Tutti gli stati sono composti da famiglie, poi che di questa massa di gente taluni necessariamente sono ricchi, altri poveri, altri di condizione media, e che dei ricchi e dei poveri gli uni sono armati, gli altri disarmati…
Le costituzioni sono soprattutto due, la democrazia e l'oligarchia...ed essendoci due forme, quelle oligarchiche sono quelle più rigide e dispotiche, le democratiche quelle rilassate e blande…
Quindi bisogna dire che c'è democrazia quando i liberi sono sovrani, oligarchia quando lo sono i ricchi…Si ha quindi democrazia quando stanno al potere uomini liberi e poveri, oligarchia quando vi stanno uomini ricchi e nobili, che sono in minoranza…
La prima forma di democrazia è quella così chiamata soprattutto sulla base dell'eguaglianza: ed eguaglianza la legge di tale democrazia stabilisce il fatto che non sovrastano in alcun modo i poveri più dei ricchi e che nessuna delle due classi è sovrana, ma eguali entrambe. Perché, certo, se la libertà esiste soprattutto nella democrazia, e lo stesso l'eguaglianza, si realizzeranno soprattutto qualora tutti senza esclusione partecipino in egual modo al governo…
Un'altra forma di democrazia è che è sovrana la massa, e non la legge: e ciò accade per opera dei demagoghi...Dove le leggi non sono sovrane, ivi appaiono i demagoghi, perché allora diventa sovrano il popolo la cui unità è composta di molti, e i molti sono sovrani non come singoli ma solo nella loro totalità...Un popolo di tal sorta, in quanto signore assoluto, cerca di esercitare la signoria perché non è governato dalla legge, e diventa dispotico, sicchè sono tenuti in onore gli adulatori; una democrazia di tal fatta corrisponde un proporzione alla tirannide tra le forme monarchiche...A questi, demagoghi e adulatori, risale la responsabilità che siano sovrane le decisioni dell'assemblea e non le leggi, giacchè tutto riportano al popolo: avviene quindi che essi diventino grandi perché il popolo è sovrano di tutto e, del sentimento del popolo, loro: e infatti la massa crede in loro. Inoltre, quelli che criticano i magistrati sostengono che giudice deve essere il popolo, il quale contento accetta l'invito: di conseguenza tutte le magistrature si sfasciano…
Non bisogna comunque dimenticare che in molti paesi accade che la costituzione nella sua struttura legale non è democratica, ma funziona in maniera democratica in forza del costume e dell'educazione, come pure che in altri la costituzione ha un aspetto veramente democratico nella sua struttura legale, ma funziona piuttosto in maniera oligarchica, in forza del costume e dell'educazione. Il che succede soprattutto dopo i mutamenti di costituzione, perché il mutamento non lo compiono d'un tratto, bensì si ritengono paghi in un primo momento di conquistare piccoli vantaggi l'un partito dall'altro, sicchè le leggi in vigore sono quelle che già c'erano, ma in realtà il potere è in mano a coloro che hanno mutato la costituzione…
Nella nostra disamina sul regno abbiamo distinto due forme di tirannide: una era conforme alla legge ed esercitava potere sovrano su sudditi ben disposti, nell'altra il tiranno governa dispoticamente a suo capriccio. Ma c'è poi una terza forma di tirannide che pare la tirannide per eccellenza e fa riscontro alla monarchia assoluta: tirannide di tal sorta dev'essere necessariamente la monarchia che irresponsabile impera su tutti i cittadini per l'utilità propria e non dei sudditi. Per ciò è contro la volontà giacchè nessun uomo libero s'adatta di propria volontà a un siffatto governo…
Le democrazie sono più sicure delle oligarchie e anche più durature proprio in forza dei cittadini medi, poichè quando -in mancanza di costoro, i poveri prevalgono per numero è un disastro ed esse crollano rapidamente. Quanto più perfettamente contemperata infatti risulta la costituzione, tanto più è stabile: quindi molti di quelli che vogliono metter su costituzioni aristocratiche sbagliano non solo nel concedere troppo ai ricchi, ma anche nel colpire il popolo. Necessariamente poi, col tempo, dai falsi beni derivano mali veri, perché le soperchierie dei ricchi distruggono la costituzione più che quelle del popolo...
(Aristotele, Politica, Libro quarto)
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