Il foruncolo era giunto a maturazione sotto l'effetto del caldo umido del pomeriggio, il pus verdasro premeva sotto la pelle, sottile come un foglio di carta. Accanto alla gamba destra scorsi un pezzo di ferro arrugginito, lo raccolsi con la mano destra e mi servii del bordo affilato per aprire delicatamente la punta dell'ascesso. Sentii un leggero fruscio, come quando si taglia un pezzo di seta. In bocca mi aumentò la salivazione...mi doleva, ma strinsi i denti e continuai a tagliare. Sul bordo della lama si attaccò un pezzo di carne putrida verdastra. L'avevo aperta, ne uscì sangue misto a pus.
Perchè fare gli schizzinosi! Questa era la vita! E la trovavo molto bella! Era come un viso, che diventa più bello quando è stato pulito dal trucco. In effetti, solo una volta diventato grande che la gente ama i propri foruncoli come ama le proprie pupille. Ma da quel giorno, una vaga sensazione mi disse che la cosa più tragica e terribile di questo mondo è la buona coscienza. Questa cosa a forma di patata dolce, puzzolente come il pesce marcio e color miele è la calamità che mina l'ordine del mondo. Molto tempo dopo, mentre passavo per un ricco centro commerciale, vidi la gente che inchiodava la buona coscienza su una graticola e la arrostiva su un bel fuoco a carbone. Il profumo era inebriante, e allora capii perchè quel mercato era così prospero.
(Mo Yan, La colpa, 1986)
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