Che cosa succede qui? Il pianto è di troppo sgorgato,
i corpi sono già maciullati abbastanza il pane ha
piccoli morsi, gli occhi sono tutti gialli.
Mistero del piangere,mistero del sangue che la terra
chiama sempre come la sete.
Piantiamo semi nell'orto della guerra, ognuno porta
acqua e concime, ognuno cura pianticine e germogli.
Tutto tutto ribellato al cielo, come se non fosse solo
creato, messo giù sbagliato. Non è semplice la
cronaca dello sfacelo, non possiamo elencare il danno
madornale, tutto il ghiaccio del mondo.
Il pianto cresce dalla parte sud, da est. Sopra un
carico del mondo piantiamo anche noi un chiodo.
Le voci si seccano. Non c'è più canto. Che cosa vuol
dire?
Io non so se l'amore sia una guerra o una
tregua, non so se l'abbandono d'amore
sia una legge che la vita cuce fno al
ricamo finale. Io non so
che farmene di questi nemici che premono,
non so che farmene oggi di questo oggi
e me lo ciondolo fra le dita perplesse,
non so parlare quello che
è sentito nel profondo me, non so parlarlo
quell'essere qui presente fra le vite degli
altri...
Io non so forse non voglio
consegnarmi negli uffici del mondo
e stare buono nelle sale d'aspetto della
vita. Io non so nient'altro
che la vita e molte nuvole intorno che
me la confondono me la confondono e non
so cosa aspetto, cosa sto aspettando in questo
sporgermi al tempo che viene. Io non so
e vorrei, vorrei,non so stare
fuori misura, fuori misura umana,
fuori da questa taglia finita...
Io non so se le particelle piriche del mio
disagio fanno una miccia che incendia.
Non so se l'Attila del mondo ha
una forza che straborda le mie
dita pacifiche, non so se indurlo a
guerrigliare, non so se indurlo
se sedurlo se ridurlo a sagoma
di sogno, non so se alzare bandiera bianca
o finirò impantanato nella sua
normalità stupefacente, nella sua
normalità di Attila che
fa terra bruciata, non so se battermi,
essere patriota di un'idea sollevata, non so
se fare il giuramento alla
primavera che dice la sua infiorando e
incantando, non so se slanciarmi
nel cataclisma barbarico e dare
un goccio d'acqua alle bocche
screpolate dei fratelli, non so
se fare il giuramento a questa tregua
domestica, se fare il giuramento delle
pance satolle o azionare un voltafaccia
che strozza ogni boccone. Non so se nell'uno o
nell'altro caso, se sono salvo
quando viene l'angelo
col suo atto d'accusa, e ci condanna ancora
ad una logica finanziaria
e poi dà l'ordine di sospendere le vite...
Io sento voci. Non voglio sentire.
Vedo sgozzatura. Non voglio vedere.
E franano nel sangue tutte spaccate vite.
Io non voglio sapere questo lutto.
Se prendo la ragazza e la sbranco
nel fiore e poi schiaccio il mio popolo mondiale
e lo buco nel suo ridere
con la foratura delle bocche e
nemmeno il pane cuocio per il mio
mondiale popolo bambino che non inghiotte
non dorme bene, e si ficca nella torba
del pensiero
col non avere il latte dentro il petto e
avere solo veleno, solo veleno. Solo veleno
butta su la terra se non le parlo
le parole d'amore, solo veleno.
Oh! mondo mio! io
produco veleno. Solo veleno mi nasce
solo distruzione. Quello
che tocco muore. Faccio devastazione
e non voglio io. Io voglio un'altra orbita
avere cura del pesce quando abbocca e
cucirgli il palato, ricucire il palato
ad ogni pesce nello sbranco dell'amo.
Fare bene. Voglio.
Ma tutto sporca la mia mano, sporca e confonde
solo spaccatura gli viene, scoppiatura
rotta delle incomprese cose,
snominate cose del mio mondo
che frana e mi indolora. Come mi indolora,
come mi indolora la desolata terra
nella spolpatura. Come mi indolora.
...Martoriato da un tempo lungo
di stare al mondo, cannibalesco tempo
che m'ingoia le forze, io constato come
si possa in terra desolata
traversare una vita senza capire niente.
In terra desolata
c'è un orologio che batte tutti i minuti
e fa lo sprone sempre lo sprone
a quella corsa micidiale...
In terra desolata c'è un tu devi con questo devi
pesante e devi con sforzo di uno
che sempre deve e deve e poi deve
con i martelli del ragionamento
che picchiettano fino al sangue.
Nelle pastoie del mondo desolata
greppia a cui stare legati come
poveri buoi da stramazzo...
Ne la desolata terra si venera merce
preziosa con rito mercantile solenne
con logica finanziaria
e azione feroce su tutto il visibile
con accanimento.
Nella desolata terra
tutti hanno la vecchia colpa
di non saper essere nessuno.
C'è dolore. Bussa alla mia porta entra
da tutte le mie fessure mi movimenta dentro
la pietà. Mi confonde. Non accetto.
Non mi consegno a questa solfa di morti.
C'è un assedio di corpi
che lo so lo so sono tutti miei...
Fate piano. Fate piano -per ogni
goccia, per ogni delicato dito
per ogni tavola partita da un porto
rudimentale, antico. Fate piano
ch'è delicato tutto nel suo esile
canto d'esserci,
fate piano,per carità, fate piano.
Ecco il grande aeronautico baccano
Ecco i quaranta ladroni del mondo
Ecco la cacciagrossa
Ecco il mondo che dice: fate piano fate piano
Eccolo che dice: sono delicato
Ecco il mondo messo nelle lotte
Ecco l'alta marea del pianto con singhiozzi e cateratte
Ecco il veleno. Ecco lo schiaffo e l'ustione. Ecco
l'amputazione.
Viene il mondo alla mia porta e
vedo sue faccine esplose
vedo che mi innamoro di lui mondo
Ecco che mi innamoro di lui mondo
di suo corpo celeste rotante fra mille stelle.
Ecco il grande cozzare, ecco il grande boato salire
e mi fa dispiacere sì grande
mi fa così dispiacere sì grande, sì grande, sì grande.
Che vogliamo dire e dire dello strambetto mondo?
Non c'è organo di comprendimento del mondino nostro.
Dopo di che poiché c'è tremendezza nella mosca creduta solo mosca solo solo moschina fastidiosa che non lì non lì finisce una mosca in zampettina o ala che ronza.
Madrina mia madruccia superiore viole ci sostengono contro dei spadaccini altezzosi che fingono tutto tutto sapere.
Resta dentro me come un denso essere al mondo questa mia preghiera è per densità, pienezza di sentire questa stramberia battente così detta vita, mia vita, sì anche sì, dire sì insensato a tutto.
Pallido è tutto dentro me, oggi, palliduccio sospiro. Truccato è questo mondo c'è una sottanina che inguappa le verità.
Polverone creduto divinità ma era solo polverone sottosopra è la terra proprio come me la sgambettante damigella...
Bis di tutte le bellezze chiedo bis di bellezze!
Oi oi chiedo pompaggio di bellezze!
Ma non importa anche bruttezze voglio vedere in bellezza!
(da Mariangela Gualtieri, Fuoco centrale)
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