domenica 3 marzo 2024

il tra-mondo dell'uccidente

 Per un Benjamin illudetico.

Nei Passaggi Benjamin si oppone nuovamente, nel modo più energico, alle pratiche di 'dominio' e 'sfruttamento' della natura da parte delle società moderne. Ancora una volta rende omaggio a Bachofen per aver dimostrato che l''idea feroce dello sfruttamento della natura' non esisteva nelle società del passato, dove la natura era vista come una madre dispensatrice di doni. Per Benjamin, come del resto per Engels o Reclus, non si tratta di tornare a un passato preistorico, ma di proporre la prospettiva di una nuova armonia tra la società e l'ambiente naturale.

Il pensatore che per lui incarna questa promessa di una futura riconciliazione con la natura è il socialista utopico Charles Fourier. É solo in una società socialista, in cui la produzione cesserà di essere fondata sullo sfruttamento del lavoro umano, che 'il lavoro perderebbe a sua volta il carattere di sfruttamento della natura da parte dell'uomo e si effettuerebbe secondo il modello del gioco infantile che in Fourier è alla base del travail passionnè des harmonies...Un tale tipo di lavoro animato dal gioco non è diretto alla produzione di valore, ma al miglioramento della natura. Una terra ordinata secondo questa immagine sarebbe un luogo in cui l'azione e il sogno diverrebbero fratelli'. Nella Tesi sul concetto della storia Benjamin ritorna ancora una volta su Fourier, l'utopista visionario che sognava 'un lavoro che, lontano dallo sfruttare la natura, è in grado di sgravarla delle creazioni che, in quanto possibili, sono sopite nel suo grembo', sogni la cui espressione poetica sono le sue 'fantasticherie', in realtà piene di 'senso sorprendentemente sano'... Per il positivismo socialdemocratico, invece, 'il lavoro ha per sbocco lo sfruttamento della natura, che viene contrapposto, con ingenua soddisfazione, allo sfruttamento del proletariato'. Questo discorso positivista, per Benjamin, 'mostra già i tratti tecnocratici che più tardi si incontreranno nel fascismo'.

Sempre in quest'opera del 1940, troviamo un'ampia critica alle illusioni della sinistra -prigioniera dell'ideologia del progresso lineare- riguardo al fascismo, che sembra considerare come un'eccezione alla norma del progresso, una regressione inspiegabile, una parentesi nel progredire dell'umanità. Benjamin aveva perfettamente colto la modernità del fascismo, il suo intimo rapporto con la società industriale/capitalista contemporanea. Da qui la sua critica, nella tesi VIII, rivolta a coloro che si stupiscono che il fascismo sia 'ancora' possibile nel XX secolo, accecati dall'illusione che il progresso scientifico, industriale e tecnico sia inconciliabile con la barbarie sociale e politica...Ma solo una concezione senza illusioni progressive può spiegare un fenomeno come il fascismo, profondamente radicato nel moderno progresso industriale, che era possibile invece, in ultima analisi, proprio soltanto nel XX secolo.

Già nel 1928, in Strada a senso unico, Benjamin denuncia l'idea del dominio sulla natura come discorso 'imperialista' e propone una nuova concezione della tecnica come 'gestione dei rapporti tra natura e umanità'. 'Le vecchie usanze dei popoli sembrano inviarci un avvertimento: astenerci dal gesto di avidità quando si tratta di accettare ciò che abbiamo ricevuto così abbondantemente dalla natura...Se un giorno la società fosse in pericolo a causa della sua avidità e si trovasse al punto di rubare i doni della natura, il suo suolo si impoverirà a tal punto da far fallire il raccolto...'

In questo libro troviamo anche, con il titolo Segnalatore d'incendio, una premonizione storica delle minacce del progresso, intimamente associate allo sviluppo tecnologico guidato dal capitale:' Se la liquidazione della borghesia non si sarà compiuta a un punto quasi calcolabile dello sviluppo economico e tecnico (lo segnalano inflazione e guerra chimica) tutto sarà perduto. Prima che la scintilla raggiunga la dinamite, la miccia accesa va tagliata.'.. La filosofia pessimistica della storia di Benjamin si manifesta in modo particolarmente acuto nella sua visione del futuro europeo: 'Pessimismo su tutta la linea. Pessimismo assoluto. Sfiducia nella sorte della letteratura, sfiducia nella libertà, sfiducia nella sorte dell'umanità europea, ma soprattutto sfiducia, sfiducia, sfiducia verso ogni forma di intesa: tra le classi, tra i popoli, tra i singoli. E illimitata fiducia solo nel gruppo Farben (quello che sta per inventare lo ZyklonB, che gaserà milioni di persone nei lager, ndr) e nel perfezionamento pacifico dell'aviazione'.

Nelle Tesi sul concetto di storia, Benjamin fa spesso riferimento a Marx, ma su un punto importante prende le distanze dall'autore del Capitale: 'Marx dice che le rivoluzioni sono la locomotiva della storia universale. Ma forse le cose stanno in modo del tutto diverso. Forse le le rivoluzioni sono il ricorso al freno d'emergenza da parte del genere umano in viaggio su questo treno'.


(da M.Loewy, La rivoluzione è il freno di emergenza. Saggi su W. Benjamin, Ombre corte, 2020)


1 commento:

  1. La locomotiva va verso un punto morto oramai. Si salverà chi non morirà nello schianto.

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