martedì 25 aprile 2017

libertà? di non essere stato

Gabriele del Grande, appena arrivato all'aeroporto di Bologna, finalmente libero, ha dichiarato: non mi è stato torto un capello, ma sono stato vittima di una violenza istituzionale.
Le istituzioni, e non solo quelle turche -sfacciatamente autoritarie-, sono ormai nemiche della libertà, comunque se ne ammantino.
E comunque ci avvolgano, ci avviluppino, ci attornino e ci blandiscano.
Sino a quando stiamo lì, obbedienti e docili, va tutto bene (fuorchè noi e la nostra vera libertà).
Ma appena disobbediamo, critichiamo, cerchiamo di divincolarci e svincolarci da esse, ecco che ci arrivano addosso ricatti, pressioni, minacce, attacchi, aggressioni.
Al fine di farci paura, e farci così tornare nei ranghi.
Non si può pensare che questo sistema di relazioni possa far crescere la fiducia tra cittadini e stati.
Anzi, fanno aumentare il rifiuto, il boicottaggio coperto o scoperto, le trasgressioni clandestine, le resistenze e le renitenze.

Macron ha uno slogan ('En marche'), che però manca di un accento finale: il suo vero slogan dovrebbe essere 'En marchè' (nel mercato). Niente di più convenzionale e scontato.
L'unico che 'ci marcia' è lui. Insieme alle borse che, non a caso, festeggiano.
Eppure, è bastato che si sia presentato come un personaggio fuori dai partiti e ha conquistato in pochissimi mesi il voto di milioni di francesi.
Ci si vuole liberare di qualcosa, confusamente magari, passando dalla padella alla brace probabilmente. Ma è un processo chiaro e lampante, di liberazione dai partiti, quello che è in corso oggi.

I vaccini faranno pure bene alla salute, avranno ridotto la mortalità, avranno debellato molte malattie endemiche. Niente da eccepire, parlano i fatti.
Eppure, un bel po' di gente non si fida più dell'OMS, dei medici e dei farmacologi: li vede come una casta che difende i propri interessi istituzionali, i propri privilegi di parte.
Il contenuto, questa volta, sono i vaccini, ma il problema sta soprattutto altrove: nell'arroganza di una nemesi medica senza scrupoli e senza ritegno.

Lo stesso vale per le ONG e il loro ruolo nella questione migranti: salveranno pure migliaia di disperati al giorno, dedicheranno le loro vita al bene dell'umanità reietta e negletta.
Ma molta gente non è stupida e vede quel che sta accadendo: gli stati, i trafficanti e le ONG ci marciano, sono collusi, stanno in piedi grazie ai poveracci, e vivono alle loro spalle.
Non è in questione la bontà della polpa di salmone (anche se molti sono più che altro lepri in salmì); è il sistema della cooperazione e della solidarietà pietosa che non va, sarebbe onesto almeno ammetterlo.

Nei giorni scorsi abbiamo organizzato una serie di incontri in facoltà sulle scuole libertarie e non statali: anche qui è sempre più evidente che lo stato sta perdendo il monopolio dell'istruzione scolastica. Le famiglie non si fidano più: non vogliono più affidare i loro figli a scatola chiusa ad un sistema malmesso, autoritario e arrogante. Preferiscono cercare o creare altre strade.
E nascono scuoline e scuolette autofinanziate ed autogestite.
Ancora una volta: non si rifiuta l'educazione, ma chi la vuole imporre a modo suo e per i suoi esclusivi fini.

Insomma, in questa festa della liberazione chiediamoci: chi sono i nazifascisti e i totalitari oggi ?
Non lasciamoci distrarre da leghisti, lepenisti e poundisti, non coglieremmo nel segno.
Quelli sono soltanto l'effetto reattivo e sussidiario di una causa ben più profonda: la violenza delle istituzioni, degli stati e dei mercati.
Non possiamo avere l'una senza gli altri.
Ma chi è disposto a riconoscerlo e a liberarsene ?






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