martedì 22 marzo 2022

tra il dire e il fare c'è di mezzo il male

 

SI FA MA NON SI DICE

Negli ultimi tre decenni si dichiaravano 'democratici e liberali' e nel frattempo si legavano mani e piedi ai rifornimenti energetici del nuovo Zar.

Che cosa non si fa pur di evitare di fare scelte energetiche ecologiche e non centralizzate.

Negli ultimi tre decenni, dopo aver esaltato Gorbacev nella pars destruens come liberatore d'Oriente (a parole), gli abbiamo organizzato contro un bel golpe e l'abbiamo di fatto abbandonato e sostituito da quell'ubriacone di Eltsin e da quella spia di Putin.

Che cosa non si è fatto pur di evitare che la Russia entrasse nell'Unione Europea o almeno divenisse alleato del nostro continente.

Non sarebbe stato più intelligente, coerente ed innovativo che ibernare la Nato e restarci, come invece abbiamo fatto?

Negli ultimi tre decenni la Nato, anziché farsi fuori da sé, ha anzi scelto di espandersi ad est sino a circondare ed accerchiare il gigante russo.

Che cosa non si fa pur di obbedire agli Stati Uniti.

Nell'ultimo anno, il governo russo ha chiesto di tener conto delle sue esigenze e di ri-trattare la situazione di confine tra Europa e Russia. Risposte? Nessuna o, peggio ancora, negativa.

Nessuna negoziazione possibile.

Da qui, da questi tre passaggi, oggi sorge una guerra che definiamo d'aggressione.

Come se si trattasse di un raptus improvviso, una follia senza precedenti e motivazioni, una cattiveria gratuita ed insensata di un barbaro mostro.

Cosa non si fa pur di non vedere (anche) i propri torti.


SI DICE MA NON SI FA

Nel frattempo, Putin è isolato? Tutti qui dicono di sì, ma...

Non lo è da noi europei: continuiamo a succhiare gas e petrolio da mamma Gazprom.

Non lo è dai nostri cosiddetti alleati: Turchia e Israele fanno il doppio gioco e si fingono mediatori per salvaguardare solo i loro interessi; gli Emirati e i sauditi fanno il triplo gioco, come già accade da tempo con il terrorismo islamista.

Nel resto del mondo -come ha ratificato il voto all'Onu- metà della popolazione del pianeta (tra cui Cina, India, Sudafrica e vari paesi africani) si astiene e sta a guardare come andrà a finire.

In fondo, spera che perdiamo ancora.

Non saremmo noi, Occidente, ad essere isolati nel mondo?

Il mondo ci invidia, ci teme, ci imita, dipende da noi.

Ma ci odia.

Sì. Il resto del mondo dice di amarci, ma ci odia.

Ed attende, sotto sotto ma neanche troppo, un nostro ulteriore, catastrofico crac.

Afghanistan docet.


TRA IL DIRE E IL FARE C'E' DI MEZZO...IL MALE!

Putin fa la guerra e cita Gesù Cristo: 'Nessuno ha un amore più grande di questo: sacrificare la propria vita per un amico'.

I cortei per la pace invocano il riarmo nostro e dell'Ucraina.

Non è strano.

Non vedo nessuno in giro che urli 'Voglio inquinare la Terra!'.

Nessuno che esclami 'Amo la mafia!'.

E non vi è alcuno, neppure Putin, che possa sfacciatamente dire 'Facciamo la guerra!'.

Ma tutto questo (inquinamento, traffici illegali, guerra, etc) avviene regolarmente, perché sotto banco (ma neanche troppo...) si fa esattamente il contrario di quel che si dice.

La politica è questo: l'arte di manipolare il vero per rendere il male politicamente corretto (accettabile, potabile, tollerabile, condivisibile).

Lo stesso sta per avvenire rispetto ad una Terza guerra mondiale e all'uso del nucleare.

Tutti negano, ma si farà (la guerra) e si userà (il nucleare).

Al momento giusto, le giustificazioni si troveranno come sempre, statene certi.

Zelensky ha ragione su poche cose, ma su una sì: che -se i negoziati dopo la resa ucraina falliranno (come è probabile)- le grandi potenze occidentali non potranno accettare lo status quo post bellico che – a quel punto- apparirebbe inevitabilmente come una vittoria russa su tutta la linea.

E proprio lì, alla fine di questa guerra, inizieranno davvero i problemi seri anche per noi.

Perchè l'Occidente potrebbe scegliere a quel punto soltanto tra due modi di morire: o rassegnandosi impotente all'espansione russa o distruggendosi sotto le bombe in una guerra di sterminio ormai senza più confini.

4 commenti:

  1. Ho bevuto questo amaro nonviolento, sperando che mi facesse bene alla digestione. Ed ho sbagliato.

    RispondiElimina
  2. caro,
    per le favolette pacifiste che favoriscano la digestione, non mancano i siti, i giornali, le tv
    a me non fanno digerire, però, anzi, il colon si irrita ulteriormente se li ascolto...
    un abbraccio

    RispondiElimina
  3. La brutalità del finale, la catastrofe nucleare, è potenzialmente inscritta nelle premesse fondamentali che, segnatamente, non sono state "soggetto" e " oggetto" di ri- trattazione . Concordo pienamente rispetto alla tua lettura analitica, criticamente attenta e ospitante rispetto a componenti storicamente ineliminabili , da un punto di vista sostanziale ed evenemenziale; la dialettica e lo spirito del tempo , che dal passato ci riconduce al presente, è lucidamente espressa in queste pagine virtuali ma reali, poiché grondanti di verità. L' esponenziale polarizzazione antagonistica imperversa - invece - ferocemente nei tavoli di "media-azione" televisivi, ormai prontamente sgomberati dai beceri strascichi tematici inerenti al rinomato " Coronavirus" e propagandisticamente imbanditi con nuovi altri argomenti : la guerra. Nelle società occidentali, democratiche e liberali, la catechizzazione delle masse si incardina e si muove , in modo subdolo e mistificante, su altri fronti, sebbene la "banalità del male" prorompa manifestamente . Nel territorio Ucraino si sta evidentemente compiendo - a scapito di Russi e di Ucraini- una carneficina che non può essere nominalmente sublimata da espressioni linguisticamente grondanti di solenne ed esaltante patriottismo . La carneficina di un uomo- di qualsiasi uomo - non dovrebbe e potrebbe trovare alcuna ospitalità linguistica di natura etorica e orribilmente giustificante .

    RispondiElimina