martedì 30 novembre 2021

ironie della tragedia chiamata storia


Lo stato di Israele è da sempre testimonianza diretta dell'inversione ironica (e tragica) della storia: le vittime dell'olocausto nazista rivoltate in carnefici nazisti di palestinesi e arabi, come se avessero imparato ed incarnato pienamente la lezione del male ricevuto.

Oggi l'israelizzazione del mondo procede ad ampi passi: e non solo attraverso la politica dei muri e dell'apartheid interno e verso lo straniero, ma anche sulla politica sanitaria antipandemica; Israele è sempre all'avanguardia, anche lì: quando noi siamo alla seconda dose, loro sono già alla terza.

E quando saremo alla terza, loro saranno alla quarta. E quando vaccineremo i bambini tra i 5 e i 12 anni, loro staranno già procedendo a vaccinare quelli sotto i 5.

Ma, nonostante questo, il primo caso di Omicron fuori dal Sudafrica si è svelato proprio in Israele.

Noi, al seguito. O sulle loro spalle, come nani nazi-apprendisti.


Si parla tanto dei no-vax ribelli, accusati come untori pestiferi che starebbero alla base delle nuove ondate, colpevoli di proseguire a contagiare il mondo.

Ce la si prende con persone, piccoli gruppi, minimi artigiani del dissenso.

Ma perché non ci si rivolge con la stessa rabbia e decisione contro i no-vax su scala industriale?

Perchè i no-vax più pericolosi sono proprio le aziende farmaceutiche e gli stati ricchi: quelli che negano il vaccino ai poveri del mondo, a chi non può pagare i brevetti, a chi non ha le strutture e le risorse per vaccinare i suoi cittadini.

Quelle stesse aziende e quegli stessi stati che continuano, miopi ed egoisti come solo i capitalisti sanno essere, continuano ossessivamente a vaccinare noi con tre o quattro dosi (visto che possiamo produrle, pagarle e quindi iniettarle) e non permettono ad altri di farlo.

Con la conseguenza di nuove ondate (che non dipendono quindi dai piccoli, ma dai grandi no-vax).


Mario Monti, come sempre, sa cosa si muove in alto.

Ed lui prevede e precede, da buon liberal lungimirante, quel che sta avvenendo ed avverrà: la fine della democrazia, anche della sua parvenza più illusoria: la libertà di stampa e di informazione.

Ascoltate il suo intervento a La Sette (https://video.repubblica.it/dossier/coronavirus-wuhan-2020/covid-mario-monti-bisogna-trovare-delle-modalita-meno-democratiche-nella-somministrazione-dell-informazione/402525/403235?ref=RHTP-BS-I278612739-P10-S3-T1).

In guerra come siamo, anticipa sagacemente, l'informazione va centellinata e controllata.

La sua proposta è apertamente, sdoganatamente fascista, da vero e proprio Ministero della Propaganda.

Lui sa dove stiamo finendo. E già vede e provvede.

Come non condividere il suo appello a smetterla di blaterare del covid 24 ore su 24, vera e propria tecnica di intimidazione ed estenuante arma di distrazione di massa?

Ma quando i giornalisti la smetteranno di blaterare senza senno e senso, imboccati come ora dalle veline di stato e da un conformismo autocensurante in cui il pensiero si è assentato da tempo, chi arriverà ad informarci?

Solo assennati burocrati di regime dalle loro razionalissime scrivanie.

E se loro non basteranno, mistiche adunate online e ben vibrati manganelli mediatici.



 

1 commento:

  1. Grazie Enrico, in effetti ottimo recupero semantico: i veri no-vax e di sicuro i più influenti sono i padroni dei brevetti.

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