Le istituzioni politiche -assoggettate alle pressioni economiche- stanno proseguendo a distruggere l'equilibrio del pianeta, a determinare condizioni di continua emergenza e -in prospettiva- di sempre più probabile estinzione per le prossime generazioni.
Non a caso, gli attivisti che lottano contro questo corso degli eventi, si sono denominati 'Ultima generazione' ed 'Extinction rebellion'. Entrambi nomi molto appropriati al momento.
Nei giorni scorsi hanno macchiato di rosso le sacre mura del Senato.
A partire da febbraio saranno processati.
Il loro atto è stato giudicato 'violento' da quasi tutti i partiti e giornali, che hanno iniziato a stracciarsi le vesti, scandalizzati per l'affronto subito da quattro giovinastri scapestrati.
Escluso, se ho visto bene, Stefano
Feltri che, su 'Domani', ha scritto finalmente un editoriale chiaro e
controcorrente: https://www.editorialedomani.it/idee/commenti/clima-hanno-ragione-gli-attivisti-che-imbrattano-il-senato-eyazab7x
In esso si evidenzia come e dove risieda la violenza: non nelle macchie rosse sui muri, ma all'interno di quelle stesse mura.
La violenza è perpetrata infatti, seppur legalmente e nobilmente, proprio in quelle aule, in quelle stanze, in quegli uffici, e non fuori di essi.
Un muro si può riparare e smacchiare, non uccide nessuno e il gesto di rottura ha un effetto puramente simbolico. Ma va punito.
L'inquinamento del pianeta è irreversibile, porta allo sterminio dei viventi, ha effetti concreti e visibili già oggi su tutti noi.
Ma è deciso, agito, gestito da decisori invisibili, impunibili, intoccabili.
Ecco perché gli attivisti saranno processati e magari condannati proprio per volontà di coloro che -anonimamente ma spietatamente- stanno coscientemente distruggendo la terra su cui essi stessi vivono per seguire meri interessi economici a breve termine.
Ammantati dagli ermellini, trincerati negli augusti scranni, avvolti da retorici asserti, proseguiranno a giudicare colpevoli gli altri per smacchiare le loro omissioni, le loro omertà, le loro collusioni, i loro crimini.
Nechljudov fu colpito con straordinaria chiarezza dall'idea che tutte quelle persone erano state prese e incarcerate o deportate non perché avessero violato la giustizia o avessero commesso azioni illegali, ma solo perché impedivano ai funzionari e ai ricchi di godersi indisturbati le ricchezze che traevano dal popolo...
Questa spiegazione di tutto ciò che accadeva gli sembrava molto semplice e chiara, ma proprio questa semplicità e chiarezza facevano sì che Nechljudov esitasse nell'ammetterla.
Non era infatti possibile che un fenomeno così complesso avesse una spiegazione così semplice e terribile, non era possibile che tutte quelle parole sulla giustizia, il bene, la legge, la fede, Dio, ecc., fossero soltanto parole e nascondessero la più volgare cupidigia e crudeltà.
(Lev Tolstoj, Resurrezione, 1898)
Nessun commento:
Posta un commento