lunedì 17 marzo 2025

sicuramente perduti

 Quando i colonialisti europei non riescono o non possono coinvolgere quei baracconi chiamati ONU e NATO si inventano le coalizioni dei volenterosi.

La loro campagna d'Ucraina è iniziata, dopo aver già dato il meglio di sé in Iraq o in Libia.

Per quanto appaiano molto ripetitivi nei metodi, sempre piuttosto bellicisti, sono di solito creativi nel creare i loro motti automotivanti: ora è la volta di SECURING OUR FUTURE. E almeno sono chiari: è il loro futuro che gli interessa proteggere, non quello degli altri.

Peccato che pensare alla propria sicurezza senza tener conto degli altri non potrà che metterla ulteriormente a repentaglio, come dimostrano gli eventi della storia, soprattutto recente.

Non c'è sicurezza per nessuno, se la fiducia reciproca viene compromessa proprio dal fatto che ognuno pensi soltanto alla propria, indipendentemente -o addirittura contro- quella degli altri.

Vale per le relazioni di coppia, come per i condomini e gli stati. 

Ma continuano a vivere e ad agire come se non fosse così. Fanno sospettare che amino creare disordine e paura solo per dominarci meglio.


L'altra parola d'ordine su cui si sono attestati è PACE GIUSTA.

La parola 'pace' -già da loro ripetutamente inquinata e mistificata tanto da renderla ormai inutilizzabile- non basta più neanche a loro. Deve essere giusta. Non si erano mai posti il problema quando hanno chiuso le loro guerre in Jugoslavia, in Iraq, in Libia, in Afghanistan, in Palestina. Lì l'importante era scappare prima possibile, lasciando i cocci a chi restava, dopo essersi garantiti il massimo dei propri interessi economici e geopolitici. Ora no: perché la Russia non può e non deve entrare a far parte del loro gruppo e non sarebbe giusto che ottenesse con l'aggressione e col sopruso quel che sta ottenendo con la guerra.

Ma tutti loro sanno bene che l'otterrà e che la pace giusta non ci sarà: il tempo è trascorso ed ora anche Putin vuole 'finire il lavoro', così come farebbero loro. Niente tregua, per ora, quindi. Perché, se si voleva giungere a qualcosa di almeno minimamente più equo, le trattative andavano aperte prima o subito dopo l'attacco militare russo, non a fine guerra. Ma avevano da vendere le loro armi ed i loro servizi satellitari, allora. La pace, allora, non sarebbe stata giusta (per loro).

Ed anche ora la pace sarebbe giusta se e solo se i dividendi della guerra e della ricostruzione fossero equamente distribuiti tra loro e Putin, ed è su questo che si sentono (giustamente) fregati da Trump, che invece se li vuole spartire lui col nuovo amichetto oltre Urali.

A tutti questi, dell'Ucraina e di una pace giusta per lei, non gliene è mai fregato nulla.

Così come della sorte dei palestinesi.

Credo che, almeno questo, sia ormai chiaro a tutti.


Negli ultimi decenni, tutti concentrati sulla persistenza o meno del patriarcato, ci si è dimenticati di considerare i suoi parenti terribili e minacciosi: il paternalismo ed il patriottismo. E mentre ci si lanciava contro i patriarchi residui, il richiamo all'autorità del Padre ed all'amore per la Patria proliferavano indisturbati, ed anzi ridestati ed osannati.

Come se da essi potesse addirittura giungere la salvezza da confusione e incertezze crescenti.

Come se fossero la soluzione.

Ora che vediamo tornare gli Stati nazionali che paternamente ci impongono il riarmo, e lo fanno proprio attraverso l'Europa unita, fingiamo di dimenticare l'inno di Mameli (o quello tedesco o francese, tutti intrisi di esaltazione di morte, supremazia e guerra) e vorremmo rifugiarci nell'inno alla Gioia.

Da qui la manifestazione-pateracchio di sabato per l'Europa: siamo TUTTI europei, siamo UNITI, stiamo UNITI!

Operazione nostalgia: populismo da strapazzo di una maionese impazzita.

Ma in cosa e da cosa era unita quella piazza?

Dalla paura di chi si sente perduto.

Dall'impotenza di chi sa di aver già perso.

Dalla minaccia di un nemico comune finalmente ritrovato e mai davvero perduto.

Dalla perdita di un sogno che volava oltre gli stati e la guerra: proprio l'Europa di Ventotene.

1 commento:

  1. Riletto a distanza di un paio di settimane, è ancora più vero e più bello.

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