venerdì 1 dicembre 2023

delenda est!

 

E noi buttavamo tutto in aria

e c'era un senso di vittoria,

come se tenesse conto del coraggio,

la storia...

(I reduci, G. Gaber)


Milej vince le elezioni in Argentina con la motosega in mano, urlando ' Spaccheremo tutto!' ad un popolo in delirio.

Netanyhau cerca di restare al potere in Israele, radendo al suolo Gaza al grido di 'Eliminiamo Hamas!'

Le transfemministe in corteo inneggiano ad una (bella) poesia, ma si innamorano del suo verso finale 'Se non dovessi tornare, distruggi tutto!' e ne fanno uno slogan da gridare in faccia al mondo.


Mi pare superfluo evidenziare il punto in comune (fatte salve le evidenti differenze).

Ma forse ce n'è un altro ancora: il velleitarismo.

Nei tre casi nessuno riuscirà a fare davvero quel che dice, ma si limiterà a declamarlo.

L'espressione della rabbia (che peraltro è comunque sempre meglio dell'inerzia e della passività) non è però ancora un atto politico.

É la dimostrazione, anzi, che gli spazi della politica (cioè della mediazione costruttiva e creativa dei conflitti) si sono ormai richiusi su di noi.

La violenza (esibita a parole e/o praticata con azioni) ci conforta, ci seda, ci fa sentire parte di qualcosa, dà sfogo al negativo che (legittimamente) proviamo.

Ma esprime soltanto impotenza e disperazione.


La rabbia potrebbe trovare una via politica per potersi esprimere: fare il morto, smettere di colludere.

La non-collaborazione attiva, il boicottaggio, il sabotaggio nei confronti di quel che riteniamo 'male'.

Dobbiamo imparare a lasciare, ad abbandonare, a prendere le distanze, a separarci, a non obbedire.

A farlo, se necessario, con costanza, decisione e forza.

E a non accontentarci di urlare ed agitarci a vuoto, di sfogarci contro il Nemico di turno, solo per sperare di sentirci meglio e di venirne fuori meglio di ora.

Se la violenza sale, cerca giustificazioni (e le trova) non staremo meglio.

La risposta aggressiva alle aggressioni subìte ci dà la sensazione di essere individualmente vivi, ma allude e prelude purtroppo soltanto alla nostra morte comune.

3 commenti:

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  3. Evenienze reattive e distruttive che si volgono - mortificandola - contro le radici stesse della vita.

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