martedì 29 luglio 2025

Mai e sempre

Lo Stato di Palestina non ci sarà mai. Inutile e ipocrita riconoscerlo simbolicamente, mentre si continua ad armare Israele e a collaborare con Netanyahu a tutti i livelli. Due popoli, due stati, favoletta e foglia di fico che vale solo per i nostri governi criminali: un popolo è sotto sterminio e si trasformerà nell'ennesima torma di transfughi e deportati: nuova diaspora, ma non più per ebrei agiati in Europa. Salvo i pochi che sono già riusciti a fuggire, per tutti gli altri palestinesi saranno decenni eterni di campi profughi, come già accade per i saharawi e i rohinga.  L'altro popolo, lo stato ebraico si sta prendendo tutto, e glielo concederemo, come sempre.

L'Unione europea non ci sarà mai. Se non per farsi fortezza contro i migranti poveri o per controllare i suoi stessi cittadini. Ma non potrà mai sostituire gli Stati e gli eserciti nazionali, nè rappresentare una controparte credibile nelle relazioni internazionali. Il 'buon accordo' con gli Stati Uniti lo dimostra ancora una volta: tassi triplicati, acquisto di armamenti a senso unico, condizioni-capestro unilateralmente imposte. Una resa umiliante, che accelererà il declino definitivo del nostro continente. Non che siano da preferire i capitalisti europei a quelli americani. Ma dobbiamo sapere che in questo modo ci consegneremo -come sempre- mani e piedi alle sorti tragiche di un Occidente che sta per essere sopraffatto dalle catastrofi climatiche e dal dominio economico-finanziario-militare di altre potenze emergenti.

L'Italia non ci sarà mai. Saremo sempre un paese-vassallo, ed ancor più nell'avanzante modello neo-feudale. La Meloni, peraltro -inutile stracciarsi le vesti- si è consegnata alla Von der Leyen così come avrebbero fatto Conte, Letta, Renzi o Monti (per non parlare di Draghi). Tra qualche anno, quando saremo rovinati, tutti potranno -come sempre- dar la colpa all'Europa e alle sue decisioni unilaterali ed imposte agli Stati. Non me ne frega nulla della patria e della nazione, ma fa rabbia vedere come anche dietro tanta retorica sovranista si nasconda -come sempre- la sudditanza di tutta la nostra storia, tipica di una condizione coloniale e non certo di una democrazia compiuta (ma neppure di un vero Stato nazionale).





lunedì 28 luglio 2025

salvezza dal cielo

La terra si fa invivibile, l'umanità ha scelto di renderla tale.

Capitalocentrismo, certo, ma siamo tutti più che collusi.

Il caldo soffocante e gli incendi si susseguono, distruggendo quel che resta dei boschi, 

Aumenta la CO2, sgelando le nevi eterne.

Si guarda verso il cielo, in attesa d'acqua dagli elicotteri.

Ma sarà -sempre più- come svuotare l'oceano con un secchiello.


La fame avanza, a Gaza e non solo.

Solo i ricchi (pochi altri, ma sempre di più) e gli agiati (molti di noi, ma sempre di meno) mangiano tranquilli.

I miserabili sono lasciati soli nel deserto, sui barconi, sotto le bombe.

Gli aiuti, ancor più miserabili, scendono dal cielo.

E loro accorrono, nella disperazione, umiliandosi ancora ai piedi dei loro nemici, prima di essere uccisi da quegli stessi che ora li curano.


La guerra si fa irreversibile, irrefrenabile, invincibile.

Militarismo di politici ed armieri, certo, ma anche securitarismo ed identitarismo quotidiano.

Il riarmo procede, senza requie nè memoria di un passato anche recente.

Un passato che ritorna, ma ancor più scientificamente mirato alla distruzione del simile dal simile.

Non c'è scampo sulla terra.

Si guarda al cielo, attendendo -invano- l'intervento di un qualunque dio.

Purchè non sia quello degli Ebrei, che è già da tempo in campo.



venerdì 11 luglio 2025

disobbedienze

Voglio ringraziare i due studenti che hanno deciso di non dare l'orale alla maturità.

Lottare per uscire dalla macchina tirannica delle valutazioni e del merito è una prima azione decisiva per la liberazione dei giovani dal mondo che gli adulti hanno costruito per loro e a loro discapito.

A discapito e nella trascuratezza più totale verso il senso ed i valori della relazione educativa, a scuola e nelle Università.

E' importante che qualcuno di loro ce lo ricordi ancora e non ce la faccia passare liscia.

E che scateni le reazioni di ministri, presidi, giornalisti e politici contro un inatteso boicottaggio di rituali consunti e autoritari.

La valutazione non dà voti, nè tanto meno sentenzia presunte maturità.

Quando mai arriveremo a togliere valore legale ai titoli di studio?

Quando la faremo finita con questi titolifici di massa?


La valutazione è un processo che non possiamo evitare.

Riflettiamo continuamente su noi stessi e sugli altri, su quel che va o che non va.

Ma deve avvenire all'interno di un processo formativo che è fatto di intese, conflitti, cooperazioni, discese e risalite, eventi e casualità, ripetizioni e novità.

E non deve avvenire in un clima ansiogeno, competitivo, prestazionale, comparativo.

E' da questo che quei giovani provano a fuggire, come molti altri (che se ne lamentano, ma senza agire o protestare apertamente ed insieme ad altri...).

Li ascolto ogni giorno, tra una lezione ed un'altra, tra un esame ed un altro.

Sarebbe importante, anche per noi adulti, non lasciarli soli.


PS: Sto leggendo Diluvio di S. Markley: un bel romanzo sulla catastrofe climatica e sulle azioni dirette nonviolente dei prossimi anni.

PPS: Ieri è morto un altro grande disobbediente, Goffredo Fofi. Un grazie anche a lui ed al suo amabile ed amorevole caratteraccio.






mercoledì 9 luglio 2025

premi

La guerra è finita.

E' giunto finalmente il momento delle premiazioni.


I palestinesi riceveranno una città umanitaria tutta per loro. 

Altro che quel cesso di Rafah in cui vivevano prima!

Ora quella è stata rasa al suolo, i suoi abitanti non ci sono più, ma torneranno dai campi profughi per risiedere nella nuova città del sole, costruita sulle sue macerie.

Lì staranno finalmente in pace ed in sicurezza, saranno curati e nessuno li bombarderà più.

La Croce Rossa andrà a visitarli ogni tanto e verificherà il loro benessere ed il trattamento umano a loro riservato da chi li custodisce con attenzione e cortesia.

E' già accaduto a Theresienstadt, poco meno di un secolo fa.


Gli israeliani avranno in premio i loro recenti trofei di guerra: gli scalpi di 100.000 nemici morti, la Striscia di Gaza interamente rioccupata, la Cisgiordania sotto controllo, il Libano e l'Iran sotto schiaffo, le schegge delle bombe americane come souvenir sul comò.

Fra non molto, potranno godersi anche i nuovi resort sulla costa occupata.

E continueranno a ricevere gli attestati di vittime eterne del male e dell'odio universale, oltre che campioni della lotta ai genocidi antisemiti.


Gli americani, ancora una volta, si premieranno da soli, per aver fatto la guerra e per aver costruito la pace.

Nella loro immensa modestia (come è già stato per Kissinger e Obama), ora attendono il Nobel. 

Netanyahu -non potendo candidare se stesso- ha già inoltrato la sua proposta per un amico.

Col sostegno degli sponsor europei, anche qui potrebbero farcela.

martedì 8 luglio 2025

dediche

Dedicato a tutti i capi (di governo, di stato, di eserciti...)

L'inganno è perfetto. E' l'inganno di ogni capo. Tutti i capi fanno in modo di essere preceduti nella morte dalla loro gente. In realtà essi cacciano avanti la loro gente verso la morte, per poter restare più a lungo in vita. L'astuzia è sempre la stessa. Il capo vuole sopravvivere, e perciò si rafforza. Quando egli ha dei nemici a cui sopravvivere tutto va bene; altrimenti, sopravviverà alla sua stessa gente. In ogni caso, egli si serve degli uni e degli altri, alternativamente o simultaneamente. Dei nemici ci si serve apertamente: essi sono, appunto, nemici. Della sua gente invece può servirsi solo di nascosto...

Dedicato a Donald e chiunque randelli a destra e a manca, ovunque sia:

Nelle isole Figi troviamo l'immagine dell'eroe che da solo, senza timore, s'avventa in mezzo ai nemici. Una leggenda narra che un fanciullo cresceva presso la madre, senza conoscere il proprio padre. Minacciando la madre, egli riuscì a farsi dire il nome del padre, e non appena seppe che si trattava del re del cielo si mise in cammino verso di lui. Il padre fu deluso a vedere suo figlio così piccolo: aveva bisogno di uomini, non di bambini, giacchè proprio in quel momento si trovava in guerra. Gli uomini che circondavano il re risero del bambino; questi, allora, con una clava spaccò il cranio a uno di essi. Il re rimase ammirato ed esortò il bambino a restare. Il mattino successivo, prestissimo, i nemici avanzarono contro la città con urla di guerra e gridarono: Vieni fuori, o re del cielo, poichè siamo affamati. Vieni fuori affinchè possiamo mangiare. Il bambino si levò e disse: Nessuno mi segua. Rimanete tutti in città!

Prese la clava fabbricata con le sue mani e si avventò in mezzo ai nemici colpendo furiosamente intorno a sè, a destra e a sinistra. Ad ogni colpo ne uccideva uno, finchè i rimasti fuggirono. Egli allora sedette su un mucchio di cadaveri e gridò, così che lo sentissero dalla città:  Venite fuori e portate via i morti!

Più volte, in seguito, ancora il bambino colpì i nemici del padre, finchè le loro anime divennero docili ed essi giunsero dal re del cielo con offerte di pace: Abbi pietà di noi, o signore, lasciaci in vita!  Così il re non ebbe più nemici, e la sua sovranità si estese su tutto il cielo...

(E. Canetti, Massa e potere, 1960)