lunedì 28 marzo 2022

aprile, dolce dormire...

 

ZZZZZZZ...!

La mitopoietica Zeta dell'esercito russo, propagatrice di morte, ora per gli ucraini si ammanta di Zoè, vita.

Offre cibo e sussidi ai nemici, che escono dalle loro trappole come topi affamati e disperati.

Putin si prepara a gestire il suo nuovo protettorato, ad assistere una popolazione abbandonata e relitta, costretta alla distruzione di sé dal proprio governo e da manipoli di fanatici assoldati ed armati da potenze straniere.

'A chi mi dona pani, nau babbu' (A chi mi dà pane, lo chiamo babbo), dicono i sardi.

Ecco la vera conclusione di ogni guerra, dopo tanti mitomanici proclami ed eroiche esibizioni muscolari: 'i potenti decidono, i poveri muoiono', come ricorda Francesco ancora una volta.

La diagonale biopolitica che si muove sull'asse 'aggressività-empatia' mostra ancora una volta tutta la sua potenza persuasiva.

Putin fa così il nostro stesso gioco: guerra ed aiuti, distruzione e solidarietà, odio e compassione camminano insieme, alleandosi e coprendosi a vicenda.

Gandhi l'aveva già scoperto da giovane nella guerra anglo-boera: al di là delle apparenze, lavorare per la Croce Rossa era solo un modo per partecipare alla guerra stessa ed esserne complici.


L'umiliazione totale diviene così l'unica possibilità per chi sta sotto, da loro ma anche da noi.

Sì, perché quali poteri abbiano anche noi qui, rispetto a chi ci domina?

Possiamo ancora scrivere, manifestare, protestare, esprimere opinioni, ma poi?

E per quanto tempo ancora?

Non c'è da stupirsi se, in assenza di una democrazia reale in cui sia ancora possibile generare cambiamenti ed orientare le decisioni con la forza delle idee, in una realtà che ama chiamarsi TINA, restino soltanto la passività impotente, da un lato, e l'aggressione terrorista dall'altro.

Vedo i nostri governanti e presunti rappresentanti riuniti a Bruxelles a partorire il solito mostro del riarmo (niente di nuovo sul fronte occidentale) e sento una grande rabbia.

So che anche loro sono soltanto dei poveri uomini come me e non riesco ad odiarli.

So che non sarebbe una soluzione, ma un problema, se venissero eliminati come esseri umani.

Ma capisco che possa venir voglia di ucciderli.


Gli Stati, di fronte alla globalizzazione economico-finanziaria, hanno da tempo intrapreso la strada dell'autodifesa nazionalista e sovranista.

Quel che cambia sono gli accenti, i gradi, le misure, ma così è e vale per tutti, ovunque.

Strategia che si rivelerà perdente rispetto a quel che sta accadendo (crisi della globalizzazione e costituzione violenta di imperi neo-feudali che ingloberanno gli stati stessi), ma vincente – a breve termine- per favorire le elites oligarchiche, devastare definitivamente le libertà politiche interne ed annullare qualunque possibilità di una vita diversa per noi, comuni cittadini del mondo.

In questa prospettiva, e già da ora, le persone non contano nulla: né in Russia, né in Ucraina, né in Europa.

La gestione della pandemia e quella, conseguente e coerente, dei nuovi equilibri/squilibri tra blocchi politico-militari rappresentano il punto di svolta e di accelerazione -definitiva ed irreversibile- di questo processo, già in corso da almeno due decenni (l'altro punto di svolta è stato per me il 2001, tra Genova e Twin Towers).


Nel cadere in questo baratro, gli Stati Uniti hanno ancora una volta deciso di forzare e guidarne la caduta, sperando di trovare in essa le ragioni, paradossali ed impossibili, di una loro ascesa (o, almeno, di una loro tenuta).

Per provare ad ottenere questi risultati stanno, con una mossa sola (cioè, proprio questa guerra):

-riportando a vincoli più stretti -economici, energetici e militari- il continente europeo, dopo aver già ripreso in mano la Gran Bretagna con la Brexit; il gas americano va a creare nuove dipendenze, insieme alla Nato ed ai suoi costi crescenti. La transizione ecologica e l'autonomia politica ed economica dell'Europa possono ora attendere sine die.

-accerchiando e dissanguando la Russia con guerre di logoramento e corse agli armamenti senza fine, come già avvenuto nella prima guerra fredda; le parole di Biden in Polonia non erano quelle di uno squilibrato, ma esprimevano quel che gli Usa vogliono fare ma che non si può dire (da qui, e non dalla sostanza, lo scandalo (ipocrita) e le rettifiche (vane);

-rendendo più difficile l'espansione della Cina, che ha bisogno di un mondo pacificato per poter proseguire a colonizzarlo attraverso i commerci ed il denaro; il vero avversario degli Stati Uniti, infatti, sono e restano i cinesi.

Ma questa guerra, alla fine, li favorirà: ora restano a guardare fuori dal gioco della guerra e così si ergeranno ancor più a padroni dei traffici e mediatori dei conflitti per il mondo (quello che non guarda ad occidente, per ora, ma -in tempi non brevissimi- per tutti o quasi).


E, mentre tutto questo accade, ci si continua a rifugiare -anche in ambiti che si dichiarano d'opposizione o alternativi- in trite e ritrite ipotesi dormitive, quelle che servono cioè -secondo Bateson- per far finta di essere svegli e presenti, ma che in fondo ci servono solo per proseguire (o riuscire ancora) a dormire...

Ora capisco. Ecco forse cosa significa per noi questo ZZZZZZ....:

Ammazzatevi pure tra voi, ma -per favore- lasciateci in pace...!

Siamo noi che emettiamo quel suono, mentre -molto pacificamente- cerchiamo -nonostante tutto- di proseguire a ronfare tranquilli.


















2 commenti:

  1. Personalmente credo che la vicenda "guerra in Ucraina" vada inserita nel declino dell'Occidente come padrone del mondo. La Cina non sta affatto a guardare, preoccupata della guerra, ma usa il conflitto per accelerare la fine del pianeta unipolare a guida americana. E ci sono due visioni del mondo che si stanno combattendo (attualmente nel vero senso della parola, con l'uso delle armi). Concordo sul 2001 come anno spartiacque, ma non riesco più a essere "pacifista" e nemmeno "nonviolento" (dopo tanti anni di convinta adesione a quei due termini), in un contesto dove orwellianamente l'Europa chiede la pace fornendo armi. Sto anche ripensando all'ineluttabilità della guerra per la specie umana: opporsi per principio, in nome di buonisti sentimenti, mi appare in fondo "disumano".

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  2. caro,mi mancavi.
    mi pare che sull'analisi siamo d'accordo.
    sulla nonviolenza, da non confondere con il pacifismo e con i buoni sentimenti, no.
    un abbraccio

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