domenica 6 aprile 2025

disintossicarsi

 Mi è stato chiesto di proporre alcune idee per disintossicarsi da internet e social all'Università...

Eccole:

1. Dall'addizione alla sottrazione:

La scuola e l'Università stanno potenziando ed accelerando esponenzialmente i processi di digitalizzazione-virtualizzazione del circuito insegnamento-apprendimento, rafforzando ulteriormente la delega e la dipendenza dalle tecnologie informatiche e dalle reti di interconnessione globalizzate. La disabilitazione delle competenze tradizionali personali e collettive (conversazione, lettura, scrittura, riflessione approfondita, orientamento etico, ma anche più semplicemente spazio-temporale...) risulta sempre più evidente. Considerato che queste tendenze appaiono al momento irrefrenabili ed anzi destinate a crescere, appare urgente iniziare a ri-considerare la situazione da una prospettiva psico-pedagogica e approntare una serie di misure limitative-sottrattive-compensative che aiutino docenti e studenti ad attraversare questa trasformazione repentina senza concedersi ad essa solo e soprattutto in termini passivi e puramente adattativi, come invece sta avvenendo.

 Azioni per la riduzione dell'impatto tecnocratico:

A. contestuali (per tutti, studenti e docenti, all'interno delle aree universitarie):

-divieto d'uso dello smartphone in aula

-creazione di aree smartphone-free, adatte alla conversazione attenta e all'ascolto attivo, alla lettura ed alla riflessione, senza interruzioni e disturbi

-formazione per attività didattiche ludicizzate (non gamificate), co-costruttive (non trasmissive), formative (non informative), tali da generare motivazioni intrinseche ed un clima di benessere nella classe (P. Gray). Ad es.: limitazione di slides e LIM ad un uso illustrativo-ancillare e non sostitutivo-strutturale nello svolgimento delle lezioni (vedi: metodo Pechakucha).

B. relazionali:

-Attività per l'empowerment personale finalizzato ad una crescente autonomia, selettività consapevole e spirito critico nell'uso e nella gestione della tecnologia digitale e dei social;

-Laboratori auto-riflessivi e di condivisione per confrontarsi e 'disintossicarsi' dalla dipendenza e dall'uso compulsivo-ossessivo (addiction) degli strumenti digitali.

 

2. Dal reality alla realtà

I processi simulativi e virtualizzati, inizialmente paralleli al mondo reale delle relazioni, si stanno progressivamente sostituendo ad esso. Essi risultano più immersivi, più appaganti, più confermanti, più facili e più 'smart' di quel che il mondo reale offre e propone, facilitando quindi una sua -sempre più automatica ed apparentemente gratuita- surrogazione.

I circuiti dopaminici auto-rigeneranti all'infinito, programmati da studiosi e tecnologi di alto livello, stanno ottenendo gli effetti auspicati: una continua e pressante attivazione (con conseguente frammentazione dell'attenzione e privazione del sonno), che non può fermarsi, se non a costo di deprimersi e sentirsi -appena disattivati- spersi, annoiati e vuoti. Il malessere che si diffonde oggi soprattutto tra adolescenti e giovani nativi digitali si fonda su due capisaldi negativi simultanei: l'iperprotezione-immunizzazione dal mondo reale (adulti iper-controllanti e giovani iper-controllati) e l'assenza di protezioni invece sul versante delle reti social-digitali (Haidt).

 

Azioni per favorire un ritorno alla distinzione tra realtà reale e simulata:

-attività che invitino -in contesti non iperprotetti- ad un'apertura verso l'umano, con una messa in gioco dei propri sistemi integrati corpo-mente, che permettano di esplorare e condividerne i limiti, le fragilità e le potenzialità d'avventura e le esperienze di flusso (Csìkszentmihàlyi), per non restare intrappolati dietro 'schermi' e dentro 'comfort zone' rassicuranti, ma non evolutivi;

-attività che invitino all'apertura verso il mondo vivente non umano, naturale ed animale, selvatico e 'altro da noi', per entrare in contatto con alternative di vita e con modalità di relazione e di conoscenza meno autocentrate ed antropocentriche (seguendo le più recenti teorie zooantropologiche e le pratiche dell'educazione in natura (outdoor education- Guerra, Marchesini)

 

 3. Dallo specchiarsi al rispecchiarsi

Il continuo e coattivo specchiarsi negli schermi digitali sta comportando un trasferimento di attenzioni e significati verso un io narcisista, esibito, perennemente 'in posa', sotto osservazione e sotto giudizio valutativo-comparativo.

Il che va a generare effetti devastanti e disabilitanti nella dimensione relazionale fondamentale, quella del rispecchiamento (auto)riflessivo: bassa autostima, gregarismo e spinta all'omologazione di immaginari e gusti estetici, ansia di prestazione, escalation competitiva, (auto)colpevolizzazione, alessitimia, anoressia fisica e mentale, anedonia, isolamento difensivo, sino all'autolesionismo. La deprivazione sociale è la conseguenza paradossale di un'ipertrofia connessionista (Turkle).

Tutto questo ha delle conseguenze fortemente disabilitanti, sia in termini di orientamento personale, sia della partecipazione alle dinamiche sociali e politiche, con un senso di distanza ed impotenza crescente nei confronti di un agire democraticamente inteso.

Azioni per provare a rianimare l'esistenza di un Sé sociale:

-attività che permettano e sviluppino la consapevolezza emotiva, l'empatia e la cooperazione in situazioni reali di condivisione e convivenza, che accrescano la capacità di abitare le soglie, valorizzare e rispettare le differenze, negoziare i conflitti, ridurre la violenza diretta, strutturale e culturale (Galtung);

-training alla nonviolenza in vista dell'elaborazione-esecuzione di azioni partecipative rivolte ad un cambiamento collettivo nell'approcciarsi alle tecnologie ed ai social;

-azioni nonviolente di pressione e protesta: ad es. organizzare una giornata di sciopero simbolico collettivo in cui studenti e professori spengono smartphone e computer e si astengono dal loro uso, incontrandosi in altre forme (laboratori, feste, giochi liberi...)

2 commenti:

  1. Traiettorie essenzialmente percorribili che dispiegano sentieri e prospettive esistenziali possibili...

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  2. Proposte fondamentali e urgenti, speriamo che si diffondano presto! Come diceva Mark Fisher: "Da una situazione in cui nulla può accadere, tutto di colpo torna possibile."

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