mercoledì 7 maggio 2014

mare dragosta

Treno Timisoara-Sibiu.
Intorno a me, ora, contadini, pastori con le pecore, orti. Tutto molto semplice.
Eppure la modernita avanza anche qui, soprattutto tra i giovani, imitatori totali dei paesi ricchi d`occidente.
Ieri sera giro serale al Complexul Studentesc, campus universitario.
Palazzi d`epoca sovietica, ormai assediati da pub, fast food, sale da poker.
Altra vita, altra storia. Da una dittatura a un` altra.
Passato per Arad, proprio ora. Tabula rasa elettrificata.

Entrano 4 ragazze canadesi, volontarie cristiane, grasse e annoiate.
Non fanno altro che mangiare cibo spazzatura e dolci fritti.
Non parlano tra loro, e puliscono con le salviette tutto quello che trovano. La nera chiude il coperchio della pattumiera con il gomito.
Una mi tocca, senza preavviso, e mi indica un insetto sul vetro, con faccia allarmata e schifata.
Mi dice di ammazzarlo, le dico che non mi sembra pericoloso.
La nera legge la Bibbia, un`altra Agostino.
Scopro che il treno stava viaggiando con una porta aperta.
La scritta SPALARE WC e` tradotta con RISCIACQUONE.

Fermi da mezzora in una stazione sovietica, Simeria.
E` da allra che non costruiscono e riparano nulla, sembra. Le pensiline, gli scalini, i  ponti in severo cemento scorticato, che lasciano ormai al sole la loro anima armata.
Inizio a leggere, per la prima volta, la Recherche.
Mi prende, e` il momento giusto, qui in treno ora, e per la mia vita.
Il viaggio e` a meta`, la vita gia` oltre.

L`anziana signora, ha la schiena rotta, ma il braccio forte, tedesco, sassone.
A Sibiu, mi convince a stare nel suo ostello, che non e` quello prenotato.
Assomiglia a mia nonna Vittoria.
Ha due sole camerette, che dovevano essere prima casa sua, ora lei vive fuori, sul cortile.
Di notte, una camera a testa, io e una timida ragazza rumena.

La cosa piu` bella di Sibiu, che e` un gioiello, sono gli abbaini dei tetti, che ti guardano come grandi occhi con le palpebre semichiuse, da ogni dove. Sembra di stare tra Praga e Vienna, e cosi` e` in fondo...

Brasov, panorama dal monte Tampa.

Giornata tersa,vedo i Fagaras a ovest e il Mara Mures a nord.
La funicolare con cui sono salito e` stata costruita a Milano negli anni 60, da certi Ceretti e Tanfani, che collaboravano con i comunisti, si vede.
Sono a fianco della mega scritta BRASOV che campeggia sulla citta`, tra breznev e hollywood.
Grandeur sovietica; le colonie interne le consolavano cosi`...

Anche qui, aria di elezioni europee, le prime per i rumeni.
I manifesti dei candidati sono come al solito orribili: quelli del PSD mostrano il volto stupido e inquietante di Victor Ponta (attuale premier) che sembra Renzi con gli occhiali, e del suo vice Popa, che assomiglia a qualcosa tra Alfano e Putin.

Riparto in treno anche da Brasov, dunque.
Questi giorni `mordi e fuggi` alla fine mi piacciono.
Sarebbe bello (ed e` stato bello) fare cosi` anche con le donne; incontrarle per scelta o per caso, vivere intensamente il momento, andare via presto.
La differenza e` (era) che anche loro possono venire ad incontrarti, e a rincontrarti, mentre le citta` -salvo che nei ricordi, non lo fanno...
Treno lento e silenzioso, che attraversa il verde transilvanico.
Leggo Proust e ne colgo la bellezza. Mangiucchio arachidi salate, succo di pesca, provola affumicata e tuc.
Potrei essere felice, e mi sento bene.
Ma poi guardo la mia faccia sul vetro, e mi spavento quasi per quanto e` triste, vecchia e stanca.
Ieri, due soprani al piccolo Museo Muserirul hanno cantato un bellissimo Stabat Mater di Pergolesi.

A Sigishoara, pranzo nella casa di Vlad Tepes, ispiratore primo del personaggio di Dracula.
In confronto al primo, il povero vampiro appare un pivellino.
Un giorno Vlad inizio` a farsi chiamare l`Impalatore; fece passare su per il culo sino alla spalla una lancia, senza leder gli organi vitali, e condannando decine di migliaia di turchi ad una morte lentissima.
Qui mi e` venuto da comprare dei gadget draculeschi, ieri a Bran mi e` venuto da scappare...
Ottimo pranzetto, con ciorba de fasole in pita (dentro una forma di pane) e mamaliga (polenta).
Siamo ancora in Sassonia, di fatto.
A un certo punto, dopo tante belle giornate, inizia a tuonare, piovere e grandinare di brutto.

Fra tutti questi tedeschi, ungheresi, slavi, russi, serbi, moldavi... dove stanno i rumeni ?
Passo ora per Copsa Mica (Mica vuol dire piccola, Mare vuol dire grande).
Fra poco finira` la solitudine, rivedro` Francesco e Lumi, ed altri amici, a Turda.
Mi costruisco una sposa con la sopresa dell`ovetto Kinder, cosi` anche io avro` qualcuno da sposare.

Cluj mi sembra una bella citta`, molto viva e culturalmente sofisticata.
Ieri ho visto il Don Giovanni al Teatro Magiaro, in ungherese !
Il matrimonio e` stato un misto surreale, tra Kusturica e Ceausescu, con tanto di animatore-cerimoniere-dittatore, pope farneticanti, zie folli, bevitori di rango, e continui balli forsennati, che alternavano folklore rumeno a Celentano e Laura Pausini. Roba non per me.
Francesco e Lumi inghiottiti dal tritacarne rituale.
Meno male che, al di la` di tutto, si amano. Mare Dragosta, Grande Amore.

Domani torno per qualche ora in Italia, e poi il 9 mattina verso Laos e Cambogia.
Mi sembrera` di essere un canguro, a furia di salti.
Un caro abbraccio taraneascu, dal vostro maestrul


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