I politici di destra e di sinistra che pretendono di parlare in nome della Legge si vedono messi in discussione in nome di un'altra Legge, quella ad esempio dei fautori di una 'giustizia popolare'.
In ogni caso si ha sempre a che fare con lo stesso tipo di legge oppressiva, e forse addirittura con lo stesso tipo di tentativo, atto ad evitare l'immensa rivoluzione che cerca forme proprie che rompano radicalmente con il discorso di Stato e anche con quelli dei partiti, dei gruppuscoli e delle dottrine ancora affascinate dallo Stato.
Ricerca di una regolazione sociale che non sarebbe più fondata sulla Legge sadica, la Legge perversa del Capitale, del Burocrate, del Portavoce di professione, del Giudice pubblico e del Giudice intimo.
Alleanza, strategia contro il nemico comune. Ma, parallelamente, lotta incessante contro quell'altra specie di nemico intimo che continua a riemergere nei nostri stessi ranghi, nella nostra famiglia, nella nostra coppia, nel nostro io, non appena i giochi del potere e della dipendenza espropriano la libertà del desiderio e la volontà di cambiare il mondo.
Gli obiettivi del genere 'pane, pace, libertà...' richiedono l'esistenza di organismi politici che siano inseriti nel campo dei rapporti di forza e quindi che raccolgano delle energie, che costituiscano dei blocchi. Di necessità, queste organizzazioni sono tenute ad essere 'rappresentative', a coordinare le lotte, a proporre una strategia e una tattica. Invece, la lotta contro il fascismo 'microscopico', quello che si instaura all'interno delle macchine desideranti, non può passare attraverso la mediazione di 'delegati', di 'rappresentanti', di blocchi identificati una volta per tutte. Il 'nemico' cambia volto: può essere l'alleato, il compagno, il responsabile, oppure noi stessi. Non si può mai essere sicuri che, una volta o l'altra, non si passerà dalla parte di una politica burocratica o di prestigio, di un'interpretazione paranoica, di una complicità inconscia con i poteri costituiti, di una interiorizzazione della repressione.
La lotta deve essere condotta nelle nostre proprie file, contro la nostra stessa polizia interna...
Il dispotismo che spesso regna nei rapporti coniugali e familiari proviene dallo stesso tipo di organizzazione libidinale di quello esistente nel campo sociale...
Non è questa una ricerca gratuita, ma un rifiuto delle semplificazioni che impediscono di cogliere la genealogia e la permanenza di certi meccanismi fascisti...Essa dovrebbe permetterci di comprendere meglio in che modo uno stesso fascismo continui a funzionare oggi, sotto forme diverse, nella famiglia, nella scuola, o in una sezione sindacale...
Perciò, l'analisi del fascismo non può essere una semplice specialità degli storici: ciò a cui esso ha dato ieri l'avvio continua a proliferare sotto altre forme nell'insieme dello spazio sociale contemporaneo. Tutta una chimica totalitaria agisce dentro le strutture statali, politiche e sindacali, e persino dentro le strutture individuali, nella misura in cui si può parlare di una sorta di fascismo del super-io nel senso di colpa e nella nevrosi.
Perché il capitalismo tedesco, dopo la disfatta del 1918 e la crisi del 1929, non si accontentò di farsi sostenere da una semplice dittatura militare? A questo proposito Daniel Guèrin dice che il grande capitale esitò a 'rinunziare a quell'incomparabile, insostituibile mezzo di penetrazione in tutte le cellule della società, che è costituito dalle organizzazioni di massa fasciste'. Infatti, una dittatura militare non sarebbe riuscita a controllare le masse con la stessa efficacia di un partito organizzato secondo un modello poliziesco...
La micropolitica che ha fabbricato Hitler ci riguarda, qui e ora, all'interno dei movimenti politici e sindacali, dei gruppetti, nella vita familiare, scolastica, etc..., nella misura in cui nuove microcristallizzazioni fascisteggianti si sostituiscono alle vecchie sulla stessa linea del macchinismo totalitario. Col pretesto che il ruolo dell'individuo nella storia sarebbe trascurabile, ci si suggerisce di rimanere a braccia conserte davanti ai gesticolamenti isterici o alle manipolazioni paranoiche dei tiranni locali e dei burocrati di ogni risma.
Accanto al fascismo dei campi di concentramento, che continuano ad esistere in numerosi paesi, si sviluppano nuove forme di fascismo molecolare: il cucinare la gente a fuoco lento nel familiarismo, nella scuola, nel razzismo, nei ghetti di ogni tipo, sostituisce vantaggiosamente i forni crematori. Ovunque, la macchina totalitaria sta sperimentando strutture più adeguate alla situazione, cioè più capaci di captare il desiderio per metterlo al servizio dell'economia del profitto. Si dovrebbe definitivamente rinunziare a forme troppo facili, del genere: 'il fascismo non passerà'.
Il fascismo è già passato e passa continuamente.
Passa attraverso le maglie più strette, è in costante evoluzione. Sembra venire dall'esterno, ma trova le sue energie nel cuore del desiderio di ciascuno.
L'individuazione del desiderio scivola sempre verso la paranoia e il particolarismo.
In situazioni apparentemente non problematiche, possono apparire da un giorno all'altro delle catastrofi.
Quanto ai fascisti, essi attualmente non sono più, in Italia, che un pugno di pagliacci. Influenzano sempre meno la gente. E, per noi, il pericolo non viene tanto da quella parte, bensì dalla congiunzione tra l'apparato di Stato capitalistico e gli apparati burocratici del Pci e dei sindacati.
Con tutti i mezzi, questa nuova alleanza repressiva, dalle ramificazioni tentacolari, cerca di separare le lotte economiche e politiche dei lavoratori dai mille aspetti dell'autonomia. Il suo obiettivo è ottenere che il controllo e la normalizzazione delle masse siano realizzati dalle masse stesse e che in seno al popolo si instauri un consenso maggioritario conservatore contro le minoranze di ogni genere, anche se queste ultime messe insieme fanno molto di più di tutte le maggioranze!
Secondo noi, è proprio da questa parte che può ancora venire la minaccia di un movimento reazionario di massa. Non vengano allora a chiederci, in nome di una immaginaria crociata antifascista, di allearci a quelli che oggi sono diventati gli agenti della forma embrionale di un nuovo tipo di fascismo.
Fèlix Guattari, da 'La rivoluzione molecolare', maggio 1978
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