giovedì 21 dicembre 2023

Ammazzando e morendo, a dio piacendo

 

Un mattino Giuliano partì prima che facesse giorno, ben equipaggiato, con una balestra in spalla e un turcasso pieno di frecce appeso all'arcione...In cima ad un ramo un gallo di macchia intirizzito dal freddo dormiva con la testa sotto l'ala. Giuliano con un colpo di spada gli recise le due zampe, e continuò per la sua strada senza neanche raccoglierlo...

Incontrò poi due caproni e, curvandosi, a piedi nudi, riuscì a giungere fino al primo...e gli immerse un pugnale nelle costole. L'altro, in preda al terrore, si buttò nel vuoto...

Di tanto in tanto passavano sulla sua testa delle gru, volando basso. Giuliano le ammazzava con la frusta, e neppure un colpo fallì...

Un capriolo balzò fuori dal fitto del bosco, apparve un daino in un crocicchio,un tasso uscì da un buco, un pavone spiegò la sua coda sul prato, e quando li ebbe uccisi tutti, si presentarono altri caprioli, altri daini, altri tassi, altri pavoni, e poi merli, gazze, puzzole,volpi, ricci, linci, un'infinità di bestie, a ogni passo più numerose...

Gli apparvero solo cose di cui poter disporre a piacimento.

Ed alla fine apparve un vallone in forma di circo, gremito di cervi.

Al pensiero di una simile carneficina, per qualche minuto, la voluttà della strage gli tolse il respiro.

Poi discese dal cavallo, si rimboccò le maniche, e cominciò a tirare.

Al sibilo della prima freccia tutti i cervi voltarono simultaneamente la testa. Si fecero dei vuoti nella loro massa; si udirono voci di lamento e un gran movimento agitò tutto il branco.

La sponda del vallone era troppo alta perché potessero risalirla. Se cercavano di uscire dal recinto,vi ricadevano.

Giuliano mirava e tirava, e le frecce cadevano fitte come la pioggia nella tempesta.

I cervi inferociti si colpivano fra loro, si impennavano, montavano gli uni sopra gli altri; e le loro corna con le corna ramose aggrovigliate formavano come un largo mucchio che nello smuoversi si sfasciava.

Infine, morirono, distesi sul terreno, con la bava alle narici, le viscere sparse, mentre il palpito del loro ventre si andava abbassando a poco a poco.

Poi tutto fu immobile.

Giuliano si appoggiò ad un albero e stette a contemplare con occhi affascinati l'enormità del massacro, senza riuscire a comprendere come avesse potuto compierlo.


(G. Flaubert, La leggenda di Giuliano ospitaliere, 1877)


L'Unione europea approva altre leggi, ulteriormente disumane, contro i migranti.

Intanto, a Milano, il CPR di via Corelli viene chiuso per trattamenti disumani.

L'Unione europea storna le spese per la guerra dal calcolo del deficit degli Stati membri.

La strage disumana di esseri umani in Palestina ed Ucraina non dà e non conosce tregua.

Siamo ormai diventati solo cose a disposizione di violenza e terrore, a loro piacimento.



1 commento:

  1. https://www.youtube.com/watch?v=QHqek6g91Zs Il "sirventese della guerra", dedicato al beato Alberto Marvelli
    da Marina Valmaggi e Enzo Bocciero
    TESTO
    La guerra è la tenebra del mondo

    Nasconde la menzogna,
    calpesta l'innocenza,
    regala al violento impunità
    incatena la libertà,
    umilia la dignità
    partorisce la povertà.

    La guerra è il regresso della vita

    Distrugge ciò ch'è certo,
    infanga ciò che è puro,
    dissemina la terra di sepolcri,
    di orfani e vedove,
    di case abbandonate
    di mura sgretolate.

    La guerra è madre scellerata
    di nuovi odi e nuovi rancori.

    La guerra è messaggera di dolori.

    Amaro è il frutto di quell'albero
    che mani insanguinate hanno piantato,
    che lacrime innocenti
    hanno innaffiato.

    Di breve durata è la pace
    sancita da violenti vincitori.
    Infidi sono i patti offerti ai vinti,
    precari gli equilibri fra i potenti.

    La guerra è la tenebra del mondo

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