C.v.d., ecco subito giunto il nuovo stato d'emergenza infinita.
Sino al 31 dicembre eccoci ri-attanagliati in Italia, questa volta dalla guerra.
Col consenso di tutti in Parlamento (con sparutissime ed encomiabili eccezioni).
'Non volteremo la faccia dall'altra parte!', esclama il Drago.
Ed infatti: la faccia è sempre, da sempre, voltata verso lì, solo verso la guerra.
Magari voltassimo la faccia, finalmente, da un'altra parte: quella che smette di produrre e vendere armi, di premiare e non isolare chi lo fa, di fare a gara di potenza e prepotenza ogni giorno.
Ma l'unica guerra che non ci piace è sempre e solo quella degli altri.
La nostra è sempre quella giusta: difende i nostri valori, la libertà e la democrazia.
Ma l'unico valore che la guerra riconosce è la guerra stessa.
Sia che si offenda, sia che ci si difenda.
Ma l'umanità non è (lo sarà mai ?) pronta a riconoscerlo.
E la storia non produce apprendimento, e si ripete, in barba a qualunque proclama di ravvedimento o lungimiranza.
La seconda manovra a tenaglia è quella che si sta abbattendo sui poveri ucraini.
Da un lato,
l'invasione russa, che non lascerà loro scampo sino a quando non
raggiungerà i suoi sanguinari obiettivi d'espansione. Sarà una strage, uno sterminio, di casa in casa: migliaia di esseri umani spariranno dal mondo in pochi giorni od ore.
Dall'altro, la totale ipoteca dell'Occidente che, con le sue armi d'aggressione e pelosa compassione, se la sta acquisendo di fatto, per la parte che Putin le lascerà governare (o strapperà a quest'ultimo con un'altra guerra) in futuro.
In ogni caso, un paese non più sovrano.
Ma d'altra parte, questo termine che senso ha ormai, per qualunque Stato?
La sovranità identitaria è soltanto l'extrema ed illusoria ratio per provare a difendersi dall'imperialismo neofeudale in ascesa.
Questi sono solo gli ultimi gemiti degli Stati nazionali, che saranno -entro qualche decennio-obbligati a scegliere solo tra un impero o l'altro (che si chiami con nuovi nomi, oppure USA-UE e Rus-Cindia...).
La terza tenaglia si sta chiudendo sull'economia e sulla popolazione russa.
Sanzioni mai viste prima porteranno la maggioranza dei russi ad odiare noi, non Putin (salvo quelli che, tra loro, lo detestavano già e in aggiunta qualche risentito oligarca).
I nostri aiuti militari non faciliteranno di certo i negoziati, ma anzi avvicineranno ancor più pericolosamente la possibilità di un'escalation tra i blocchi, sino all'utilizzo di armi nucleari.
Le testate tattiche da teatro non sono più un tabù; come si sa da tempo, hanno decretato la fine della MAD (Mutua distruzione assicurata) e quindi di una più probabile deterrenza al loro uso.
Continuiamo a non crederlo possibile.
Ma questa incredulità è la stessa che ci impedisce di accettare il cambiamento climatico e di cambiare davvero strada.
Ed è la stessa che ha sempre colpito le persone, spesso anche sagge e normalmente intelligenti, sino ad un'ora prima dello scoppio fatale.
Prima che la tenaglia stringa definitivamente a morte le nostre fragili, nude vite.
'Siamo tutti in pericolo', ci ricordava Pasolini nella sua ultima intervista, prima di essere ucciso.
Concordo pienamente rispetto alla tua lettura critica, lucida e lungimirante del presente. Ti ringrazio per questo post e per il riferimento a Pasolini,nobile intellettuale del nostro tempo.
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