Sommamente urgente è questo
silenzio che viene. Urgentissimo
il silenzio in masse accatastate
quasi crolla sul tutto in attesa.
Forse si muore oggi -senza morire.
Si spegne il fuoco al centro.
Sanguinano le bandiere. Generale è
la resa.
Ciò che nasce ora crescerà in
prigionia.
(in Un niente più grande)
(…)) digitavo numeri, e dicevo
come va?
io sto bene, sono arrivata bene
io ancora sono qui
e sto bene e tutto
va bene e voi? e lì ? E ancora
fingevo la norma micidiale degli
umani
e ancora uno scricchiolio mi
avvisava
d'uno splendido crollo imminente
che in me precipitava verso una luce
perfetta come un infinito.
Lo scricchiolio era dolcissimo.
Il vacillare era dolcissimo.
Tutto era come un lungo addio.
(da Scena dell'arrivo)
(…)A questo punto del mondo, alto
sulla città vecchia,
a questa cuccia di luce e conforto
in cui abbiamo amato meglio che
potevamo
e dormito bene nella sua pace
e fatto tutte le cose umane
delle vite, al mio cuore
senza tristezza che tutto saluta
contento, come esercizio
di distaccamento, come grande
scuola del trasloco e del suo
lasciare la presa.
Vi lascio, cose.
Il vostro mancarmi sia la melodia
che ora mi guida.
La schiena liberata dal peso
stia dritta in attesa
della più alta impresa.
Il bastarmi del niente e del poco
che serve.
E il resto sia vuoto. Sia intesa
con tutto ciò che non pesa.
(da Esercizio del trasloco, in Per
solitario andare)
da Mariangela Gualtieri, Bestia di
gioia, Einaudi, Torino, 2010, p. 52-3, 92-3, 114-5)
Arrampicare è uno sport, un gioco
all'aria aperta, ma con il vuoto squadernato sotto, pronto a far
valere la sua legge di gravità, senza eccezioni(...)
Scrivo queste righe per
accompagnamento ad una guida di arrampicata e divago pensando a come
queste poche osservazioni si possano applicare senza uso di rocce e
di strapiombi.
Mi comporto così anche senza
scalare?
Qualche volto avverto il vuoto sotto
i piedi, un avanzare a bordo di precipizio.(...)
Proseguo lungo il tratto esposto,
vado a istinto e penso che ho conosciuto vuoti più violenti(...) Mi
spingeva una volontà di stare in quei posti e in quei tempi, uno
sbaraglio assunto perchè sì, e perchè il no valeva diserzione.
Oggi in un vuoto esposto alla
malora, a una rovina, penso che sono pratico di precipizi. Pure senza
equilibrio di funambolo, so di che tratta la legge detta della
gravità. Tratta di cose gravi, che hanno un peso ma non sono
zavorra, mentre al contrario sono sostanza, voce costituente della
mia persona.
E' PERICOLOSO SPORGERSI, dice il
cartello ufficiale dei tempi correnti. E' necessario farlo.
(Erri de Luca, Il più e il meno,
Feltrinelli, Milano, 2015, pp.105-6)
Un corpo sfolgora di luce in un
immenso buio. L'ambiente impersonale che lo circonda -come il mondo
fuori dalla finestra- può essere dimenticato. Il corpo del
desiderio svelato nelle tenebre, tenebre che non dipendono dall'ora
del giorno o della notte, ma dalla vita su questo pianeta così
com'è, il corpo desiderato, sfolgorante come un'apparizione, invita
ad andare oltre - non attraverso un gesto provocatorio, bensì
attraverso la nuda realtà della sua capacità di sentire, e promette
l'universo che sta sotto la sua pelle, invitandoti a partire. Sul
volto desiderato c'è un'espressione che va oltre, molto oltre,
l'invito, perchè è un riconoscimento di sé, della crudeltà del
mondo e dell'unico rifugio, l'unico dono: dormire insieme. Qui. Ora.
(John Berger, Canzone d'amore, in E
i nostri volti, amore mio, leggeri come foto, B. Mondadori, Milano,
2008, pp.122-3)
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