lunedì 4 marzo 2024

il velo squarciato

 

L'infinito sterminio dei palestinesi ha trovato il suo acme qualche giorno fa: l'esercito israeliano ha ferito ed ucciso centinaia di esseri umani accalcati e disperati, che cercavano di acchiappare -da camion gentilmente offerti- una pagnotta o un sacchetto di farina.

Le nostre televisioni si arrabattano, anche stavolta, a cercare di fare distinguo, a proporre interpretazioni, a rincorrere le varie e contraddittorie foglie di fico dei loro amichetti d'oltremare.

I nostri politici si sbracciano e si lamentano che il cessate il fuoco, chissà perché, non arrivi ancora.

Intanto, la guerra genocida va avanti, tra un corteo e l'altro di sbrindellati (e manganellati) giovinastri.


La Caio Duilio nel frattempo ha iniziato a colpire gli Houti.

Diritto di difesa, così viene chiamata la guerra,come sempre è stato.

Ci stiamo entrando, in quell'inferno, a piedi uniti.

Anche lì, qui da noi, si fa finta che non stia accadendo nulla di nuovo o di terribile.

Le veline ci rassicurano, ma il salto è evidente: il governo italiano sta capeggiando una missione di guerra nel Mar Rosso, un'area chiave della globalizzazione mondiale.

Non saremo più risparmiati, come accaduto sinora per motivi neanche troppo occulti.

Stiamo diventando nemici in prima linea, e ne pagheremo direttamente tutte le conseguenze.


Non è un caso che si inizi a rumoreggiare anche in casa Nato.

Macron suggerisce di mandare truppe di terra europee in Ucraina.

Scholz dice no, ma i suoi ufficiali ne discutono in segreto.

Austin ci ricatta dichiarando che se l'Ucraina perde la guerra, la Nato dovrà entrare in guerra con la Russia.

Il disastro accelera e si muove su un piano che appare sempre più inclinato.

Stabiliti più precisamente e rigidamente i rispettivi fronti, la guerra nucleare tra i nuovi blocchi politico-militari diverrà un'opzione sempre più probabile.

Ed il territorio europeo si candida, come sempre, ad essere il suo più probabile campo di battaglia (sempre che di battaglie si potrà ancora parlare, in uno scontro nucleare).

1 commento:

  1. Quando l'occidente perde, gli rimane l'arroganza del latrato.

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