LA MEGLIO GIOVENTU'
In politica gli scritti dello Scriblero sono...per la maggior parte ironici: il loro procedere è spesso così sottile e raffinato, da correre il rischio di essere malinteso dal volgo. Una volta si spinse tanto in là, da scrivere una proposta perchè la gente si decidesse a mangiare i propri bambini, il che fu poi così poco capito da essere preso sul serio...
(J. Swift, Una modesta proposta)
Della scuola di Brindisi mi interessa poco, tanto l'avevano già distrutta la Gelmini e decenni di malcostume...
La distruzione della scuola va per conto suo, anche senza le bombe.
Ma la guerra avanza e si sta mangiando i ragazzi, i giovani: prima gli ha distrutto le teste col consumismo e le cazzate in cuffia, poi gli ha tolto ogni speranza di lavoro, ora inizia ad ammazzarli a sedici anni, con le bombe davanti a scuola. Una rapida evoluzione, in pochi decenni.
Ognuno partecipa alla guerra con i mezzi che ha e con quelli che sceglie: chi con lo spread, chi con i decreti legge, chi con le bombe e gli attentati, chi con il controllo dei giornali, chi producendo armi, chi usandole.
L'ho capito a Cuba: per sopravvivere si arriva a dare, vendere, (far)utilizzare quel che si ha: se uno ha la barca ti vende le aragoste, se uno ha l'auto fa il taxista; se non ha avuto culo nella vita, vende il culo; se uno non è Passera vende la passera.
Chi non può allestire impunemente Guantanamo o bombardare Belgrado, Tripoli o Damasco, mette insieme tre bombole a gas e ammazza la gente per strada, prepara due molotov e le butta contro un esattore...
Non c'è scampo, in guerra.
E' in corso, e prosegue a rendersi sempre più visibile, giunge alle nostre vite.
UMILMENTE, UTILMENTE
'Traversamo fiume', gridò Alduccio da sotto, e si gettò in acqua...
'Tu non te ce butti ?', chiesero al Caciotta.
'Er coraggio nun me manca -egli disse- ma è la paura che me frega!'...
'Sai notà -disse Armandino- ma mica 'o traversi fiume'.
'Pè traversallo 'o traverserebbe -ammise il Caciotta- ma me fa impressione li mortacci sua!'
(P:P.Pasolini, Ragazzi di vita, Il bagno sull'Aniene)
Quel che ci vorrebbe sarebbe un bagno di umiltà, la capacità di ammettere: non ce la facciamo, torniamo indietro, abbiamo paura, abbiamo sbagliato, non seguiteci, inutile insistere su questa strada, è assurdo accanirsi...
E invece, preferiamo continuare a violentarci, ad umiliare, a rincorrere nuove e atroci umiliazioni che la Storia ci prepara. Chi non si umilia sarà umiliato.
Tacque per qualche istante, poi ripetè: 'Non crede che dovremmo essere più umili?'
'Dovremmo aver maggiore dignità -risposi- maggior rispetto di noi stessi. Ma forse lei ha ragione: soltanto l'umiltà ci può sollevare dall'umiliazione in cui siamo caduti.'
'Forse volevo dire questo -disse la Principessa di Piemonte abbassando il capo- siamo malati di orgoglio, e l'orgoglio non basta a sollevarci dall'umiliazione, I nostri atti e pensieri non sono puri...'
(C. Malaparte, Kaputt)
ASPETTANDO I BARBARI
'Tutti i popoli della nuova Europa, e per primi i polacchi, dovrebbero sentirsi fieri di avere in Hitler un padre giusto e severo. Ma sapete quel che i polacchi pensano di noi ? Che siamo un popolo di barbari.'
'E vi sentite offeso ?' gli domandai sorridendo.
'Siamo un popolo di padroni, non di barbari: un Herrenvolk.'
'Ah, non dite questo!'
''Perchè no ?', mi domandò Frank con profondo stupore.
'Perchè padroni e barbari sono la stessa cosa', risposi.
'Non sono del vostro parere...Avete forse l'impressione stasera, di trovarvi in mezzo ai barbari ?'
No: ma in mezzo ai padroni', risposi. E aggiunsi sorridendo: 'Debbo riconoscere che stasera, entrando nel Wawel, mi pareva di entrare in una Corte italiana del Rinascimento.'
Un sorriso di trionfo illuminò il volto del Re tedesco di Polonia. Egli si volse intorno, guardando ad uno ad uno i commensali con uno sguardo colmo di orgogliosa soddisfazione. Era felice. E io sapevo che le mie parole lo avrebbero reso felice.
(C. Malaparte, Kaputt)
Dopo aver letto 'Aspettando i barbari' di Coetzee mi sono avvicinato alla lettura di Kaputt: ve li consiglio caldamente entrambi, se vi sentite pronti.
Raccontano di quel misto di decadenza, raffinatezza estenuata, volgarità crassa, violenza e fragilità estreme che mi pare tipico anche del nostro oggi, e di ogni tramonto d'Imperi.
Molte delle loro parole, e quelle appena citate, mi vengono in mente a guardare l'ennesimo incontro del G8 in tv, a vedere un nero che crede di governare Wall Street e che ospita nella sua superprotetta tenuta in campagna bianchi, gialli e rossi, tutti ormai allo sbando.
E quindi pronti - dopo aver fatto le loro cortesi cenette insieme- a mangiarci tutti.
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