Quando ci si inoltra nel vicolo cieco della guerra è impossibile l'andare avanti quanto il tornare indietro.
In Ucraina ormai è chiaro -anche a chi non ha saputo fare altro che sostenere la patria (di altri) in armi (nostre): non potremo mai vincere e non possiamo più arrenderci.
Putin, nel frattempo, gongola, in compagnia di Cina, India e Iran.
Con le ultime elezioni ha rafforzato ulteriormente il suo potere all'interno e sa come usare la deterrenza nucleare per spaventare i suoi nemici all'esterno.
Se infatti non interverremo direttamente sul terreno la Russia si prenderà più territori di quelli che l'Ucraina avrebbe perso se avesse trattato immediatamente.
Ma se intervenissimo, la guerra nucleare arriverebbe alle porte di casa.
Un bel cul...de sac!
Non contenti del fronte (cioè del mercato) ucraino, ci siamo infilati nell'altro vicolo cieco, quello medio-orientale.
La distruzione di città intere e l'uccisione di 30000 palestinesi continua ad essere giustificata al fine di distruggere Hamas ed uccidere i suoi capi (che però non vivono a Gaza e che, se c'erano, sono riusciti a scappare, con i loro soldi e le loro famiglie, alla faccia dei loro tanto amati concittadini, sempre più miserabili e morituri).
Lo dimostra il fatto che Sinwar sia vivo e vegeto e -si dice- partecipi bellamente alle trattative in corso, mentre la Striscia viene bombardata col pretesto di ucciderlo dagli stessi governi e servizi segreti che intanto lo incontrano diplomaticamente in Qatar.
Anche da lì, non ne usciremo più.
Potremo mai consolarci con i guadagni delle industrie militari?
L'Ucraina, secondo il Sipri, è diventata in due anni il più grande importatore di armi in Europa e il quarto nel mondo (la prima,alla faccia del Mahatma, è l'India).
Proseguire a chiedere e a vendere armi resta -lì e altrove- l'unico obiettivo: gli Stati Uniti hanno già fatto ingentissimi profitti (più del 60% dei cosiddetti 'aiuti' sono tornati nelle loro casse) ed anche i paesi UE non si possono di certo lamentare.
Nel triennio 2019-2023 i paesi europei hanno anche quasi raddoppiato le loro importazioni d'armi, aumentando i loro acquisti del 94% rispetto al periodo 2014-2018.
La situazione è disperata.
Ma noi non disperiamo. Vogliamo ancora sperare.
Ma sino a quando non dispereremo, e capiremo che non abbiamo più nulla da perdere, non potremo mai opporci a tutto questo.
E, proseguendo ad inseguire vane speranze, quando la disperazione ci raggiungerà ineluttabilmente nella tragedia, si sarà fatto tardi.
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