La Meloni è maestra di paradossi: accusa i pacifisti della Flotilla di essere irresponsabili, quando invece dovrebbe chiedersi quali responsabilità si sono assunti i governi per fermare Israele dal genocidio in atto. Si nasconde dietro la foglia di fico degli aiuti umanitari di stato, quando invece dovrebbe ammettere che la Flotilla è nata proprio per le inadempienze degli stati anche in ambito di assistenza e protezione delle popolazioni civili assediate, affamate e costrette a continui esodi nella loro stessa terra.
Netanyahu è un paradosso vivente: accusa i pacifisti di essere terroristi, mentre realizza un terrorismo di stato senza precedenti, sia verso i palestinesi, sia verso altri stati nazionali (Siria, Libano, Iran, Qatar, Yemen...). Dice di voler far fuori Hamas e tratta con Hamas. Dice di voler salvare gli ostaggi e intanto prosegue a devastare Gaza da terra e dal cielo, mettendo evidentemente a rischio la loro vita.
Trump è un paradosso totale: gioca su tutti i tavoli, cambia parere e orientamento ad ogni ora, alterna alleati e nemici a seconda dell'umore, vende armi e fa il mediatore allo stesso tempo: è una strategia la sua, è un metodo, pur di stare al centro del mondo (almeno di quello mediatico, visto che sui versanti della politica e dell'economia il gigante americano vacilla paurosamente...).
I pacifisti in mare si trovano ora in un mega-paradosso: per difendersi dagli attacchi israeliani, attuali e futuri, stanno per essere protetti dalla Marina militare di Crosetto & c.. Antimilitaristi che accettano la protezione militare: quale paradosso più grande e terribile? Anche qui sta la differenza tra pacifismo e nonviolenza.
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