Ogni tanto penso che l'intera nostra vita...sia dominata dal lungo e rinviato anelito di tornare a essere inavvertiti come quando non eravamo ancora nati ed eravamo invisibili,privi di emanazione di calore, inudibili;...di cancellare ogni traccia della nostra esistenza passata e purtroppo presente e futura ancora per qualche tempo.
E tuttavia non siamo capaci di dare compimento a questo anelito che neppure riconosciamo, o lo sono soltanto gli spiriti molto coraggiosi e forti, quasi disumani: quelli che si suicidano, quelli che si ritirano e attendono, quelli che spariscono senza un addio, quelli che si nascondono per davvero, voglio dire quelli che veramente fanno in modo di non essere mai più trovati; gli anacoreti e gli eremiti in luoghi remoti, i soppiantatori che si scrollano di dosso la loro identità...per acquisirne un'altra alla quale si attengono senza cedimenti...I disertori, gli esuli, gli usurpatori e gli smemorati, quelli che davvero non ricordano più chi erano e si convincono di essere quello che non erano da bambini o perfino da giovani, e ancor meno dalla nascita. Quelli che non ritornano.
Non impariamo mai, e bisogna che l'orrore si compia in tutta la sua grandezza per spingerci ad agire, che l'orrore sia in marcia e sia ormai inarrestabile perché prendiamo una decisione, dobbiamo vedere l'ascia alzarsi in aria o abbattersi sul collo delle vittime per trafiggere coloro che la impugnano, constatare che quelli che sembrano carnefici lo sono veramente, e per di più mettono a morte noi. Ciò che non è ancora accaduto manca di peso e di forza, ciò che è previsto e imminente non basta, nessuno dà ascolto alla chiaroveggenza, mai, occorre che tutto sia confermato da fatti terribili, quando ormai è troppo tardi e non sono più rimediabili e non si possono disfare. E allora ciò di cui tocca farsi carico, paradossalmente, è il castigo, oppure la vendetta, che costano ancora di più e sono di natura molto diversa... É così che operano le organizzazioni mafiose, incapaci di perdonare un errore o di rimettere un debito anche minimo per non creare precedenti, perché tutti capiscano che non si può mancare di rispetto, che non si può rubare né mentire né tradire, che bisogna temere. Ed è così che agiscono lo Stato e la sua giustizia, in fondo, con il loro cerimoniale e la loro solennità, o senza, se è necessario e se tutto deve avvenire in segreto: sventano il delitto che altri potrebbero commettere, dissuadono mediante la condanna di chi ha osato precederli.
Forse non eravamo soggetti singoli, una volta intrapreso il cammino che ci separava dalle masse abuliche del mondo, quelle che non sanno né vogliono sapere nulla, quelle che vogliono solo che tutto funzioni e che tutto rimanga al suo posto, ogni mattina e ogni sera...
'Ma tu lo sai, e sai che è vero. Sai che l'unico modo per essere al sicuro è essere morti'.É uno degli effetti maligni della quantità: quanto più un'aberrazione o una vigliaccata si ripetono, meno aberranti e vili ci appaiono, e più è difficile distinguere i singoli episodi l'uno dall'altro. La quantità induce la peggiore delle perversioni: sminuire la gravità di ciò che è gravissimo, per questo da un certo momento in poi non vengono più contati i caduti di una guerra, almeno mentre la guerra dura e continua a fare morti. E talvolta i responsabili prolungano inutilmente i conflitti proprio per questo: perchè non si comincino a contare i morti che peseranno sulle loro spalle.
'La crudeltà è contagiosa. L'odio è contagioso. La fede è contagiosa. La follia è contagiosa. La stupidità è contagiosa.'
Quando la gente scopre la crudeltà, la abita e la diffonde, ci vuole molto tempo prima che le venga a noia. Secondo Redwood c'era un solo antidoto: 'Ah, sì, misera consolazione. Anche il riso è contagioso', concluse. 'Peccato che venga spazzato via quando una qualsiasi delle cinque patologie prende il sopravvento; e spesso tutte e cinque vanno insieme, una chiama l'altra, e quando compare il pacchetto completo non c'è più niente da fare. Non resta che dichiarare guerra al mostro e schiacciarlo. Era così, vero? '.
Sapevo che quelle ire o quegli sfoghi di massa servono solo a compiacere e infondere maggiore forza in coloro che hanno il coltello dalla parte del manico, tutto l'insieme mi sembrava una pagliacciata carina ma sterile, e scusabile:nelle situazioni di assoluta impotenza le persone si sentono spinte a 'fare qualcosa', qualunque cosa, anche se non serve a nulla. Sono come gli amici e i parenti che coprono di fiori il feretro di un morto che non può più vederli né sentirne il profumo...La gente crede di dover stare accanto a chi ormai non necessita più né apprezza nessuna compagnia, e così facendo si confortano e si fanno compagnia i vivi, e in parte si consolano -anche- trattando con colpevole superiorità e condiscendenza il defunto, e mormorando 'Poverino' o 'Poverina'. (Ciò che invece merita ciascuno è un lento chiudersi di scuri).
In una situazione tesa, emotiva, collettiva, chiunque sa come comportarsi. Non deve fare altro che imitare quello che vede fare agli altri.
Quel che è avvenuto nel passato è già prescritto di fatto...Nessuno ha intenzione di punire i crimini commessi uno o due secoli fa, per atroci che fossero. Sono orrori reali che a poco a poco diventano astratti, storici, si tramutano in racconto. Li riviviamo lì, nei racconti, come se stessero succedendo di nuovo, in tempo reale...Non ci è dato far nulla al riguardo, se non sospirare. Invece, gli orrori che ancora si ricordano, quelli che sono stati vissuti di persona..., cadono in prescrizione per la giustizia ma non per coloro che li hanno subiti o vi hanno assistito, ed è per questo che lo spirito di vendetta aleggia nel mondo, sebbene la legge lo proibisca.
'Sai bene che l'unico motivo di pentimento, non solo per un assassino ma per chiunque, è il fallimento. Che il gioco non riesca. Nessuno si rammarica di quel che gli riesce, e nemmeno dei delitti impuniti'.
'In certe condizioni non è possibile agire secondo la legge né chiedere permesso per ogni iniziativa. Se il nemico non ha scrupoli, chi se ne fa perde, è condannato. Nelle guerre è così da secoli. Il concetto moderno di 'crimini di guerra' è ridicolo, è stupido, perché la guerra consiste soprattutto di crimini, su tutti i fronti e dal primo all'ultimo giorno. Quindi le cose sono due: o non si combatte, oppure bisogna essere disposti a commettere i crimini necessari, quelli che servono per raggiungere la vittoria, una volta che si è cominciato.'
Quindi non mi rimase altro da fare che dispormi, come dice il poeta (non so se fu Blake), ad 'attendere senza speranza'; in inglese era più chiaro perché, diversamente che in spagnolo, che impone il bisticcio: esperar sin esperanza, le due parole sono differenti: to wait without hope.
(Javier Marìas, Tomas Nevinson, 2021)
Brani terribilmente attuali e grondanti di una composita , organica significazione che invita realmente a riflettere sulla catastrofe... Personalmente trovo sia intimamente toccante il primo passo...
RispondiEliminaIl concetto moderno di 'crimini di guerra' è ridicolo, è stupido, perché la guerra consiste soprattutto di crimini, su tutti i fronti e dal primo all'ultimo giorno.
RispondiEliminaBellissima