C'è un solo albero nella piana, un solo punto di riferimento rimasto in piedi. Il carro funebre fa il giro della proprietà per permettere al nonnino di salutare un'ultima volta i suoi paesaggi. E ai paesaggi di salutare un'ultima volta lui. E' una scena commovente. Anche al suo cane viene da piangere, corre dietro la macchina nera, la segue come quando seguiva il padrone che, dritto come un fuso, camminava nelle piane sterminate...Rauchi pianti, gemiti forti. Il suo dolore galoppa, tiene botta, taglia le curve, vuole assistere alla messa. La gente entra, c'è tutto il paese, le porte si chiudono, la sua disperazione rimane fuori...Dalla manica sfilano un fazzoletto, ci nascondono il viso, ci affondano il dispiacere. Faranno leggere alcuni discorsi a quelli che, pur soffrendo, sanno contenere il proprio dolore. Sarebbe un peccato rovinare con le lacrime i tributi di figli e nipoti. Ci mancavano solo i ragli del cane, sarebbe stato megli rinchiuderlo, i vecchi non sentono niente. Il suo pianto vince su tutto, copre le parole del prete, neanche la porta riesce a bloccare i lamenti. Lo zio è costretto a uscire, afferrare i singhiozzi per il collare e andare a chiuderli in un fienile dall'altra parte del paese. La cerimonia può continuare. Ora si sente solo una sofferenza discreta, chi tira su col naso, chi se lo soffia, chi trattiene le lacrime, chi sospira un pò, chi si dà una pacca sulla spalla...
(Marion Fayolle, Piccola storia grande, NNE, 2024)
Mi sono trovato a vivere per caso la morte del Papa a Roma, in una casa non lontana dalle mura vaticane.
Il pacifismo è morto, da tempo.
E la pace è divenuta solo una parola, svuotata e vilipesa, da un bel pò.
Ma Francesco era l'ultimo sopravvissuto del pacifismo e della pace.
Le sue straordinarie encicliche racchiudono in se stesse il meglio di quella visione.
Ma rappresentano anche il suo definitivo fallimento storico e politico.
Mai un Papa infatti è stato tanto chiaro e radicale nelle sue posizioni (sull'immigrazione, contro l'industria d'armi e la guerra giusta, per la decrescita e la giustizia sociale…).
E mai è stato tanto irriso, smentito, ininfluente ed inascoltato.
Anche per buona parte dei 'credenti' della sua stessa Chiesa.
Per non parlare dei politici e dei governanti di turno.
Quegli stessi che ora accorrono, come farisei, attorno al suo feretro, a rivendicarne amicizia, affinità, rispetto, comune lungimiranza.
Quegli stessi che proseguiranno a dichiararsi cristiani e a fare la guerra, a distruggere il pianeta, a far affogare gli immigrati.
Quegli stessi che proseguono a definire i loro patti di spartizione -ora sulla testa di palestinesi ed ucraini- e a chiamarli accordi di pace. E che si lamentano -e minacciano e ricattano- se le vittime se ne lamentano.
Quelli che salteranno la fila per vederlo nella bara e farsi un selfie nell'attesa o davanti alla bara.
Sono andato a San Pietro, per salutarlo e dirgli grazie.
Per aver testimoniato una verità che, per quanto irrealizzata nel mondo degli uomini, resta vera nella profondità del loro cuore, quando ancora batte.
Se, ma solo se facciamo silenzio (e uscendo dal mondo?) si fa sentire ancora.
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