l'operazione di marketing potrebbe riuscire ancora per un bel pò.
Tempi duri per chi non voleva il bastone e si ritroverà a mangiare carote!
venerdì 6 dicembre 2013
immaturità,salvezza e immersione
Ha detto che in una certa fase della vita ti ritrovi tagliato fuori dalla, come dire, felicità non-autocosciente e dalla magia dell'infanzia,... ma nella fase successiva della vita e durante la pubertà è possibile lasciarsi la libertà e la completezza infantili alle spalle e restare comunque totalmente immaturi. Immaturi nel senso di aspettare o desiderare una specie di papà o di salvatore magico che ti veda per quello che sei, ti conosca, ti capisca e tenga davvero a te come i genitori tengono a un bambino, e ti salvi. Ti salvi da te stessa...
Ha detto che l'immaturità... si manifesta così:...voler essere distratti da ciò che si è perso e aggiustati e salvati da qualcuno...
Il mio problema di fondo, ha detto, ...era la bella trappolina che mi ero costruita per essere sicura di non dover mai crescere e di restare immatura ad aspettare per sempre che qualcuno mi salvasse perchè non sarei mai stata capace di scoprire che nessuno poteva salvarmi perchè mi ero messa nell'impossibilità di ottenere quello che ero tanto convinta di volere e di meritare, così avrei potuto essere sempre arrabbiata e avrei sempre potuto andare in giro pensando che il mio vero problema fosse che nessuno sapeva vedermi o amarmi come volevo per quella che ero, perciò avrei sempre avuto il mio bravo problema da mettere seduto, abbracciare e accarezzare fingendo di credere che fosse il vero problema...
Stecyk racconta a David Wallace la storia della farfalla: se la fai uscire dal bozzolo quando sembra che lotti e stia morendo, le ali non si rafforzano e non sopravviverà.
Non c'è nessuna bomba. E' saltato fuori che era scoppiato un carico di fertilizzante, un nitrato. Ancora una volta, qualcosa di grosso minaccia di succedere ma non succede.
Questo diventa un disastro.
David Wallace scompare dopo un centinaio di pagine...
La trama: una serie di preparativi per quello che deve succedere, ma in realtà non succede niente.
David Wallace scompare -diventa una creatura del sistema.
Venti minuti dopo Stecyk vede il ragazzo nella stessa identica posizione, a leggere.
Passandogli dietro si accorge che è andato avanti di varie pagine. I suoi appunti sono precisi e allineati a sinistra in una grafia minuscola e ordinata.
Un'ora dopo, il ragazzo è ancora nella stessa posizione, a leggere lo stesso libro, 14 pagine più avanti.
Una guardia giurata lavora fuori da un istituto di credito.
Sta in posizione di riposo tutto il giorno. Non può leggere nè fare due chiacchiere.
Guarda semplicemente le persone entrare e uscire, annuendo quando gli altri gli fanno un cenno con la testa... E' capace di prestare attenzione anche in un lavoro che deve essere di una noia sconvolgente...
Donna alla catena di montaggio conta il numero degli anelli di spago visibili all'esterno di una balla di spago. Conta, conta, conta. Quando suona il fischietto, ogni altro impiegato si precipita fuori. Lei si trattiene un istante, immersa nel suo lavoro. E' la capacità di essere immersi.
(D,Foster Wallace, Il re pallido, infine concluso...).
Ha detto che l'immaturità... si manifesta così:...voler essere distratti da ciò che si è perso e aggiustati e salvati da qualcuno...
Il mio problema di fondo, ha detto, ...era la bella trappolina che mi ero costruita per essere sicura di non dover mai crescere e di restare immatura ad aspettare per sempre che qualcuno mi salvasse perchè non sarei mai stata capace di scoprire che nessuno poteva salvarmi perchè mi ero messa nell'impossibilità di ottenere quello che ero tanto convinta di volere e di meritare, così avrei potuto essere sempre arrabbiata e avrei sempre potuto andare in giro pensando che il mio vero problema fosse che nessuno sapeva vedermi o amarmi come volevo per quella che ero, perciò avrei sempre avuto il mio bravo problema da mettere seduto, abbracciare e accarezzare fingendo di credere che fosse il vero problema...
Stecyk racconta a David Wallace la storia della farfalla: se la fai uscire dal bozzolo quando sembra che lotti e stia morendo, le ali non si rafforzano e non sopravviverà.
Non c'è nessuna bomba. E' saltato fuori che era scoppiato un carico di fertilizzante, un nitrato. Ancora una volta, qualcosa di grosso minaccia di succedere ma non succede.
Questo diventa un disastro.
David Wallace scompare dopo un centinaio di pagine...
La trama: una serie di preparativi per quello che deve succedere, ma in realtà non succede niente.
David Wallace scompare -diventa una creatura del sistema.
Venti minuti dopo Stecyk vede il ragazzo nella stessa identica posizione, a leggere.
Passandogli dietro si accorge che è andato avanti di varie pagine. I suoi appunti sono precisi e allineati a sinistra in una grafia minuscola e ordinata.
Un'ora dopo, il ragazzo è ancora nella stessa posizione, a leggere lo stesso libro, 14 pagine più avanti.
Una guardia giurata lavora fuori da un istituto di credito.
Sta in posizione di riposo tutto il giorno. Non può leggere nè fare due chiacchiere.
Guarda semplicemente le persone entrare e uscire, annuendo quando gli altri gli fanno un cenno con la testa... E' capace di prestare attenzione anche in un lavoro che deve essere di una noia sconvolgente...
Donna alla catena di montaggio conta il numero degli anelli di spago visibili all'esterno di una balla di spago. Conta, conta, conta. Quando suona il fischietto, ogni altro impiegato si precipita fuori. Lei si trattiene un istante, immersa nel suo lavoro. E' la capacità di essere immersi.
(D,Foster Wallace, Il re pallido, infine concluso...).
carissimo madiba
Caro Madiba,
finalmente ce l'hai fatta a morire...
ti voglio dedicare alcune frasi ascoltate a teatro l'altra sera, durante 'The History boys' di Bennett.
Bravissimi attori, ma solo una lunga, infinibile tirata di parole, parole, parole...
Splendidamente impreparati alla lunga insignificanza della vita
(F. Cornford, On Rupert book)
Dopo una tale consapevolezza come sperare misericordia?
Sono un vecchio in un'arida stagione. Basta.
(Th.S:Eliot, Gerontion)
Pensare che due più due fa quattro
e non mai cinque oppure tre
da tanto tempo il cuore dell'uomo
è dolente, per tanto tempo tale
resterà.
(A.E.Houseman, Last poems)
Inghilterra, sei qui da troppo tempo
le canzoni che canti, le avevi già
cantate
in un tempo passato, ora sono
sbagliate.
(Stevie Smith)
Noi dobbiamo rassegnarci al peso di questi tristi tempi
e dire quello che sentiamo, e non ciò che dovremmo.
(W. Shakespeare, Re Lear)
Il mondo è tutto ciò che accade.
(L. Wittgenstein, Tractatus)
finalmente ce l'hai fatta a morire...
ti voglio dedicare alcune frasi ascoltate a teatro l'altra sera, durante 'The History boys' di Bennett.
Bravissimi attori, ma solo una lunga, infinibile tirata di parole, parole, parole...
Splendidamente impreparati alla lunga insignificanza della vita
(F. Cornford, On Rupert book)
Dopo una tale consapevolezza come sperare misericordia?
Sono un vecchio in un'arida stagione. Basta.
(Th.S:Eliot, Gerontion)
Pensare che due più due fa quattro
e non mai cinque oppure tre
da tanto tempo il cuore dell'uomo
è dolente, per tanto tempo tale
resterà.
(A.E.Houseman, Last poems)
Inghilterra, sei qui da troppo tempo
le canzoni che canti, le avevi già
cantate
in un tempo passato, ora sono
sbagliate.
(Stevie Smith)
Noi dobbiamo rassegnarci al peso di questi tristi tempi
e dire quello che sentiamo, e non ciò che dovremmo.
(W. Shakespeare, Re Lear)
Il mondo è tutto ciò che accade.
(L. Wittgenstein, Tractatus)
vuoto palese
Riprendo il titolo dal Blob di ieri.
Lo trovo perfetto.
Oggi che la Consulta ha atteso otto anni per dirci che il Porcellum è una porcata.
E per confermarci che le istituzioni votate nell'ultimo decennio, compresa l'attuale, sono illegittime e anticostituzionali.
Bastava intervistare un idiota, non degli ermellini strapagati e ammosciati nei loro scranni.
Ma tant'è...
Ora Zarathustra ha parlato e dicono che non si può far finta di niente.
Per qualche giorno.
Ora, pur di evitare il proporzionale puro con sbarramento, chissà cosa si inventeranno.
Per me, sempre contrario a maggioritario e bipolarismo, il proporzionale sarebbe il meglio.
E non mi vengano a dire che favorirebbe inciuci e larghe intese, il proliferare di liste, le estenuanti trattative per formare coalizioni dopo il voto, etc etc.
E perchè, com'è andata con i nuovi sistemi, quelli attualmente in voga ?
Il problema non è il modello elettorale, ma la cultura politica e l'etica pubblica di un paese.
Emerge con ulteriore chiarezza la debàcle totale del Roi Napolitaine.
Dovrebbe dimettersi, l'aveva promesso, ma non lo farà.
Niente sta andando come lui voleva, il sistema dei partiti non può cambiare, e recalcitra alquanto.
Promette, ma non fa.
Si straccia le vesti, auspica, prova a smuoversi (o così dice), ma -poveretto- non ce la fa.
I sistemi, in catastrofe, non fungono, neppure quando lo vogliono, immaginiamoci se non lo vogliono davvero, o se ogni parte ha un'idea di come e verso dove cambiare e va per conto suo.
Intanto, un terzo del paese, quasi venti milioni di persone, va verso la povertà dichiarata.
E paghiamo ventitrè miliardi di ammortizzatori sociali a 4 milioni di ex lavoratori, che non vedono il loro posto di lavoro da cinque o anche dieci anni.
E meno male che non ci sarebbero i soldi per il reddito minimo !
E meno male che non ci sono i soldi per pensionati ed esodati !
I soldi ci sono per chi è sindacalizzato e si tiene stretto le sue garanzie.
Saranno pure briciole, rispetto a quel che si rubano i manager e i politici, ma -intanto- vivacchiano.
Per tutti gli altri, per chi non sta col sindacato, per i precari, per chi non ha mai avuto un lavoro, nisba.
Grazie, Camusso! Grazie, operai dell'Alcoa! Grazie, Fassina! Grazie, PD!
Lo trovo perfetto.
Oggi che la Consulta ha atteso otto anni per dirci che il Porcellum è una porcata.
E per confermarci che le istituzioni votate nell'ultimo decennio, compresa l'attuale, sono illegittime e anticostituzionali.
Bastava intervistare un idiota, non degli ermellini strapagati e ammosciati nei loro scranni.
Ma tant'è...
Ora Zarathustra ha parlato e dicono che non si può far finta di niente.
Per qualche giorno.
Ora, pur di evitare il proporzionale puro con sbarramento, chissà cosa si inventeranno.
Per me, sempre contrario a maggioritario e bipolarismo, il proporzionale sarebbe il meglio.
E non mi vengano a dire che favorirebbe inciuci e larghe intese, il proliferare di liste, le estenuanti trattative per formare coalizioni dopo il voto, etc etc.
E perchè, com'è andata con i nuovi sistemi, quelli attualmente in voga ?
Il problema non è il modello elettorale, ma la cultura politica e l'etica pubblica di un paese.
Emerge con ulteriore chiarezza la debàcle totale del Roi Napolitaine.
Dovrebbe dimettersi, l'aveva promesso, ma non lo farà.
Niente sta andando come lui voleva, il sistema dei partiti non può cambiare, e recalcitra alquanto.
Promette, ma non fa.
Si straccia le vesti, auspica, prova a smuoversi (o così dice), ma -poveretto- non ce la fa.
I sistemi, in catastrofe, non fungono, neppure quando lo vogliono, immaginiamoci se non lo vogliono davvero, o se ogni parte ha un'idea di come e verso dove cambiare e va per conto suo.
Intanto, un terzo del paese, quasi venti milioni di persone, va verso la povertà dichiarata.
E paghiamo ventitrè miliardi di ammortizzatori sociali a 4 milioni di ex lavoratori, che non vedono il loro posto di lavoro da cinque o anche dieci anni.
E meno male che non ci sarebbero i soldi per il reddito minimo !
E meno male che non ci sono i soldi per pensionati ed esodati !
I soldi ci sono per chi è sindacalizzato e si tiene stretto le sue garanzie.
Saranno pure briciole, rispetto a quel che si rubano i manager e i politici, ma -intanto- vivacchiano.
Per tutti gli altri, per chi non sta col sindacato, per i precari, per chi non ha mai avuto un lavoro, nisba.
Grazie, Camusso! Grazie, operai dell'Alcoa! Grazie, Fassina! Grazie, PD!
mercoledì 4 dicembre 2013
ferrovie secondarie
Si avvicinano le primarie.
Vorrei, nell'ordine:
-che salisse l'astensione anche lì, tanto per dare un segnale sul fatto che persino gli elettori PD abbiano mangiato la foglia (anzi, molte foglie...); che capiscano che si tratta solo di una foglia di fico, che nasconde e copre soltanto brutture, dominii, violenze politiche, personalismi;
-che vincesse Renzi e il PD diventasse definitivamente e totalmente il nuovo partito di centro, la nuova DC; a meno che non si vogliano considerare ancora 'di sinistra' Fabio Fazio, De Benedetti, Scalfari e 'La Repubblica';
-che perdesse Cuperlo, un gentile, ma ormai inservibile relitto, peraltro troppo compromesso con il suo capo, quel signore con i baffetti, sì proprio lui...; così come la fugace candidatura di Fabrizio Barca, questi parlano di un mondo che non c'è più e non ci sarà più, fatto di partiti territoriali e centralità del lavoro...;
-che perdesse Civati, cosicchè si rassegni alla fine della sinistra e soprattutto ad una sinistra che possa ancora stare nel PD. Con le sue idee, deve starne fuori.
Al di là dei suoi limiti di personalità (che, comunque, non sono emersi durante il confronto su Sky, anzi...), Civati dovrà arrendersi al fatto che -da tempo- la maggioranza degli eletti e degli elettori PD non condividono un programma di sinistra, un programma come il suo.
Cioè: non sono di sinistra.
Credo che accadranno tutt'e quattro queste cose.
Per una volta potrò dire di aver vinto qualcosa.
Ma magari, anche se accadranno, le conseguenze saranno tutt'altre.
O, più semplicemente, non si trarranno conseguenze.
L'Italia è uno strano paese.
Vorrei, nell'ordine:
-che salisse l'astensione anche lì, tanto per dare un segnale sul fatto che persino gli elettori PD abbiano mangiato la foglia (anzi, molte foglie...); che capiscano che si tratta solo di una foglia di fico, che nasconde e copre soltanto brutture, dominii, violenze politiche, personalismi;
-che vincesse Renzi e il PD diventasse definitivamente e totalmente il nuovo partito di centro, la nuova DC; a meno che non si vogliano considerare ancora 'di sinistra' Fabio Fazio, De Benedetti, Scalfari e 'La Repubblica';
-che perdesse Cuperlo, un gentile, ma ormai inservibile relitto, peraltro troppo compromesso con il suo capo, quel signore con i baffetti, sì proprio lui...; così come la fugace candidatura di Fabrizio Barca, questi parlano di un mondo che non c'è più e non ci sarà più, fatto di partiti territoriali e centralità del lavoro...;
-che perdesse Civati, cosicchè si rassegni alla fine della sinistra e soprattutto ad una sinistra che possa ancora stare nel PD. Con le sue idee, deve starne fuori.
Al di là dei suoi limiti di personalità (che, comunque, non sono emersi durante il confronto su Sky, anzi...), Civati dovrà arrendersi al fatto che -da tempo- la maggioranza degli eletti e degli elettori PD non condividono un programma di sinistra, un programma come il suo.
Cioè: non sono di sinistra.
Credo che accadranno tutt'e quattro queste cose.
Per una volta potrò dire di aver vinto qualcosa.
Ma magari, anche se accadranno, le conseguenze saranno tutt'altre.
O, più semplicemente, non si trarranno conseguenze.
L'Italia è uno strano paese.
magari...!
Il PD si difende dall'attacco dei disoccupati napoletani che hanno cercato di occupare la sua sede a Roma.
'Non esistono buone ragioni per la violenza!', dichiara.
Eh no, cari miei, esistono eccome...!
E poi, da quando occupare una sede è violenza ?
Verso chi o cosa ?
Magari avvenissero quotidianamente azioni del genere...
Pietro Grasso, davanti all'ennesimo rinvio della riforma elettorale in Senato, dichiara preoccupato:
'Senza accordo monta più forte di prima la rabbia contro tutti i partiti'.
E vorrei anche vedere...!
Magari montasse davvero, altro che questi giochi di fioretto...
Per quanto la nostra società sia addormentata, ipnotizzata, anestetizzata, a loro non basta mai...
Ma cosa dobbiamo subire ancora per alzarci una mattina e iniziare a urlare e sfasciare tutto ?
Quanti psicofarmaci dovremo ancora assumere per stare zitti ?
Ci sono colleghi tartufeschi che continuano a fare domande al ministro per capire meglio o, forse, per aiutarlo a capire meglio la situazione dell'Università italiana.
Ho mandato in lista una breve letterina:
mi pare che il tempo in cui fare domande sia alle nostre spalle da tempo.
le risposte sono già arrivate, ben chiare e puntute, e ci piovono
addosso come grandine mese dopo mese,
le loro intenzioni, i loro progetti e i loro 'fatti' sono noti ed
evidenti a tutti.
il problema è che siamo noi a non saper ( a non voler) dare le
risposte adeguate alle loro risposte.
il problema non è loro, è nostro.
non sono loro, siamo noi.
'Non esistono buone ragioni per la violenza!', dichiara.
Eh no, cari miei, esistono eccome...!
E poi, da quando occupare una sede è violenza ?
Verso chi o cosa ?
Magari avvenissero quotidianamente azioni del genere...
Pietro Grasso, davanti all'ennesimo rinvio della riforma elettorale in Senato, dichiara preoccupato:
'Senza accordo monta più forte di prima la rabbia contro tutti i partiti'.
E vorrei anche vedere...!
Magari montasse davvero, altro che questi giochi di fioretto...
Per quanto la nostra società sia addormentata, ipnotizzata, anestetizzata, a loro non basta mai...
Ma cosa dobbiamo subire ancora per alzarci una mattina e iniziare a urlare e sfasciare tutto ?
Quanti psicofarmaci dovremo ancora assumere per stare zitti ?
Ci sono colleghi tartufeschi che continuano a fare domande al ministro per capire meglio o, forse, per aiutarlo a capire meglio la situazione dell'Università italiana.
Ho mandato in lista una breve letterina:
mi pare che il tempo in cui fare domande sia alle nostre spalle da tempo.
le risposte sono già arrivate, ben chiare e puntute, e ci piovono
addosso come grandine mese dopo mese,
le loro intenzioni, i loro progetti e i loro 'fatti' sono noti ed
evidenti a tutti.
il problema è che siamo noi a non saper ( a non voler) dare le
risposte adeguate alle loro risposte.
il problema non è loro, è nostro.
non sono loro, siamo noi.
martedì 3 dicembre 2013
tra i disonesti, i più onesti dicono che...
Ieri ho sentito Prodi dire che questa crisi durerà almeno altri 15 anni.
E l'economista Brancaccio, commentandolo, ha aggiunto: 'Neppure lui crede più nella possibilità di un mantenimento dell' Euro...'
E leggo oggi su Repubblica:
Come convivere (a lungo) con la depressione economica
Se il mondo nel quale stiamo vivendo da cinque anni a questa parte fosse la nuova normalità? La crisi finanziaria che ha avuto inizio con la Grande Recessione è ormai acqua passata. Nonostante ciò, la nostra economia continua a essera depressa
di PAUL KRUGMAN
di PAUL KRUGMAN
Se trascorreste un po' di tempo in compagnia dei funzionari monetari vi accorgereste di sentirli parlare spesso di "normalizzazione". La maggior parte di tali funzionari, non tutti in verità, ammette che questo non è proprio il momento di essere spilorci, che per adesso il credito deve essere facilmente accessibile e i tassi di interesse devono essere bassi. Eppure, questi stessi uomini in completo scuro non vedono l'ora che arrivi il giorno in cui potranno tornare ai loro affari di sempre, e ad agguantare la ciotola del punch non appena la festa entra nel vivo.
E se invece il mondo nel quale stiamo vivendo da cinque anni a questa parte fosse la nuova normalità? E se le condizioni di depressione del momento fossero destinate a durare non un anno o due soltanto, ma decenni?
Si potrebbe supporre che le congetture di questo tipo siano di pertinenza di una frangia radicale. In verità, radicali lo sono sul serio. Ma frange mica tanto. Molti economisti si stanno trastullando con queste idee già da qualche tempo. E adesso diventano mainstream.
In realtà, le argomentazioni a favore di una "stagnazione secolare" - una condizione persistente nella quale l'economia depressa è la norma, con episodi rari e sporadici di piena occupazione - sono state presentate di recente con grande foga in uno dei consessi più rispettabili che si possano concepire: la grande conferenza annuale del Fondo monetario internazionale. A illustrare queste argomentazioni è stato niente meno che Larry Summers. Esatto, quel Larry Summers [Ex segretario del Tesoro degli Stati Uniti, ex direttore del Consiglio Economico Nazionale, insignito di numerosi premi, ndt]. Se Summers ha ragione, tutto ciò che tante persone rispettabili stanno dicendo in tema di politica economica è sbagliato, e continuerà a essere sbagliato per molto tempo a venire. Summers ha esordito sottolineando un punto che dovrebbe essere ovvio, ma di cui di fatto spesso non si tiene conto: la crisi finanziaria che ha avuto inizio con la Grande Recessione è ormai acqua passata. In verità, in base alla maggior parte degli indicatori, è finita oltre quattro anni fa. Nonostante ciò, la nostra economia continua a essere depressa.
Summers ha poi illustrato un altro punto collegato a quello: prima della crisi abbiamo avuto una grossa bolla immobiliare e del debito. Eppure, nonostante quella grossa bolla abbia incrementato notevolmente la spesa, l'economia nel suo complesso andava soltanto così e così: il mercato del lavoro era ok, ma non eccellente. E il boom non è mai stato potente a tal punto da determinare una significativa pressione inflazionistica. Summers ha proseguito poi tirando la morale di quanto aveva illustrato. Noi, ha suggerito, abbiamo un'economia la cui condizione normale è di domanda inadeguata - quanto meno è di lieve depressione - e riesce ad avvicinarsi soltanto un po' alla piena occupazione quando è trainata dalle bolle.
Aggiungerei dal canto mio qualche ulteriore dato. Si pensi all'indebitamento delle famiglie rispetto al loro reddito. Quel rapporto dal 1960 al 1985 è rimasto più o meno stabile, mentre è andato aumentando rapidamente e inesorabilmente dal 1985 al 2007, quando la crisi ha colpito. Eppure, perfino quando le famiglie sprofondavano nei debiti, nel complesso la performance della nostra economia in quel periodo è rimasta mediocre nel migliore dei casi, e la domanda non ha dato segni di andare oltre l'offerta. Se guardiamo al futuro, ovviamente sappiamo di non poter tornare indietro ai tempi di un indebitamento in costante aumento. Tuttavia, ciò significa una più debole domanda dei consumi. Senza quest'ultima, come si immagina di poter tornare alla piena occupazione?
Di nuovo, l'evidenza suggerisce che noi abbiamo un'economia la cui condizione normale è di lieve depressione, e i cui brevi momenti di crescita si verificano soltanto grazie alle bolle e a un indebitamento insostenibile.
Perché mai accade ciò? Una delle risposte possibili è la lenta crescita della popolazione. Se la popolazione aumenta, aumenta di conseguenza la domanda di case nuove, di edifici nuovi, di uffici nuovi, e così via. Quando tale crescita rallenta, la domanda cade. Negli anni Sessanta e Settanta, quando i baby boomer crescevano, la popolazione americana in età da lavoro aumentò rapidamente, e la forza lavoro crebbe ancor più velocemente quando le donne fecero il loro ingresso nel mercato del lavoro. Ormai, però, tutto ciò appartiene al passato. E gli effetti sono evidenti: perfino all'apice della bolla immobiliare non abbiamo costruito neppure lontanamente il numero di case che furono costruite negli anni Settanta. Altro possibile fattore importante di cui si dovrebbe tener conto è quello dei continui deficit commerciali, apparsi negli anni Ottanta e che da allora hanno subito sì qualche fluttuazione, ma senza mai scomparire del tutto.
Perché tutto ciò dovrebbe essere importante? Uno dei motivi è che i banchieri centrali devono smettere di parlare di "exit strategy". L'"easy money", il denaro facile, dovrebbe restare con noi - e probabilmente resterà - per molto tempo ancora. Ciò a sua volta significa che possiamo tranquillamente fregarcene di tutte quelle storie da paura sull'indebitamento pubblico, riassumibili nella frase: "Non sarà un problema adesso, ma aspetta che si alzino i tassi di interesse!".
Più in generale, se la nostra economia ha una tendenza costante alla depressione, vivremo sotto le regole contrarie dell'economia della depressione - nella quale la virtù è un vizio e la prudenza è follia, nella quale i tentativi di risparmiare di più (compresi i tentativi di ridurre i deficit di bilancio) fanno stare peggio tutti quanti - per molto, molto tempo.
So che molte persone detestano sentir parlare di queste cose, che colpiscono il loro senso di onestà, offendono il loro stesso senso etico. Si presume infatti che l'economia consista nel fare scelte difficili (a spese degli altri, naturalmente); non che consista nel persuadere la gente a spendere di più.
Ma, come ha detto Summers, la crisi "non è finita finché non sarà finita ". E la realtà economica è quella che è. E ciò che quella realtà sembra essere in questo preciso momento è una realtà nella quale le regole della depressione varranno per molto, molto tempo.
Traduzione di Anna Bissanti © New York Times 2013
E se invece il mondo nel quale stiamo vivendo da cinque anni a questa parte fosse la nuova normalità? E se le condizioni di depressione del momento fossero destinate a durare non un anno o due soltanto, ma decenni?
Si potrebbe supporre che le congetture di questo tipo siano di pertinenza di una frangia radicale. In verità, radicali lo sono sul serio. Ma frange mica tanto. Molti economisti si stanno trastullando con queste idee già da qualche tempo. E adesso diventano mainstream.
In realtà, le argomentazioni a favore di una "stagnazione secolare" - una condizione persistente nella quale l'economia depressa è la norma, con episodi rari e sporadici di piena occupazione - sono state presentate di recente con grande foga in uno dei consessi più rispettabili che si possano concepire: la grande conferenza annuale del Fondo monetario internazionale. A illustrare queste argomentazioni è stato niente meno che Larry Summers. Esatto, quel Larry Summers [Ex segretario del Tesoro degli Stati Uniti, ex direttore del Consiglio Economico Nazionale, insignito di numerosi premi, ndt]. Se Summers ha ragione, tutto ciò che tante persone rispettabili stanno dicendo in tema di politica economica è sbagliato, e continuerà a essere sbagliato per molto tempo a venire. Summers ha esordito sottolineando un punto che dovrebbe essere ovvio, ma di cui di fatto spesso non si tiene conto: la crisi finanziaria che ha avuto inizio con la Grande Recessione è ormai acqua passata. In verità, in base alla maggior parte degli indicatori, è finita oltre quattro anni fa. Nonostante ciò, la nostra economia continua a essere depressa.
Summers ha poi illustrato un altro punto collegato a quello: prima della crisi abbiamo avuto una grossa bolla immobiliare e del debito. Eppure, nonostante quella grossa bolla abbia incrementato notevolmente la spesa, l'economia nel suo complesso andava soltanto così e così: il mercato del lavoro era ok, ma non eccellente. E il boom non è mai stato potente a tal punto da determinare una significativa pressione inflazionistica. Summers ha proseguito poi tirando la morale di quanto aveva illustrato. Noi, ha suggerito, abbiamo un'economia la cui condizione normale è di domanda inadeguata - quanto meno è di lieve depressione - e riesce ad avvicinarsi soltanto un po' alla piena occupazione quando è trainata dalle bolle.
Aggiungerei dal canto mio qualche ulteriore dato. Si pensi all'indebitamento delle famiglie rispetto al loro reddito. Quel rapporto dal 1960 al 1985 è rimasto più o meno stabile, mentre è andato aumentando rapidamente e inesorabilmente dal 1985 al 2007, quando la crisi ha colpito. Eppure, perfino quando le famiglie sprofondavano nei debiti, nel complesso la performance della nostra economia in quel periodo è rimasta mediocre nel migliore dei casi, e la domanda non ha dato segni di andare oltre l'offerta. Se guardiamo al futuro, ovviamente sappiamo di non poter tornare indietro ai tempi di un indebitamento in costante aumento. Tuttavia, ciò significa una più debole domanda dei consumi. Senza quest'ultima, come si immagina di poter tornare alla piena occupazione?
Di nuovo, l'evidenza suggerisce che noi abbiamo un'economia la cui condizione normale è di lieve depressione, e i cui brevi momenti di crescita si verificano soltanto grazie alle bolle e a un indebitamento insostenibile.
Perché mai accade ciò? Una delle risposte possibili è la lenta crescita della popolazione. Se la popolazione aumenta, aumenta di conseguenza la domanda di case nuove, di edifici nuovi, di uffici nuovi, e così via. Quando tale crescita rallenta, la domanda cade. Negli anni Sessanta e Settanta, quando i baby boomer crescevano, la popolazione americana in età da lavoro aumentò rapidamente, e la forza lavoro crebbe ancor più velocemente quando le donne fecero il loro ingresso nel mercato del lavoro. Ormai, però, tutto ciò appartiene al passato. E gli effetti sono evidenti: perfino all'apice della bolla immobiliare non abbiamo costruito neppure lontanamente il numero di case che furono costruite negli anni Settanta. Altro possibile fattore importante di cui si dovrebbe tener conto è quello dei continui deficit commerciali, apparsi negli anni Ottanta e che da allora hanno subito sì qualche fluttuazione, ma senza mai scomparire del tutto.
Perché tutto ciò dovrebbe essere importante? Uno dei motivi è che i banchieri centrali devono smettere di parlare di "exit strategy". L'"easy money", il denaro facile, dovrebbe restare con noi - e probabilmente resterà - per molto tempo ancora. Ciò a sua volta significa che possiamo tranquillamente fregarcene di tutte quelle storie da paura sull'indebitamento pubblico, riassumibili nella frase: "Non sarà un problema adesso, ma aspetta che si alzino i tassi di interesse!".
Più in generale, se la nostra economia ha una tendenza costante alla depressione, vivremo sotto le regole contrarie dell'economia della depressione - nella quale la virtù è un vizio e la prudenza è follia, nella quale i tentativi di risparmiare di più (compresi i tentativi di ridurre i deficit di bilancio) fanno stare peggio tutti quanti - per molto, molto tempo.
So che molte persone detestano sentir parlare di queste cose, che colpiscono il loro senso di onestà, offendono il loro stesso senso etico. Si presume infatti che l'economia consista nel fare scelte difficili (a spese degli altri, naturalmente); non che consista nel persuadere la gente a spendere di più.
Ma, come ha detto Summers, la crisi "non è finita finché non sarà finita ". E la realtà economica è quella che è. E ciò che quella realtà sembra essere in questo preciso momento è una realtà nella quale le regole della depressione varranno per molto, molto tempo.
Traduzione di Anna Bissanti © New York Times 2013
lunedì 2 dicembre 2013
l'avvenire delle illusioni
Non sapevo che qui sopra ci fosse una terrazza -disse Jack.
E' per dar modo a Pammy di guardare il World Trade Center.quando si sente depressa.
La vista la rianima.
(Don DeLillo, Giocatori, 1997)
Qualche sera fa ho visto 'Capo e croce', un film sulle lotte dei pastori sardi degli ultimi anni.
Bella gente che parla e agisce, semplice e intelligente, ingenua e astuta, spietata e infantile.
La vita dura delle campagne e dei pascoli, le collusioni a lungo perpetrate con i politici di turno, la ribellione.
L'illusione di una rivolta che cerca di animare una terra e un popolo intero, senza riuscirci.
Commovente, in molte parti, ascoltarli e vederli.
Cronaca di vari tradimenti e di tante disillusioni.
Ieri sera ho visto 'La mafia uccide solo d'estate', di e con Pif (un tipo davvero geniale, un film ironico, divertente e davvero tragico...).
Tutt'altro contesto, stessi tradimenti e stesse disillusioni: scoprire che la mafia e lo stato coincidono in buona parte, scoprire che i servitori dello stato onesti sono morti per lo stesso stato che li faceva uccidere e che stava dalla stessa parte di chi li uccideva.
'E' stato la mafia', racconta oggi Travaglio.
E meno male che Napo dichiara: 'vado a Palermo, ma non ho nulla di utile da raccontare...'.
Ma vaffa...!
Vaffaday 3.
Grillo e Casaleggio incitano la loro folla: 'Abbiamo già vinto...Ora, alle prossime elezioni, vinceremo ancora di più e li manderemo a casa!...'
Non ci credono neanche loro ma, da buoni politici, sanno cosa è meglio dire per esaltare gli animi e coprire le sconfitte (o, perlomeno, le disillusioni).
Entrati definitivamente nel trip da competizione elettorale, si preparano ad un anno da trincea, tra un finto impeachment e una vera, lunga ed estenuante, palude.
Ho sentito l'amico Caserini, rientrato dal super-summit sul clima di Varsavia.
Come al solito, ne traeva motivi di soddisfazione, nonostante...tutto.
Gli ha già risposto l'anaerobico ministro Orlando, qualche giorno fa, girellando fra i disastri della Gallura: 'il cambiamento climatico è ormai irreversibile, dobbiamo solo adattarci e attrezzarci per il futuro...'.
Inutile farsi illusioni, questi qui vogliono solo far soldi con la protezione civile e con gli eserciti.
Degli scienziati non gliene frega nulla.
Uno studente del Dettori, a Cagliari, dopo che il soffitto della sua aula gli è caduto addosso durante la lezione ha dovuto ammettere: 'prima venivo a scuola e pensavo che fosse un luogo sicuro, che gli adulti avevano preparato per me e per la mia protezione. Ora so che non è così...'.
Come far ripartire la fiducia, egregio e onorevole Letta...
Ieri, con nipoti e famiglia, abbiamo piantato delle nuove piante da frutto al Cungiareddu: un pero, un cachi, un mandorlo, un limone, un clementino, oltre a del rosmarino e della lavanda.
Forse saranno loro, i miei nipoti, a vederne i frutti...
E' per dar modo a Pammy di guardare il World Trade Center.quando si sente depressa.
La vista la rianima.
(Don DeLillo, Giocatori, 1997)
Qualche sera fa ho visto 'Capo e croce', un film sulle lotte dei pastori sardi degli ultimi anni.
Bella gente che parla e agisce, semplice e intelligente, ingenua e astuta, spietata e infantile.
La vita dura delle campagne e dei pascoli, le collusioni a lungo perpetrate con i politici di turno, la ribellione.
L'illusione di una rivolta che cerca di animare una terra e un popolo intero, senza riuscirci.
Commovente, in molte parti, ascoltarli e vederli.
Cronaca di vari tradimenti e di tante disillusioni.
Ieri sera ho visto 'La mafia uccide solo d'estate', di e con Pif (un tipo davvero geniale, un film ironico, divertente e davvero tragico...).
Tutt'altro contesto, stessi tradimenti e stesse disillusioni: scoprire che la mafia e lo stato coincidono in buona parte, scoprire che i servitori dello stato onesti sono morti per lo stesso stato che li faceva uccidere e che stava dalla stessa parte di chi li uccideva.
'E' stato la mafia', racconta oggi Travaglio.
E meno male che Napo dichiara: 'vado a Palermo, ma non ho nulla di utile da raccontare...'.
Ma vaffa...!
Vaffaday 3.
Grillo e Casaleggio incitano la loro folla: 'Abbiamo già vinto...Ora, alle prossime elezioni, vinceremo ancora di più e li manderemo a casa!...'
Non ci credono neanche loro ma, da buoni politici, sanno cosa è meglio dire per esaltare gli animi e coprire le sconfitte (o, perlomeno, le disillusioni).
Entrati definitivamente nel trip da competizione elettorale, si preparano ad un anno da trincea, tra un finto impeachment e una vera, lunga ed estenuante, palude.
Ho sentito l'amico Caserini, rientrato dal super-summit sul clima di Varsavia.
Come al solito, ne traeva motivi di soddisfazione, nonostante...tutto.
Gli ha già risposto l'anaerobico ministro Orlando, qualche giorno fa, girellando fra i disastri della Gallura: 'il cambiamento climatico è ormai irreversibile, dobbiamo solo adattarci e attrezzarci per il futuro...'.
Inutile farsi illusioni, questi qui vogliono solo far soldi con la protezione civile e con gli eserciti.
Degli scienziati non gliene frega nulla.
Uno studente del Dettori, a Cagliari, dopo che il soffitto della sua aula gli è caduto addosso durante la lezione ha dovuto ammettere: 'prima venivo a scuola e pensavo che fosse un luogo sicuro, che gli adulti avevano preparato per me e per la mia protezione. Ora so che non è così...'.
Come far ripartire la fiducia, egregio e onorevole Letta...
Ieri, con nipoti e famiglia, abbiamo piantato delle nuove piante da frutto al Cungiareddu: un pero, un cachi, un mandorlo, un limone, un clementino, oltre a del rosmarino e della lavanda.
Forse saranno loro, i miei nipoti, a vederne i frutti...
Iscriviti a:
Post (Atom)