mercoledì 22 febbraio 2023

guerra, ancora guerra, solo guerra

 

In questo anno di guerra l'Europa ha definitivamente rinunciato a se stessa.

É tornata, attraverso la Nato, a coincidere totalmente con decisioni, volontà, interessi e prospettive dettate dagli Stati Uniti.

Siamo liberi, ma non di decidere altrimenti.

In questo anno di guerra è cresciuta esponenzialmente la nostra co-belligeranza.

Non la si può più nascondere dietro un dito.

La Nato è in guerra contro la Russia, minaccia la Cina, vuole ridimensionare l'autonomia europea.

Tutto questo è ormai chiaro ed evidente a chiunque.

Abbiamo scelto il cavallo zoppo, ed abbiamo scelto di perdere la guerra con lui.

Perchè gli Stati Uniti non hanno mai più vinto una guerra, dal Vietnam in poi.

Ma, ancora una volta, gli Stati Uniti -per difendere le nostra libertà a le nostre democrazie, come sempre- faranno la guerra sul territorio europeo.

Proseguiranno a provocare ai confini, ad espandersi militarmente nei paesi dell'est, a trasferirvi truppe ed armamenti.

Poi lasceranno devastare l'Europa dai nemici di turno (russi e/o cinesi), aggiungeranno il loro carico da novanta, e li chiameranno 'effetti collaterali da fuoco amico'.


In questo anno di guerra ci è stato detto che armare sempre più l'Ucraina avrebbe accelerato le trattative e costretto la Russia a ritirarsi e negoziare da posizioni di debolezza.

Non è avvenuto e non avverrà.

Siamo da tempo allo stallo, e nessuno potrà vincere.

Quale condizione migliore per trattare ?

Ed, invece, ognuna delle due parti insiste a dichiarare che vincerà, che la guerra sarà breve, che si arriverà a trattare solo quando l'altra parte sarà sconfitta.

L'unica logica che è sempre stata in campo, quindi, è quella della guerra per la guerra.

E se questa è la logica, l'escalation è inevitabile e può soltanto procedere innanzi, come di fatto sta già accadendo ogni giorno di più.

Ed -in questo delirio psicotico di massa- anche i pacifisti continuano a giustificare il riarmo degli ucraini ed il loro diritto alla resistenza armata.

Se si accetta questo, inutile poi implorare di andare a trattare.

Le due cose non possono stare insieme.

Quest'anno di guerra, per l'ennesima volta nella storia, sta lì a dimostrarlo.








1 commento:

  1. Giustificare il riarmo e parlare contemporaneamente di pace è appunto semplicemente delirante. Significa sposare la logica militare del concetto di pace, cioè quella "pace" che giunge dopo la resa del nemico, non importa quanto debba durare la carneficina. Il pacifismo militarista è un rovesciamento semantico in stile orweliano. Una vomitata sul buonsenso. Per cercare la pace non si può prescindere dal disarmo. Il pacifismo sincero, fuori dall'ambiguità e dal machiavellismo per novelli principi, è disarmista, antimilitarista e nonviolento. C'è da chiedersi se questa posizione sia solo marginale, o invisibilmente diffusa.

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