Gabriele
del Grande, appena arrivato all'aeroporto di Bologna, finalmente
libero, ha dichiarato: non mi è stato torto un capello, ma sono
stato vittima di una violenza istituzionale.
Le
istituzioni, e non solo quelle turche -sfacciatamente autoritarie-,
sono ormai nemiche della libertà, comunque se ne ammantino.
E
comunque ci avvolgano, ci avviluppino, ci attornino e ci blandiscano.
Sino
a quando stiamo lì, obbedienti e docili, va tutto bene (fuorchè noi
e la nostra vera libertà).
Ma
appena disobbediamo, critichiamo, cerchiamo di divincolarci e
svincolarci da esse, ecco che ci arrivano addosso ricatti, pressioni,
minacce, attacchi, aggressioni.
Al
fine di farci paura, e farci così tornare nei ranghi.
Non
si può pensare che questo sistema di relazioni possa far crescere la
fiducia tra cittadini e stati.
Anzi,
fanno aumentare il rifiuto, il boicottaggio coperto o scoperto, le
trasgressioni clandestine, le resistenze e le renitenze.
Macron
ha uno slogan ('En marche'), che però manca di un accento finale: il
suo vero slogan dovrebbe essere 'En marchè' (nel mercato). Niente di
più convenzionale e scontato.
L'unico
che 'ci marcia' è lui. Insieme alle borse che, non a caso,
festeggiano.
Eppure,
è bastato che si sia presentato come un personaggio fuori dai
partiti e ha conquistato in pochissimi mesi il voto di milioni di
francesi.
Ci
si vuole liberare di qualcosa, confusamente magari, passando dalla
padella alla brace probabilmente. Ma è un processo chiaro e
lampante, di liberazione dai partiti, quello che è in corso oggi.
I
vaccini faranno pure bene alla salute, avranno ridotto la mortalità,
avranno debellato molte malattie endemiche. Niente da eccepire,
parlano i fatti.
Eppure,
un bel po' di gente non si fida più dell'OMS, dei medici e dei
farmacologi: li vede come una casta che difende i propri interessi
istituzionali, i propri privilegi di parte.
Il
contenuto, questa volta, sono i vaccini, ma il problema sta
soprattutto altrove: nell'arroganza di una nemesi medica senza
scrupoli e senza ritegno.
Lo
stesso vale per le ONG e il loro ruolo nella questione migranti:
salveranno pure migliaia di disperati al giorno, dedicheranno le loro
vita al bene dell'umanità reietta e negletta.
Ma
molta gente non è stupida e vede quel che sta accadendo: gli stati,
i trafficanti e le ONG ci marciano, sono collusi, stanno in piedi
grazie ai poveracci, e vivono alle loro spalle.
Non
è in questione la bontà della polpa di salmone (anche se molti sono
più che altro lepri in salmì); è il sistema della cooperazione e
della solidarietà pietosa che non va, sarebbe onesto almeno
ammetterlo.
Nei
giorni scorsi abbiamo organizzato una serie di incontri in facoltà
sulle scuole libertarie e non statali: anche qui è sempre più
evidente che lo stato sta perdendo il monopolio dell'istruzione
scolastica. Le famiglie non si fidano più: non vogliono più
affidare i loro figli a scatola chiusa ad un sistema malmesso,
autoritario e arrogante. Preferiscono cercare o creare altre strade.
E
nascono scuoline e scuolette autofinanziate ed autogestite.
Ancora
una volta: non si rifiuta l'educazione, ma chi la vuole imporre a
modo suo e per i suoi esclusivi fini.
Insomma,
in questa festa della liberazione chiediamoci: chi sono i
nazifascisti e i totalitari oggi ?
Non lasciamoci distrarre da leghisti, lepenisti e poundisti, non
coglieremmo nel segno.
Quelli
sono soltanto l'effetto reattivo e sussidiario di una causa ben più
profonda: la violenza delle istituzioni, degli stati e dei mercati.
Non
possiamo avere l'una senza gli altri.
Ma
chi è disposto a riconoscerlo e a liberarsene ?
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