domenica 22 ottobre 2023

Lèggere letture non leggère

 

In verità l'uomo è stato creato instabile;

prostrato quando lo coglie sventura,

arrogante nel benessere,

eccetto coloro che eseguono l'orazione...

(Corano, sura LXX, Le vie dell'Ascesa)


Ho dedicato una parte di questo terribile anno ('Nel duemilaventitrè ventitrè, il mondo non ci sarà più...!', cantava la Caselli), ad una lettura integrale della Bibbia e del Corano.

Sto procedendo pazientemente anche con Infinite Jest di Foster Wallace, testo sacro del (e sul) nostro tempo, ma non sono ancora riuscito a finirlo (temo che sarà lui a finire me).

Tre monumenti dell'umanità (e non solo per le loro dimensioni e volumi, pur ragguardevoli).

Cosa ci ho visto e cosa ho imparato?


'L'unico sentimento della mia vita è stata la paura', diceva di sé Thomas Hobbes.

Ecco, in primo luogo -leggendoli- ho provato paura.

Il fondamento violento e crudele della nostra civiltà trova in essi la sua più evidente e profonda espressione.

La quantità di ordini, colpe, punizioni, moniti, accuse, vendette, inimicizie, invasioni, prepotenze, perdoni e castighi è enorme, infinita, senza soluzione.

Il numero di omicidi, stragi, guerre, torture è incalcolabile.

Il razzismo etnocentrico (ebraico) e/o religioso (islamico) contro il diverso, il miscredente, l'infedele, il non-eletto, è esplicito, totale, senza remore.

La fratellanza, la solidarietà, la misericordia vale soltanto fra chi condivide la stessa fede.

Quel loro Dio riconosce come figli soltanto i suoi: tutti gli altri appartengono agli idoli, al diavolo, al Male.

Sono libri impregnati di integralismo, di odio, di dis-amore, di dis-umanità.

L'ebraismo e l'islamismo -inutile negarlo con le rassicuranti retoriche dell'amore e della tolleranza- si crogiolano lì dentro: il legame intrinseco tra monoteismo e violenza appare indissolubile e tragicamente radicato nelle loro rispettive, reciproche, e più profonde, premesse.


A queste, negli ultimi due secoli, si è unita, sovrapposta, contrapposta e integrata allo stesso tempo, la rilettura puritana del Cristianesimo, di un Cristo ri-crocifisso in salsa anglo-statunitense.

E qui giunge a sostenerci la lettura del terzo testamento, quello di Foster Wallace.

Il totalitarismo occidentale è permeato di guerra, autoesaltazione, paternalismo, consumismo e produttivismo, utilitarismo e competizione senza limiti, dipendenze psicotrope, razzismo economico e compassionevolezza pelosa, autocompiacimento giustificatorio ed assolutorio, proiezione ossessivo-paranoica, bisogno e necessità esistenziale di un Nemico.

Questo gioco infinito in cui viviamo non è altro che la religione monoteista contemporanea: una fede indiscussa ed indiscutibile in tutto ciò che odora di denaro.

E quel che -da entrambe le parti- si copre dei panni di uno scontro tra civiltà tra Occidente (ebraico-cristiano-puritano) e Islam (nelle sue varianti antinomiche: democrazie/autocrazie, ordine/terrore, tolleranza/fanatismo...) si rivela per quel che è: uno scontro per acquisire o detenere, far diminuire o accrescere il potere di dominio sull'umanità e sul pianeta.

Ed in questo non vi è distanza, ma piena collusione, tra i contendenti (così come è già accaduto (e continua ad accadere) con la corsa agli armamenti e le escalation militari).

Ecco perché Biden può impunemente dichiarare che gli Stati Uniti devono proseguire a proteggere i propri interessi vitali e quindi -in quanto unici arsenali della democrazia- continuare a foraggiare con altri 100 miliardi dollari il riarmo di Ucraina, Israele e Taiwan, confermandole come vere e proprie democrazie degli arsenali ed iniziando così a tracciare la strada per la prossima guerra, in quell'oceano Pacifico che, come molte altre cose, terrà il suo nome, ma ne perderà il senso.


Il modo occidentale, inveterato, anche odierno, di percepire il proprio posto nel mondo, ha come uno dei suoi elementi fondanti una solida e proteiforme concezione-sentimento di tipo etnocentrico, o francamente razzista...., che inferiorizza i 'non occidentali', in un mondo che diviene tuttavia sempre più 'occidentale'. Nessun occidentale sembra poter pensare il mondo senza porre l'Occidente, in quanto elaboratore della civiltà industriale e democratica, in una posizione di eccellenza, storica o assoluta per natura o altro destino, e in posizioni di più o meno grande inferiorità storica o assoluta tutti gli altri, a seconda della differenza rispetto ai modi di vita occidentali...

I processi di legittimazione di politiche e pratiche gerarchizzanti si avvalgono di logiche non meticce per rafforzare unicamente logiche di dominio politico ed economico. Logiche che ritroviamo spesso anche nei gruppi assoggettati o minoritari quali forme di autodifesa collettiva, per cui si accetta lo sguardo esterno essenzialista per rivendicare la propria diversità etnica o culturale...

L'irrigidimento delle identità e il rafforzamento dei confini culturali possono essere armi d'offesa e di difesa che possono arrivare a uccidere, secondo una nota espressione di Amartya Sen.

Ma l'operazione di fissare differenze culturali, celando intenzionalmente somiglianze e continuità, mira alla costruzione di un rapporto contrastivo di relazioni tra due o più gruppi, deviando di fatto l'oggetto del contendere dall'ambito dei rapporti di potere, di dominio e dipendenza/subalternità a quello più genericamente culturale o addirittura di carattere unicamente religioso.

(G. Angioni, Fare, dire, sentire. L'identico e il diverso nelle culture, 2011)












1 commento:

  1. Caro Enrico, io ho passato una parte del mio anno a leggere i tuoi libri invece e mi accodo nel dire che anche io ho provato paura.

    Oggi durante una lezione di salute globale all'università ho dovuto trattenermi dal piangere ascoltando il prof commentare con una lucidità, coerenza e preoccupazione disarmante la violenza sistemica che sta conducendo al collasso delle civiltà (se così ancora si possono chiamare). Sentire impaurito anche lui, che in una visione idealizzante dell'educazione universitaria dovrebbe essere il detentore della verità e delle soluzioni, mi ha atterrita tremendamente ma anche fatta sentire un po' meno sola.

    Ti ringrazio per farmi sentire un po' meno sola anche tu con questi pensieri che ci fai il dono di condividere.

    Un abbraccio,

    Yasmin

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