mercoledì 24 gennaio 2024

l'età del Risarcimento

 

RINASCIMENTO


Gli ultimi cinquecento anni dell'Europa hanno avuto il loro cominciamento con il Rinascimento.

Qualunque cosa sia davvero stato (rinascita dai tempi bui, nascita dell'umanesimo, scoperta di nuovi mondi, alba del laicismo...), rappresenta per la nostra cultura il passaggio verso la modernità (qualunque cosa questa parola possa significare).

Un moto propulsivo ha permeato così l'Occidente, che ha invaso e sterminato altri popoli e culture, producendo una prima globalizzazione del pianeta.

Quel tempo di espansione e sviluppo ha trovato -tra il Sei ed il Settecento- il suo completamento (lucente o rovinoso, fate voi) nelle infinite guerre (dei Trenta o Cent'anni), nelle dialettiche dell'Illuminismo e nell'illimitata rivoluzione industriale.


RISORGIMENTO


XIX e prima metà del XX secolo sono stati caratterizzati dal Risorgimento: dei popoli e delle nazioni (cioè -di fatto- degli Stati), sia in Europa -contro gli Imperi- sia negli altri continenti -contro i colonialisti europei.

La fine della modernità ha prodotto il contemporaneo dileguarsi dei dispotismi assolutistici e la costituzione di Stati più o meno democratici, a loro volta rivoltati da nuove dittature, per poi giungere alla pax romana governata dalla deterrenza russo-americana.

Vi sono stati vari conati di risorgimento -soprattutto tra i '60 e gli '80- volti a superarla, con risultati potenti e controversi.

Questo tempo si è concluso però soltanto -in una decina d'anni- con il crollo del Muro di Berlino e delle Twin Towers.


RISARCIMENTO


Viviamo oggi la fase storica che provo a definire del Risarcimento.

Tutti lo esigono, infatti:

-le persone, che ritengono di essere state tradite, ferite, trattate ingiustamente e che si sentono in credito verso chiunque (genitori, educatori, insegnanti, venditori, automobilisti, giudici, politicanti...);

-i gruppi sociali, che non si sono sentiti ascoltati, valorizzati, rispettati, ma soltanto usati e strumentalizzati dal politico o dal burocrate di turno; ogni 'famiglia' chiede di avere quel che hanno (avuto) le altre, che hanno sempre avuto di più e meglio della nostra;

-i popoli e le nazioni, che -dopo aver vissuto più o meno intensamente gli anni ruggenti del capitalismo, godendono gli effetti e/o sopportandone i costi, non sono disposti a viverne l'attuale decadenza e la prossima catastrofe, e pretendono assicurazioni e rassicurazioni senza fine;

-il pianeta, che chiede il conto (che -visto che non siamo capaci di cambiare- inizia a presentarsi sempre più caro).

Le parole del nostro tempo sono: rivalsa, risentimento, rivendicazione, vendetta.

Il modello più lampante ed estremo di questa fase è lo Stato di Israele: può permettersi tutto (e dobbiamo permettergli tutto) proprio in quanto totale ed eterna vittima in perpetuo e inestinguibile stato di risarcimento.

L'umanità è ormai salita su un treno ad altissima velocità che corre pazzamente, su un binario morto.

Nessuno ci risarcirà, dopo il deragliamento.



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