domenica 3 aprile 2022

De te fabula narratur. Piccolo Dizionario Narrativo di questa guerra.

Allarme.

Il Covid esiste ancora, ma l'allarme sanitario e la sua gestione emergenziale devono interrompersi.

Altre allerta ci avvincono, ben più potenti ed utilizzabili dai governi e dai media.

Capiamo così che tipo di allarme fosse, sin da subito: un'esigenza biopolitica, di controllo e dominio sulle persone e sui popoli.

Ci sentiamo così presi in giro prima (da obblighi vaccinali e di green pass) ed ora (da guerra e riarmo coatto).

Ora, per un po', la pandemia non serve più. Sino a quando 'non si potrà evitare' di tornarci.

Quando la febbre ucraina sarà passata, vedrete che...un'altra emergenza, puntuale, arriverà.

O tutte le catastrofi si uniranno in un unico, sinfonico, cataclismatico concerto d'autunno.

Quel che il politicamente corretto (guai parlare di 'catastrofe'!) ama chiamare la 'tempesta perfetta'...


Azioni militari.

I giornalisti che sono lì non possono filmare quasi nulla, se non le città distrutte e la gente nei bunker, per renderci commossi e solidali con le vittime.

Gli unici spargimenti di sangue e gli unici morti che si vedono in tv sono quelli provocati dai russi.

Gli ucraini avanzano eroicamente, fanno vittime e stragi come gli altri, ma non si vedono.

Quando un attacco è ucraino (ad es. quello contro i depositi petroliferi di Belgorod in territorio russo) si dice: 'Mosca accusa Kiev di aver...'.

Quando attacca Mosca invece è semplicemente un dato di fatto inoppugnabile.

Il resto dell'informazione, quelli che vengono chiamati 'fatti', sono solo veline dei governi e degli apparati di propaganda militare, da entrambe le parti. Ma 'noi' non eravamo diversi da 'loro' ?


Carovana di pace.

La Carovana che ieri è arrivata a Leopoli è senz'altro un'azione pacifista, umanitaria, solidale.

Ed anche, indubbiamente e dichiaratamente, antimilitarista.

Ma chiamarla 'azione diretta nonviolenta' non corrisponde a verità: dirlo è solo propaganda, che fa il paio con il chiamare 'operazione militare speciale' la guerra da parte di Putin o 'missioni di pace' le nostre guerre di ieri e di oggi ( e meno male che è Putin a non usare le parole giuste...!).

'Anch'io a Sarajevo', con cui si cercherebbe di realizzare ora un inopinato raffronto, era un'azione nonviolenta perché si poneva l'obiettivo (riuscito) di entrare in una città in guerra guerreggiata (non è il caso di Leopoli) e quello (fallito) di porsi come forza di interposizione non armata tra le parti (e non solo di assistere i cittadini con cibo o altro, attività che infatti non chiamiamo 'diretta e nonviolenta' se avviene a qualche decina di km da Leopoli, in Polonia).

Non basta attraversare un confine per qualche ora per darsi attributi che non si ci si può dare.

Dopo aver inquinato la parola 'pace' cercate di non sputtanare anche 'nonviolenza', vi prego...


Conflitto.

Le ragioni profonde del conflitto restano sempre le stesse (ad un primo livello sullo status territoriale dell'Ucraina, ad un secondo sullo status dell'ordine mondiale), ma la guerra continua a rimuoverle e coprirle.

Ed a coprire anche gli interessi e i traffici che continuano a sussistere tra le parti in guerra, a solo discapito delle popolazioni straziate.

I ricchi ed i potenti continuano a fare i loro commerci, anzi di più (vedi il boom azionari dei produttori d'armi e dei loro finanziatori).


De-escalation.

Come previsto, e come accade in tutte le guerre, la situazione non recede ma precipita.

Gli eventi di questi ultimi giorni ci dicono due semplici cose:

-che la de-escalation sembra sempre che sia solo il nemico a non volerla, nonostante la nostra buona volontà ed i nostri enormi sforzi per raggiungerla;

-che la de-escalation dipenderebbe da una nostra scelta, mentre l'escalation avviene da sola.

Sappiamo da sempre infatti che l'escalation simmetrica, in effetti, ha una sua potenza progressiva inerziale, anche nelle litigate quotidiane tra automobilisti o tra coniugi.

L'unica possibilità è che almeno una delle due parti scelga di fermarla. Se nessuno lo fa, nessuno potrà scegliere che prosegua. La guerra sa farlo da sé.


Garanti.

C'è una corsa a fare i garanti del futuro dell'Ucraina (di quel che ne resterà).

Traduzione del concetto: chi condizionerà il suo governo fantoccio, chi se ne spartirà le risorse, chi guadagnerà dalla ricostruzione delle città rase al suolo e quindi chi ne difenderà i confini con le armi, a garanzia della sua 'neutralità'.

Sarebbe più onesto, ma meno presentabile, chiamarli 'protettori', 'magnaccia di stato'.

Non a caso, infatti, non si accenna neppure a forze di interposizione dell'Onu, ma soltanto di eserciti appartenenti a Stati: membri permanenti del Consiglio di Sicurezza (i soliti noti, Russia esclusa) ed altri paesi satelliti (tra cui noi).

A garanzia, come sempre, solo di se stessi e delle prossime, infinite, guerre tra fazioni, controllate a turno proprio dalle potenze 'garanti'. (vedi quel che già accade in Libia da tempo).


Oligarchi.

Tutti i regimi del mondo sono ormai da tempo delle oligarchie.

Le post-democrazie occidentali così come le 'democrazie illiberali' russe o il regime post-comunista cinese.

In tutti gli stati comandano potentati, più o meno controllati (o controllanti) il potere politico, a sua volta più o meno eletto dal popolo.

Ed il mondo intero, si sa, è oggi dominato prepotentemente da entità finanziarie, circoli elitari, paperoni globali.

Ma la parola 'oligarca' va usata solo per quelli russi. Sono loro da sanzionare e punire.

E chi le eroga queste punizioni contro i cattivissimi oligarchi figli di Putin? Semplice: i nostri.

E chi fa da facilitatore alle trattative in corso? L'oligarca Abramovich, quello che da sempre fa soldi con entrambi i fronti, forte del suo passaporto russo, portoghese, israeliano e chissà cos'altro.

E nessuno si mette a ridere.


Partigiani.

'É il popolo ucraino che vuole resistere in armi, come i nostri partigiani!'.

Questa è la giustificazione che porta anche le persone 'di sinistra' a sostenere questa guerra (perché, ricordiamolo anche a loro, 'armare gli ucraini' significa 'sostenere la guerra').

Ma cosa c'entra con i partigiani quel che sta avvenendo oggi?

I partigiani non hanno scelto la guerra, già c'era ed era già in atto da anni.

L'occupazione nazista era già avvenuta da tempo.

Non si trattava di respingere un'invasione militare, ma di lottare per renderla svantaggiosa e costosa.

Non si trattava di un esercito regolare , ma di formazione coordinate per la guerriglia asimmetrica.

Siamo in tutt'altro scenario.

(Infine, ricordo che la lotta partigiana è stata anche sostenuta da moltissime azioni nonviolente e non armate, quasi sempre dimenticate, sottovalutate, sottaciute).


Riarmo.

Col pretesto degli ucraini si corre a riarmarci, come si è corsi al vaccino un anno fa.

Le multinazionali delle armi si sostituiscono a quelle farmaceutiche, e guidano i governi, con i loro bilanci superiori ormai a quelli degli stati stessi.

Ormai sono loro, i governi: la lobby è quella dei politici, che cerca di condizionare e limitare le loro scelte, e non viceversa.

D'altronde, sembrerebbero interessanti e rassicuranti i sondaggi che vedono in Italia una maggioranza contraria al riarmo.

Ma anch'essi vengono utilizzati solo strumentalmente (vedi le tardive proteste 5Stelle) oppure ci confermano nella solita pretesa nostrana di far (fare) la guerra anche per noi, ma senza di noi.

Noi italiani vogliamo sempre stare con chi è forte e vince, ma a costo zero.

Questo oggi è il solo significato della parola 'pacifista'.


Trattative.

La guerra non facilita le trattative, è ovvio: la fiducia reciproca scende ancora di più, le stragi e le distruzioni aumentano la sensazione di odio ed inimicizia.

La guerra serve solo ad andare a trattare -ma alla fine della guerra stessa- in posizioni di vantaggio (a discapito di chi muore quotidianamente sotto le bombe).

Quindi, inutile e nocivo star dietro alle belle ed ipocrite speranze di volta in volta sbandierate da turchi, israeliani, opinionisti e giornalisti occidentali.

C'erano già state trattative che avevano portato ad un accordo a Minsk, ma Ucraina e Stati uniti l'hanno sottoscritto ma non l'hanno rispettato.

C'erano già state richieste di trattative da parte russa nel 2021 e gli Stati uniti hanno risposto 'Niet!' (peraltro in una risposta che -su richiesta di questi ultimi- 'doveva rimanere segreta' ).

E ci saranno delle trattative, quando i russi decideranno di aver raggiunto i loro obiettivi sul campo.

Più tempo ci vorrà, più resistenza armata troverà, più la guerra durerà e più i negoziati si allontaneranno.

Ma le trattative vere saranno solo quelle che inizieranno tra statunitensi (padri putativi degli ucraini e degli europei tutti) e cinesi (padri putativi dei russi).

Nel frattempo, in modo tale che la guerra continui ad libitum, si lasciano giocare i bambini ai soldatini che cercano l'armistizio o almeno un 'cessate il fuoco', ma intanto -per sicurezza- sparano.

1 commento:

  1. Triste ma vero, vero ma triste. Manca però la lettera Z. Ad esempio ZOOLOGIA : l'homo è la specie più massacrante del pianeta.

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