La guerra commerciale è iniziata, la pax romana globalizzata è finita.
Gli Stati Uniti, dopo aver massacrato mezzo mondo ed aver colonizzato il nostro continente per quasi un secolo, ora si ergono a vittima di ingiuste tassazioni da rapina di cambogiani e bengalesi, oltre che del furbesco parassitismo europeo.
Il modello vittimario israeliano funziona, continua, si rafforza e si espande.
Il declino statunitense procede ed altre sue mosse disperate si paventano all'orizzonte (tra cui, la guerra).
E giustifica il circolo della violenza sedicente difensiva: rivalse, estorsioni e ritorsioni, vendette, riarmi.
L'Unione Europea non sarà da meno, c'è già dentro sino al collo (sia nella logica della ritorsione che nel declino).
L'escalation è nelle cose, non si riuscirà a fermarla, checché ne pensi e dica la Meloni (che sta assumendo una posizione prudente e ragionevole, ma perdente).
Dazi e controdazi si susseguiranno, perché la logica della guerra che avanza non potrà essere che questa.
Così come accaduto in Ucraina e Palestina, si parla di trattative e negoziati, ben sapendo che sono solo parole che servono soltanto a coprire gli strappi irrimediabili della realtà.
E la realtà ci dice che l'attacco ai decadenti sistemi liberal-democratici è in corso, e la loro catastrofe lascerà gloriose vittime sul campo.
Russia, Cina e India stanno a guardare, e ne godono.
Dopo aver tolto Africa e Asia all'Occidente, ora si apprestano a spolpare USA ed UE, strani alleati in guerra fra loro.
Cosa volere di meglio?
La distopia fantascientifica di un impero asiatico (un neo-zarismo maoista-leninista-induista) si avvicina.
Gli Stati Uniti lo sanno e -mentre si industriano a far fuori noi europei- si preparano già ad affrontare in una guerra indo-pacifica il loro vero nemico del XXI secolo.
Quelle che vediamo oggi sono soltanto le sue prove generali.
Il che non può consolarci, ma ce ne evidenzia i contorni in termini storici e geopolitici.
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