La terza strada, che non possiede giustificazioni preliminari,è tuttavia la più efficace, e consiste in una visita personale di Vostra maestà, con la forza militare di cui ho parlato sopra, in uno dei Regni che si sceglierà come terreno di esperimento: occorrerebbe far suscitare un gran tumulto popolare e, sotto il pretesto di reprimerlo, e allo scopo di riportare la calma ed evitare una ripresa dei disordini, emanare leggi come se si trattasse di un Paese conquistato...
(Memoriale segreto del duca di Olivares al re di Spagna Filippo IV, 25 dicembre 1624)
Niente di nuovo sotto il sole (o sul fronte occidentale, se preferite).
Questo illuminante ed attualissimo brano lo si ritrova quale epigrafe iniziale in 'Generazione Settanta. Storia del decennio più lungo del secolo breve 1966-1982) di Miguel Gotor.
Un libro corposo, documentatissimo, equilibrato e spietato sugli anni che ho vissuto nell'infanzia e nella mia prima giovinezza, sino alla mia maggiore età di ventunenne di allora.
Ci si rende conto, leggendolo, che -per quanto si potesse essere informati, consapevoli, politicizzati ed edotti- quel che davvero avveniva -nel presente ed in profondità- risultava coperto, intricatissimo, incomprensibile ed inconosciuto.
La storia e le storie che passavano sui giornali -per quanto orribili ed inquietanti potessero apparire a me ed ai più- avevano davvero poco a che fare con i tragici disegni, le disumane strategie, le squallide brutture e le inopinate collusioni che sottostavano alle notizie che pubblicamente venivano fatte passare come vere e indubitabili, ma soprattutto rispetto alle dichiarazioni ufficiali dei politici e degli statisti di allora (e di oggi).
E non ci si può, dopo averlo letto, stupirsi dell'attuale sfiducia popolare, della diffidenza e della disaffezione verso i personaggi (identici o forse addirittura peggiori) che oggi ci attorniano e ci parlano nei giornali , in tv o in rete, e che inveiscono contro le fake news degli altri.
Ma, al di là della storia italiana, quell'epigrafe antica colpisce anche per quel che ci dice di quel che sta avvenendo e soprattutto sta per avvenire nelle dinamiche dell'intero mondo.
Non arrivare ad ottenere il 'cessate il fuoco' a Gaza prima dell'inizio del Ramadan significa una cosa sola: che si vuole soffiare sul fuoco della disperazione palestinese per ottenere il risultato di nuove violenze, attentati, atti terroristici che, a loro volta, giustifichino nuove reazioni militari ed ulteriori colpevolizzazioni e repressioni da parte di chi non attende altro che questo.
Ma la militarizzazione delle società civili è la strada che i governi di tutto il mondo hanno ormai intrapreso per preservare e rafforzare il loro dominio e controllo sui loro sudditi.
Quel che sta accadendo brutalmente in Palestina e che inevitabilmente tenderà ad aggravarsi nei prossimi giorni ci annuncia che la strategia dei politici di oggi (che si chiamino Netanyahu, Biden, Erdogan, Putin, Meloni o Macron) -e sempre meno segretamente- è la stessa di quattrocento anni fa in Spagna, segue cioè la stessa logica del duca di Olivares.
Creare e facilitare il disordine per generare e stabilire un nuovo ordine che preservi gli squilibri di potere preesistenti o ristrutturi gli equilibri a vantaggio di potentati che sino a quel momento avevano preferito governare soltanto larvatamente attraverso altri.
Le comparsate stanno per finire, quindi, e stanno per emergere apertamente i veri poteri forti: del Big State, del Deep State, di chi -in fondo-comanda da sempre, ma ora non ha più bisogno neppure di fingersi e voler apparire 'democratico', 'liberale' o addirittura 'socialista'.
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