mercoledì 9 luglio 2025

premi

La guerra è finita.

E' giunto finalmente il momento delle premiazioni.


I palestinesi riceveranno una città umanitaria tutta per loro. 

Altro che quel cesso di Rafah in cui vivevano prima!

Ora quella è stata rasa al suolo, i suoi abitanti non ci sono più, ma torneranno dai campi profughi per risiedere nella nuova città del sole, costruita sulle sue macerie.

Lì staranno finalmente in pace ed in sicurezza, saranno curati e nessuno li bombarderà più.

La Croce Rossa andrà a visitarli ogni tanto e verificherà il loro benessere ed il trattamento umano a loro riservato da chi li custodisce con attenzione e cortesia.

E' già accaduto a Theresienstadt, poco meno di un secolo fa.


Gli israeliani avranno in premio i loro recenti trofei di guerra: gli scalpi di 100.000 nemici morti, la Striscia di Gaza interamente rioccupata, la Cisgiordania sotto controllo, il Libano e l'Iran sotto schiaffo, le schegge delle bombe americane come souvenir sul comò.

Fra non molto, potranno godersi anche i nuovi resort sulla costa occupata.

E continueranno a ricevere gli attestati di vittime eterne del male e dell'odio universale, oltre che campioni della lotta ai genocidi antisemiti.


Gli americani, ancora una volta, si premieranno da soli, per aver fatto la guerra e per aver costruito la pace.

Nella loro immensa modestia (come è già stato per Kissinger e Obama), ora attendono il Nobel. 

Netanyahu -non potendo candidare se stesso- ha già inoltrato la sua proposta per un amico.

Col sostegno degli sponsor europei, anche qui potrebbero farcela.

martedì 8 luglio 2025

dediche

Dedicato a tutti i capi (di governo, di stato, di eserciti...)

L'inganno è perfetto. E' l'inganno di ogni capo. Tutti i capi fanno in modo di essere preceduti nella morte dalla loro gente. In realtà essi cacciano avanti la loro gente verso la morte, per poter restare più a lungo in vita. L'astuzia è sempre la stessa. Il capo vuole sopravvivere, e perciò si rafforza. Quando egli ha dei nemici a cui sopravvivere tutto va bene; altrimenti, sopravviverà alla sua stessa gente. In ogni caso, egli si serve degli uni e degli altri, alternativamente o simultaneamente. Dei nemici ci si serve apertamente: essi sono, appunto, nemici. Della sua gente invece può servirsi solo di nascosto...

Dedicato a Donald e chiunque randelli a destra e a manca, ovunque sia:

Nelle isole Figi troviamo l'immagine dell'eroe che da solo, senza timore, s'avventa in mezzo ai nemici. Una leggenda narra che un fanciullo cresceva presso la madre, senza conoscere il proprio padre. Minacciando la madre, egli riuscì a farsi dire il nome del padre, e non appena seppe che si trattava del re del cielo si mise in cammino verso di lui. Il padre fu deluso a vedere suo figlio così piccolo: aveva bisogno di uomini, non di bambini, giacchè proprio in quel momento si trovava in guerra. Gli uomini che circondavano il re risero del bambino; questi, allora, con una clava spaccò il cranio a uno di essi. Il re rimase ammirato ed esortò il bambino a restare. Il mattino successivo, prestissimo, i nemici avanzarono contro la città con urla di guerra e gridarono: Vieni fuori, o re del cielo, poichè siamo affamati. Vieni fuori affinchè possiamo mangiare. Il bambino si levò e disse: Nessuno mi segua. Rimanete tutti in città!

Prese la clava fabbricata con le sue mani e si avventò in mezzo ai nemici colpendo furiosamente intorno a sè, a destra e a sinistra. Ad ogni colpo ne uccideva uno, finchè i rimasti fuggirono. Egli allora sedette su un mucchio di cadaveri e gridò, così che lo sentissero dalla città:  Venite fuori e portate via i morti!

Più volte, in seguito, ancora il bambino colpì i nemici del padre, finchè le loro anime divennero docili ed essi giunsero dal re del cielo con offerte di pace: Abbi pietà di noi, o signore, lasciaci in vita!  Così il re non ebbe più nemici, e la sua sovranità si estese su tutto il cielo...

(E. Canetti, Massa e potere, 1960)