Non sappiamo ora come andrà a finire in Russia.
Ma non è neppure la cosa più
importante ora.
É importante sapere e capire quel che sta già accadendo e quel che vuole dirci.
Quel che ci riguarda.
Gli Stati-nazione, perduto -oltre a vari altri requisiti centrali- il monopolio della violenza legittima, possono garantirsi la sopravvivenza soltanto attraverso un aumento della militarizzazione interna ed esterna. Il che li rende incompatibili con qualunque prospettiva -anche solo apparentemente e minimamente- democratica. Se continuano a parlarne, è solo per rassicurarci e far finta di essere sani.
Gli Stati-nazione, dopo aver -a questo fine- finanziato eserciti regolari e mercenari, si troveranno sempre più a fronteggiare conflitti e scontri per il potere tra queste stesse (ed altre) forze armate, in una nuova sorta di guerra civile tra militari.
Le guerre civili polarizzano le cittadinanze, che possono soltanto schierarsi di volta in volta le une contro le altre: già a Rostov scrosciano gli applausi alle truppe, ci si mette in posa per un selfie su un carrarmato, ci si improvvisa tifosi di una squadra o dell'altra, avvolti soltanto nel neo-fashionismo della guerra quale ultimo spettacolo della nostra vita, in cui potersi sentire -se non protagonisti-almeno spettatori privilegiati o comparse (seppur in chiaro odor di scomparsa).
Gli Stati-impero si rafforzano facendo saltare gli equilibri degli Stati-nazione che non obbediscono più o che non vogliono più sottostare al loro Ordine Mondiale.
Quel che sta accadendo ci conferma nell'interpretazione che la cobelligeranza dell'Occidente in Ucraina persegue -da sempre ed in primo luogo- proprio lo scopo che oggi sta infine ottenendo: è già accaduto in Iraq, Afghanistan e Libia, con le conseguenze che sappiamo: guerra per bande, caos politico permanente, violenze infinite, fughe migratorie incontrollate.
Ma destabilizzare la Russia è e sarà un'altra storia, per tutti.
Gli Stati-impero vogliono -come sempre nella storia- spartirsi territori e poteri, spodestando dittatori eletti nelle attuali democrature con governatori-fantoccio, ancor più prepotenti, terribili e violenti dei loro predecessori (e solo illusoriamente più controllabili nel tempo): Prigozhin già ora è questo rispetto a Putin, ma gli apprendisti stregoni che vogliono proseguire a dominare il mondo lo lasciano fare, al momento (sempre che, sotto banco, non lo stiano addirittura già sostenendo, pur di liberarsi del despota in disgrazia).
Poi, magari, per liberarsi del liberatore, ci sarà sempre tempo (forse) per fargli guerra, prima che si impossessi dei bottoni nucleari.
Questa storia parla anche del nostro prossimo futuro: comunque andrà a finire laggiù, le conseguenze per le nostre vite, ancora apparentemente lontane e protette, saranno ulteriormente catastrofiche.
Così come già avvenuto con la gestione politico-militare della pandemia, ancora freschi della sciagurata gestione dei cataclismi climatici, ci troviamo ora infatti davanti ad un altro lampante precedente che parla di guerra.
Insulsi ed impotenti quali siamo divenuti, in troppi preferiamo credere ancora alla favola che gli Stati ed i governi vogliano il nostro bene e siano lì a servirci e proteggerci.
L'Alarm-IT che tra pochi giorni si diffonderà tra i cellulari della penisola vuole anticipare qualcosa che dovrebbe davvero allarmarci (ma sembra proprio di no): si stanno preparando e ci stanno preparando, al peggio, al sempre peggio in arrivo.