lunedì 3 marzo 2025

Nel nome del Padre (e della Madre Guerra)

 

Chi implorava ed auspicava da tempo un ritorno del Padre ora è stato accontentato: abbiamo un capo degli Stati Uniti che fa commenti sul vestiario dei suoi figli, che li accarezza con promesse e bacetti, gli dà degli scapaccioni a fin di bene e li scaccia da casa se non ubbidiscono. Il modello della violenza paternalistica, tipico della cultura statunitense (vedi Lakoff, Non pensare all’elefante!), ma caratteristico anche di ogni approccio coloniale (occidentale in genere), si è palesato -in tutta la sua potenza ed arroganza dominatrice- nell’incontro di Trump con il malcapitato Zelensky. Situazione consueta, più volte verificatasi nella storia, anche recente, nei rapporti tra l’Occidente e il mondo intero, e -in particolare, tra Usa e Italia (da sempre solo un protettorato della autoproclamatasi democrazia americana). Quel che è diverso è solo il modo in cui ciò avviene: davanti a tutti, in diretta tv e a colpi di clava (e non di fioretto, come il politicamente corretto da diplomatici consiglierebbe). Ed è solo questa, per me, l’unica buona notizia.

Un’altra buona notizia sarebbe quella della rottura del patto transatlantico, cioè la fine dell’Occidente (Usa+Europa) per come l’abbiamo storicamente inteso e conosciuto nel XX secolo. Magari fosse! Magari fosse davvero la volta buona per uno sganciamento dell’Europa dalla Nato e dalle politiche di guerra degli Stati Uniti. Ma -per quanto la grandeur nazionalista ed ex-imperiale, mai sopita e mai davvero abbandonata, di Francia e Gran Bretagna stia riemergendo nella crisi totale della UE- c’è da dubitare che sia già giunto il tempo di una separazione così radicale, rapida e generalizzata. Credo invece, purtroppo, che ci terremo sia la Nato (con un incremento del contributo di ogni stato europeo al suo funzionamento sino al 2.5% del Pil), sia un riarmo europeo senza precedenti (strombazzato non da Trump, ma da una Von der Leyen che si sta rivelando le vera nemica della pace nel nostro continente, insieme ai suoi sodali già citati, Francia e Gran Bretagna, ed alle mosche cocchiere anti-russe di nuovo conio (Paesi baltici e Polonia, in primis)). Un esercito europeo, di cui da tempo si parla, andrebbe tragicamente ad aggiungersi (e non a sostituirsi) alla Nato ed alle forze armate dei singoli stati-membri UE. Un ritorno definitivo, esplicito e totale della guerra nel nostro continente.

E’ in corso infatti un nuovo richiamo ossessivo e paranoide alla Madre Guerra, alla deterrenza armata contro un nemico, la Russia, che non ha alcuna intenzione, né alcuna possibilità, di attaccarci militarmente per prima. La guerra in corso dimostra che la Russia non è più l’URSS, che il suo potenziale militare ha già faticato contro un esercito ucraino armato sino ai denti dall’Occidente, ma complessivamente debole sul terreno in termini di numeri e di livello qualitativo delle sue truppe. Putin non è così stupido da non capire che -ottenuta la vittoria di fatto in Ucraina, come sta per avvenire- dovrà fermarsi. Se la guerra scoppierà (difficile dire ora se nonostante o a causa della ‘pace’ in Ucraina), non sarà una scelta della Russia; sarà voluta e preparata dai governanti europei, si svolgerà in Europa e sarà combattuta solo da europei, senza il sostegno USA (almeno sino a quando Trump sarà al potere). E’ molto più probabile però quindi che scoppi non ora, ma in un futuro vicino, se e quando i cosiddetti ‘democratici’ americani tornassero al potere e appoggiassero una guerra anti-russa, combattendo nuovamente a fianco degli eserciti europei (o dell’Esercito europeo, se mai ci sarà).

Nell’attesa, si scalderanno i motori: si rinnoveranno gli arsenali, si creerà un clima di militarizzazione e repressione crescente all’interno dei nostri Stati, si proseguirà a scardinare quel poco che ancora resta delle istituzioni regolative liberal-democratiche fondate sul diritto, ormai giunte al capolinea da tempo e per le quali non si possono prevedere né auspicare miracolistiche resurrezioni. Il mare si è mosso, gli oceani si espandono e stanno allontanando tra loro i continenti, assistiamo ad una apparente accelerazione dei processi di trasformazione dell’ordine (disordine) mondiale, ma la palude nella politica d'antan degli stati nazionali e i minuetti impaludati dei ridicoli consessi internazionali multilaterali proseguiranno purtroppo ancora per qualche tempo. La terza guerra mondiale può attendere, forse, quindi, ma è certo che quel che ci attende nei prossimi anni sarà doloroso, terribile ed assurdo almeno quanto lei.

 

 

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